TUNISI: “AGORA-PAESAGGIO MEDITERRANEO” AL FESTIVAL 24H NON STOP DI TEATRO DI EL KEF

TUNISI\ aise\ - Cosa può dirci il corpo sull'identità culturale del Mediterraneo? Cosa ci raccontano gli spazi del collettivo: la piazza, il mercato, il porto, i luoghi della religione, la spiaggia? È possibile rintracciare oggi quelle che sono alcune delle caratteristiche di ciò che accomuna le genti del Mare Nostrum, studiando i gesti quotidiani del corpo, le capacità relazionali e i movimenti delle persone negli spazi della città?
Partendo da queste domande il regista e coreografo italiano Matteo Marziano Graziano, con il suo collettivo artistico berlinese CASA * MARZIANO, ha concepito il progetto "Agora - Paesaggio Mediterraneo", che partecipa da oggi, su invito dell'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, alla 17ma edizione del "Festival 24 Ore non stop di Teatro del Kef".
Agora è un'esplorazione nomadica delle pluralità di identità e luoghi del Mediterraneo, con l'intenzione di rintracciare delle risposte alle domande di cui sopra.
Agora trova la sua collocazione ideale proprio in un festival come quello del Kef, dedicato ad artisti, creativi e spettatori del Sud Europa, Nord Africa e Medio Oriente.
In questa versione dello spettacolo Graziano, che si avvale della collaborazione del film maker francese Alex Forge, propone pratiche di performance e movimento in spazio pubblico, anche con l'ausilio sia di smartphone che di camere professionali.
Le quattro giornate di workshop e riprese video nella cittadella di Le Kef, con una performance finale il 26 marzo, saranno il punto di inizio di un percorso a tappe che guarda al corpo per ricostruire e ritrovare le fila di una storia che in qualche modo ci accomuna.
Il workshop è stato ideato per offrire ai partecipanti la possibilità di intervenire negli spazi pubblici tipici del Mediterraneo attraverso il corpo, il movimento ed il gesto. Agora, sottolinea Graziano, "non è solo un progetto artistico, ma è mosso anche da una volontà politica di superare divisioni e barriere culturali per poter rincontrare una parte di noi, questo nostro essere gente del Mediterraneo". (aise)