“HEROIDES” IN SCENA A TIRANA PER LA SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO

TIRANA\ aise\ - Nell’ambito della XIX Settimana della Lingua Italiana nel mondo, dedicata quest’anno a “L’italiano sul palcoscenico”, domani, 31 ottobre, al teatro Metropol di Tirana andrà in scena “Heroides. Lettere di eroine del mito dall’antichità al presente” di Ovidio, portato in Albania dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con Teatro Koreja di Lecce e il Teatro Metropol.
Diretto da Elena Bucci, che ne ha curato anche l’elaborazione drammaturgica, lo spettacolo inizierà alle 19.00. Sul palco Giorgia Cocozza, Alessandra De Luca, Angela De Gaetano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta e Andjelka Vulic.
Ovidio immagina le eroine del mito intente a scrivere una lettera ai loro uomini, narrando di amore, abbandoni, tradimenti. Per la prima volta nella storia della letteratura siamo di fronte ad un romanzo epistolare dove le donne indirizzano il loro messaggio al silenzio e all'assenza dell'altro.
La voce del poeta si intreccia alla loro per raccontare l'intero mito, ma anche per rivolgere una luce speciale e spesso ironica sul destino delle donne, sulle loro ingiuste sofferenze, sulle loro qualità spesso ignorate, disilluse, sprecate. Lo fa con l'ironia dell'intelligenza e della creazione, la stessa che ha sorretto molte donne nel loro cammino, la stessa che fa degli artisti creature senza sesso e identità, votate a creare e a reinterpretare le storie e i personaggi più diversi senza giudicare, ma cercando di comprendere.
Seguendo il luminoso esempio di Ovidio che si fa medium di un coro spesso ammutolito dalla storia, diamo voce e corpo ad alcune eroine del mito, più o meno famose come Fillide, Enone, Arianna, Canace, Fedra e Medea. Sono ironiche e tragiche allo stesso tempo, proprio come è la vita, sono le nutrici, le corifee, le amiche, le sorelle, le madri, le nonne, le zie e commentano, partecipano, cadono in contraddizione, giudicano, si ricredono, si commuovono, cambiano. Un'opera in musica, che ritrova canti antichi che risvegliano la sensazione del legame con la terra dove si nasce per allargare, poi, lo sguardo al mondo intero. (aise)