FRANCESCO: CERCATE LE COSE CHE HANNO UN VERO VALORE

ROMA\ aise\ - I cattolici non devono vivere “estraniandosi” dalla realtà, ma cercando “le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo”. Così Papa Francesco che, nell’Angelus di ieri recitato insieme ai fedeli riuniti a San Pietro, ha commentato la pagina del vangelo di Luca su Gesù interpellato su questioni di eredità.
“Il Vangelo di oggi – ha esordito il Santo Padre – si apre con la scena di un tale che si alza tra la folla e chiede a Gesù di dirimere una questione giuridica circa l’eredità di famiglia. Ma Egli nella risposta non affronta la questione, ed esorta a rimanere lontano dalla cupidigia, cioè dall’avidità di possedere. Per distogliere i suoi ascoltatori da questa ricerca affannosa della ricchezza, Gesù racconta la parabola del ricco stolto, che crede di essere felice perché ha avuto la fortuna di una annata eccezionale e si sente sicuro per i beni accumulati. Sarà bello che oggi voi la leggiate; è nel capitolo dodicesimo di San Luca, versetto 13. È una bella parabola che ci insegna tanto. Il racconto entra nel vivo quando emerge la contrapposizione tra quanto il ricco progetta per se stesso e quanto invece Dio gli prospetta”.
“Il ricco – ha spiegato il Papa – mette davanti alla sua anima, cioè a se stesso, tre considerazioni: i molti beni ammassati, i molti anni che questi beni sembrano assicurargli e terzo, la tranquillità e il benessere sfrenato. Ma la parola che Dio gli rivolge annulla questi suoi progetti. Invece dei “molti anni”, Dio indica l’immediatezza di “questa notte; stanotte morirai”; al posto del “godimento della vita” Gli presenta il “rendere la vita; renderai la vita a Dio”, con il conseguente giudizio. Per quanto riguarda la realtà dei molti beni accumulati su cui il ricco doveva fondare tutto, essa viene ricoperta dal sarcasmo della domanda: “E quello che ha preparato, di chi sarà?”. Pensiamo alle lotte per le eredità; tante lotte di famiglia. E tanta gente, tutti sappiamo qualche storia, che all’ora della morte incomincia a venire: i nipoti, i nipotini vengono a vedere: “Ma cosa tocca a me?”, e portano via tutto. È in questa contrapposizione – ha sottolineato Francesco – che si giustifica l’appellativo di “stolto” - perché pensa a cose che lui crede essere concrete ma sono una fantasia - con cui Dio si rivolge a quest’uomo. Egli è stolto perché nella prassi ha rinnegato Dio, non ha fatto i conti con Lui”.
“La conclusione della parabola, formulata dall’evangelista, è di singolare efficacia: “Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”. È un ammonimento – ha osservato Papa Francesco – che rivela l’orizzonte verso cui tutti noi siamo chiamati a guardare. I beni materiali – ha chiarito il Papa – sono necessari – sono beni! -, ma sono un mezzo per vivere onestamente e nella condivisone con i più bisognosi. Gesù oggi ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli. Ce lo ricorda anche San Paolo nell’odierna seconda lettura. Dice così: “Cercate le cose di lassù. … rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra”. Questo – si capisce - non vuol dire estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo”.
“Si tratta – ha aggiunto – di tendere ad una vita realizzata non secondo lo stile mondano, bensì secondo lo stile evangelico: amare Dio con tutto il nostro essere, e amare il prossimo come lo ha amato Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé. La cupidigia dei beni, la voglia di avere beni, non sazia il cuore, anzi provoca di più fame! La cupidigia è come quelle buone caramelle: tu ne prendi una e dice: “Ah! Che buona”, e poi prendi l’altra; e una tira l’altra. Così è la cupidigia: non si sazia mai. State attenti! L’amore così inteso e vissuto è la fonte della vera felicità, mentre la ricerca smisurata dei beni materiali e delle ricchezze è spesso sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre. Tante guerre incominciano per la cupidigia”.
“La Vergine Maria – ha concluso – ci aiuti a non lasciarci affascinare dalle sicurezze che passano, ma ad essere ogni giorno credibili testimoni dei valori eterni del Vangelo”. (aise)