L'AMBASCIATORE A MINSK BALDI INTERVISTATO DALL'AGENZIA DI STAMPA BELAPAN

MINSK\ aise\ - "L'Ambasciatore d'Italia Mario Baldi: simpatia, il vero segreto del legame fra Belarus e Italia". Questo il titolo dell’intervista che l’ambasciatore d’Italia a Minsk ha rilasciato a Tatiana Korovenkova dell’agenzia di stampa bielorussa Belapan.
Ne riportiamo di seguito il testo integrale.
"D. Quali compiti fondamentali si pone in quanto l’Ambasciatore in Belarus?
R. Sono arrivato a Minsk da quasi 3 mesi ed ho constatato che i rapporti tra l’Italia e la Belarus sono molto ricchi e positivi; il livello delle relazioni bilaterali e’ già abbastanza alto. E tuttavia ogni Ambasciatore cerca di dare il proprio contributo al loro sviluppo ulteriore. L’Italia è un paese complesso, con una storia molto ricca. Essere l’Ambasciatore dell’Italia è dunque una grande responsabilità, ma allo stesso tempo un grande privilegio. Il mio compito fondamentale è rafforzare il dialogo bilaterale. La Belarus e l’Italia sono due paesi europei con una storia molto diversa perché per lungo tempo siamo stati separati dalla cortina di ferro. Però abbiamo una parte della storia in comune, ad esempio durante il periodo del Granducato di Polonia e Lituania visse qui la principessa Bona Sforza. Oggi, a distanza di tanti anni da quell’epoca, il mio compito è intensificare le occasioni di dialogo politico sia al livello governativo che al livello parlamentare. Il Presidente Lukashenko è stato in Italia in visita ufficiale nel maggio del 2016, è stata la sua prima visita in Europa dopo la rimozione delle sanzioni. Da parte italiana, la visita nel febbraio del 2016 del Vice-Ministro degli Esteri Benedetto della Vedova è stata seguita da quella del Vice-Ministro degli Affari Esteri Enzo Amendola a giugno del 2017. Adesso abbiamo un governo nuovo. Speriamo che presto avrà luogo una visita di alto livello. È un compito importantissimo.
D. Di quale livello esattamente si tratta? Qualcuno dei ministri, il Primo Ministro o il Capo della Repubblica?
R. Lavoriamo per una visita ad alto livello politico dall’Italia. È il nostro compito principale. Però possono aver luogo delle visite di livello meno alto, altrettanto importanti, come quelle a livello parlamentare. Nel Parlamento bielorusso c’è un gruppo dell’amicizia con l’Italia. Nel Parlamento italiano dopo le elezioni avvenute questo gruppo non è ancora formato, ma appena sarà istituito, cercheremo di organizzare una visita. Se la politica “funziona”, anche l’economia e tutte le altre sfere possono svilupparsi in modo armonioso e si creano le condizioni più favorevoli agli imprenditori.
D. In quali ambiti la collaborazione tra l’Italia e la Belarus sviluppa nel modo più attivo?
R. Siamo soddisfatti del livello raggiunto dagli scambi commerciali tra l’Italia e la Belarus. Per il 2017 abbiamo raggiunto la cifra di circa mezzo miliardo di Euro, ma i primi mesi del 2018 mostrano già una dinamica positiva con ulteriore rialzo nell’ordine del 20%; e mi fa piacere notare in questo contesto che crescono anche le esportazioni bielorusse in Italia.
D. In Belarus lavorano molte aziende con capitale italiano. Ma riteniamo che ci sia ancora un grande margine per migliorare i rapporti economici. Che cosa attrae il business italiano in Belarus?
R. Direi innanzi tutto la sicurezza, la stabilità, il buon livello di manodopera, e anche il fatto che entrare in Belarus significa avere accesso all’immenso mercato dei Paesi dell’Unione Economica Euroasiatica. L’Italia non ha grandi risorse naturali, i nostri “petrolio e gas” sono la nostra inventiva e la nostra capacità di creare valore aggiunto. Per questo in Belarus c’è un grande potenziale sia per i settori delle cosiddette “3 F” - food, fashion and furniture - sia per le numerose imprese italiane attive in altri campi come l’agricoltura, le macchine industriali e le energie alternative.
D. Gli imprenditori italiani hanno i problemi in Belarus?
R. I problemi che i nostri imprenditori incontrano in Belarus sono tipici di altre realtà: la burocrazia, innanzitutto, che talvolta, come del resto in Italia, è un po’ lenta. Ma l’ostacolo principale, direi, è rappresentato dalla scarsa conoscenza, in Italia, del mercato bielorusso. La Belarus non è molto conosciuta tra gli imprenditori italiani. Per esempio, molti italiani credono che per la Belarus siano valide le sanzioni europee in vigore nei confronti della Russia. Bisogna fare molto di più perché la Belarus sia conosciuta in Italia. Un altro ostacolo, attualmente in via di superamento, è rappresentato dai visti. So che il governo bielorusso sta lavorando per aumentare il periodo di soggiorno ai fini dell’esenzione dall’ obbligo del visto. Questo è un aspetto molto importante per gli imprenditori. In precedenza, un ostacolo allo sviluppo armonioso delle relazioni commerciali con la Bielorussia era rappresentato dalle sanzioni. La decisione dell’Unione Europea di rimuoverle nel 2016 ha indubbiamente rappresentato un momento di svolta positivo. L’ambito in cui si nota di più questa dinamica positiva è quello della politica, perché si sono intensificati i contatti politici a tutti i livelli, compreso quello delle relazioni interparlamentari nell’ambito dell’iniziativa INCE e dell’OSCE.
D. Ha detto che il business italiano è attratto anche della sicurezza in Belarus, ma ad esempio ieri durante la visita di Lukashenko nella regione di Vitebsk è stato dichiarato che la Fabbrica della riparazione di aerei di Orsha dove sono stati coinvolti anche gli investitori stranieri passa alla proprietà dello stato. Non è che il business italiano si preoccupa per il fatto che in qualsiasi momento con la decisione di una persona l’azienda può essere tolta?
R. Esistono in effetti sviluppi che non possono essere annoverati fra i fattori suscettibili di promuovere le relazioni economiche bilaterali, ma al momento gli imprenditori italiani sono interessati più ad attività di vendita che agli investimenti. E tuttavia per fare un salto di qualità ed attrarre investimenti in Belarus bisogna lavorare sulla base legislativa e sottoscrivere Accordi bilaterali – come quello per la Promozione degli investimenti – che incentivino gli uomini di affari italiani a stabilirsi in Bielorussia. In Italia diciamo che il "tango si balla in due".
D. Anche gli argentini dicono così.
R. In Argentina vivono tanti italiani… (ride)
D. Quali esattamente cambiamenti nella legislazione possono rendere la Belarus più attraente per il business italiano?
R. La semplificazione delle procedure burocratiche, la riduzione di loro numero, la facilitazione nell’ottenimento delle autorizzazioni, la velocizzazione delle procedure doganali sono tutte misure che aiuterebbero il business. Ma tuttavia sono l’Ambasciatore italiano in Belarus, non è il mio compito dire che cosa deve fare il governo bielorusso.
D. Ha detto che la rimozione delle sanzioni dell’UE ha avuto un impatto positivo sulle relazioni italo-bielorusse nell’ambito politico e economico. Ritiene che la decisione sulla rimozione è stata giusta nonostante che rimane il problema con la violazione dei diritti dell’uomo la quale è stata una delle cause dell’introduzione delle sanzioni?
R. La decisione sulla rimozione delle sanzioni è stata giusta perché ha contribuito a creare un’atmosfera più tranquilla nei rapporti. È chiaro che non ha risolto tutti i problemi che esistono tra l’UE e la Belarus. Ma ha permesso alle due parti di riaprire un dialogo. Come in una famiglia, quando esiste una controversia, occorre parlarne e non tacere. Prima della rimozione delle sanzioni il dialogo non c’era. La Belarus e l’UE sono riusciti ad iniziare il dialogo che adesso continua e sta portando ad alcuni risultati.
D. Come l’Italia vede il suo ruolo in questo dialogo?
R. L’Italia è un Paese che non ha pregiudizi, non abbiamo "piani segreti" però abbiamo una risorsa, un capitale che non ha prezzo: la simpatia e la vicinanza tra i bielorussi e gli italiani e possiamo utilizzarla. Per i bielorussi l’Italia - oltre ad essere un paese con grandi ricchezze paesaggistiche e culturali - è anche un paese dove i bambini passano le loro vacanze. Dei circa 30.000 visti che rilasciamo ogni anno, quasi 1/3 sono i visti rilasciati a favore di minori. Dopo il disastro di Chernobyl quasi mezzo milione dei bambini sono stati in Italia per trascorrere periodi di soggiorno terapeutico. E oggi questi bambini sono cresciuti ed alcuni di loro sono diventati importanti politici, diplomatici, businessmen. Sono ambasciatori dell’Italia in Belarus perché portano nel cuore l’Italia, amano la nostra cultura e mantengono dei bei ricordi del nostro Paese. Questo è un capitale umano molto importante per i rapporti bilaterali. Non può essere misurato con i dati statistici come gli indici del commercio, ma è fondamentale nelle relazioni tra i paesi. Noi cerchiamo di contribuire allo sviluppo di questi rapporti.
D. L’Italia è un paese che ha partecipato e partecipa ai programmi umanitari dell’assistenza ai bambini delle zone colpite dal disastro di Chernobyl. Secondo Lei, perché gli italiani hanno cominciato a prestare assistenza così attivamente?
R. Bella domanda, me la faccio anch’io. Credo che molte famiglie italiane - anche quelle che hanno propri figli - abbiano un grande desiderio di aiutare il prossimo. Alcuni realizzano questo loro desiderio dedicandosi al volontariato. Da questo punto di vista credo che la tradizione cattolica del nostro Paese abbia influito favorendo la nascita di moltissime associazioni di volontariato. Subito dopo il Chernobyl molti rappresentanti di queste associazioni sono venuti qui, hanno visto che la situazione era critica, hanno organizzato le vacanze dei bambini. I medici hanno notato che la salute dei bambini dopo 4 – 6 settimane di soggiorno in Italia migliorava. Specialmente dopo soggiorni nelle località di mare – il livello del cesio radioattivo diminuiva del 30%. È cominciato così questo grande movimento di solidarietà e molte famiglie italiane hanno deciso di ospitare i bambini bielorussi durante i periodi delle vacanze. È un desiderio spontaneo e sincero di aiutare, perché alle famiglie italiane non viene riconosciuto alcun tipo di aiuto economico da parte del Governo italiano. Il Governo Italiano verifica che i programmi di accoglienza si svolgano nel rispetto delle regole stabilite di comune accordo con il Governo della Bielorussia, controlla che tutto si svolga regolarmente e che bambini ritornino dopo le vacanze in Belarus.
D. Se non mi sbaglio, l’Italia è l’unico Paese con il quale la Belarus collabora sulle questioni di adozione internazionale. Ha dei dati quanti orfani bielorussi hanno trovato nuove famiglie in Italia?
R. È vero, l’Italia è l’unico Paese che ha un accordo bilaterale in questo campo con la Belarus. In media, circa 100 bambini all’anno vengono adottati da famiglie italiane. Il ruolo dell’Ambasciata in questo settore consiste nel rilasciare un visto al bambino al termine delle procedure di adozione. I principali contatti si svolgono tra il Centro Nazionale di adozioni bielorusso ed il Comitato per le adozioni internazionali italiano. È chiaro che è un processo molto complicato, nel quale sono coinvolti strutture statali a livello regionale e provinciale, assistenti sociali e tribunali italiani e bielorussi. L’Ambasciata cerca di facilitare un passaggio più rapido di tutte le procedure. Ora si registra un certo declino delle adozioni sia nazionali che internazionali. Si tratta di una tendenza riconducibile principalmente alla crisi economica che ha colpito molte famiglie italiane, influendo anche sulle adozioni, comprese quelle dalla Belarus.
D. La Belarus sta sviluppando attivamente il settore turistico, cerca di attirare gli stranieri. Per quanto i cittadini italiani sono a conoscenza del potenziale turistico del Belarus e quanto è popolare il nostro Paese tra turisti italiani?
R. La Belarus, purtroppo, non è ancora molto conosciuta in Italia. È un peccato, perché avete un Paese molto bello. Sono qui da poco più di due mesi, ma sono già andato a Mir, Nesvizh, Grodno, Moghilev. Lo scorso fine settimana sono stato a Vitebsk in occasione dello Slavianskij Bazar. Quando il sole splende, si possono chiudere gli occhi ed immaginare di essere nella campagna italiana… Perciò spero che sempre più turisti italiani scoprano la Belarus. La possibilità di aumentare il periodo di durata del soggiorno in esenzione del visto è molto importante, perché 5 giorni sono un po’ pochi per i turisti. Secondo le statistiche italiane, nel 2017 la Belarus è stata visitata da 10.000 italiani. Una cifra che pone l’Italia al 3° posto come Paese di provenienza di turisti. Nonostante il fatto che la Belarus non sia un paese molto conosciuto, molti italiani prendono la decisione di venire qui. Molti di loro sono genitori dei bambini adottati o amici delle famiglie bielorusse i cui figli andavano in Italia. Vogliono conoscere il Paese di origine del bambino bielorusso. Mi è stato detto che il nostro ex Ministro del Lavoro l’anno scorso è venuto in Belarus in visita privata per essere presente in qualità di testimone al matrimonio del bambino il quale - anni prima - veniva presso la sua famiglia per risanamento. Naturalmente, tali legami contribuiscono alla promozione della Belarus. Dico sempre anche che il calcio può avere un ruolo importante. Ora è in corso il Mondiale ed un Paese così piccolo come Croazia è riuscito ad arrivare in finale, ciò influenzerà positivamente l’immagine del Paese e attirerà turisti. Ricordo che negli anni ’90, dopo la proclamazione dell’indipendenza, ad esempio, nessuno conosceva l’Ucraina, tutti pensavano che fosse parte della Russia. Ma quando il famoso calciatore ucraino Andrei Shevchenko ha iniziato a giocare al Milan, in un certo senso è diventato un Ambasciatore dell’Ucraina in Italia. E così tutti hanno imparato che l’Ucraina non è la Russia e si sono incuriositi per il Paese.
D. Dobbiamo mandare qualcuno dei calciatori bielorussi a giocare per il Milan…
R. Ora, ecco, Maradona viene a Brest. Speriamo che - anche grazie al suo arrivo - il calcio bielorusso migliori qualitativamente e sorga una grande stella che attiri l’attenzione sul calcio bielorusso. Il calcio è uno strumento pubblicitario molto potente ed a volte è più importante della politica, dell’economia e di molte altre questioni.
D. Ha detto che ha già visitato diverse città della Belarus. A Suo parere, quanto sono pronte le infrastrutture perché più stranieri vengano in Belarus?
R. Cosa vuole il turista? Sicurezza, alberghi puliti, strade buone e qualcuno che parla la sua lingua o l’inglese. La Belarus su molti punti si trova già molto avanti. Come turista, e non come Ambasciatore, voglio dire che ho un’opinione molto positiva su questi aspetti in Belarus. Durante i miei viaggi nel paese tutte le persone che incontravo cercavano di aiutarmi. Ma io parlo un po’ il russo, questo, ovviamente, mi aiuta. Per un turista che non parla russo, può essere difficile. Ma anche in Italia, se non parli l’italiano, ci possono essere delle difficoltà. La verità è che non ci sono paesi ideali. Se la persona è curiosa e vuole conoscere una nuova realtà, allora la Belarus può essere un’ottima destinazione, soprattutto se si ama la campagna, la tranquillità, il buon cibo e la generosità della gente". (aise)