CON ITALSIMPATIA, SORRETTI DA UNA FEDE – di Sante Cervellin

BUENOS AIRES\ aise\ - “Con questa premessa, Ital simpatia e valori, vogliamo presentare qual é stato il filo conduttore del nostro Giornale in questi 62 anni di presenza attiva in seno alla collettività italiana e italo-argentina, residente in questo territorio sud americano”. Così Sante Cervellin apre il nuovo numero della “Voce d’Italia”, mensile degli scalabriniani in Argentina, che dirige a Buenos Aires.
“Nell'ormai lontano 1957, un sacerdote della comunitá dei padri scalabriniani, che in quel tempo si dedicavano esclusivamente ai connazionali in una ventina di stati nel mondo, si propose di raggiungere un numero piú esteso di famiglie di emigranti con un bollettino di 8 pagine; lo battezzó con il titolo di “Campane nostre” perché alcuni mesi prima di raggiungere l'Argentina era stato in Francia e precisamente a Chambery dove si editava un foglietto analogo con un nome similare.
I missionari per gli emigranti, quelli fondati dallo Scalabrini erano giunti in Argentina giá nel lontanissimo 1890 e si erano stabiliti nella zona di Entre Rios e precisamente nella Colonia Agricola di Gualeguay; non potevano avvicinarsi a Buenos Aires perché gli italiani, nella capitale, erano assistiti dal 1875 dai Sacerdoti di Don Bosco.
Dopo una quindicina di anni, l'assistenza spirituale e sociale agli emigranti italiani fu interrotta perché le tre persone che erano state inviate per assistere gli emigranti, uno, che era anche maestro di scuola, cadde da cavallo e morì, il secondo, sacerdote, lasció gli abiti e il terzo, nel 1906, fece ritorno in Italia.
Cosí stavano le cose in quel momento; si dovette attendere il ritorno degli Scalabriniani fino al 1940, quando 3 Sacerdoti e un fratello laico vennero dal Brasile in Argentina, giacché l'Italia era in guerra.
Ritornando all'anniversario del nostro giornale, diremo che é iniziato come un foglietto che si editava mensilmente, distribuito o portato a mano nelle famiglie.
Se adesso spingete lo sguardo un po’ più in alto, nonostante siano passati oltre 6o anni, si legge uno slogan attribuito allo stesso fondatore: “portare ovunque sia un italiano emigrato il conforto della fede e il sorriso della Patria”. In questo programma di lavoro si sottolineano le due componenti che si sono sempre ripetute in tutti i numeri editati sia come Campane Nostre, per due anni, come in ogni emissione di “Voce d’Italia”: Fede e Patria, o Patria e Fede.
Con il passare degli anni la Congregazione Scalabriniana é andata aprendosi alle varie emigrazioni per cui oggi fanno parte dei Missionari per gli Emigranti, Sacerdoti del Brasile, degli Stati Uniti, del Messico, della Colombia, delle Filippine, del Vietnam, dell'Indonesia, del Portogallo per citare i piú numerosi. E questo programma, basato sulle due componenti, Fede e Patria, oggi viene coniugato come: Portare ovunque sia un emigrato Colombiano, Vietnamita, Indonesiano, Africano...........il conforto della Fede e il Sorriso della Patria Lontana.
Ritornando ora alla ricorrenza che stiamo celebrando, in questi oltre 60 anni, le cose non sono state sempre facili perché “Voce d’Italia” ha dovuto inserirsi nella molteplicitá di giornali che un tempo pullulavano sia nella capitale come nelle cittá principali dell'Argentina. Ha avuto la fortuna di contare principalmente, anche se non esclusivamente, su due buone firme: P. Luciano Baggio, all'inizio e Padre Giuseppe Tomasi”. (aise)