IL MERCOSUR E L’UNIONE EUROPEA - di Nico Rossini

SAN PAOLO\ aise\ - “Dopo 20 anni di negoziati, il Mercosur e l’Unione europea hanno finalmente raggiunto l’atteso accordo di libero scambio, annunciato il 28 giugno. È un momento storico, in quanti si tratta del più grande trattato di liberalizzazione commerciale mai concluso della creazione del Mercosur, nel 1991. I numeri richiamano l’attenzione e danni un’idea delle opportunità che si aprono, in un mercato di consumo che conta più di 730 milioni di persone e un PIL di 21,2 trilioni di dollari”. A scriverne è Nico Rossini, presidente dell’ITALCAM di San Paolo, sulle pagine di “Affari”, rivista della Camera diretta da Marcelo Couto.
“Il prossimo passo sarà l’attesa ratifica dell’accordo da parte dei parlamenti dei paesi sudamericani (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) e del Parlamento Europeo. Nel caso del Brasile, il governo stima che per l’economia brasiliana il trattato genererà un aumento di 87,5 miliardi di dollari (equivalenti a 336 miliardi di reais) in 15 anni. Oltre agli scambi commerciali, l’accordo dovrebbe stimolare nuovi investimenti diretti nel paese e facilitare l’accesso alle innovazioni tecnologiche provenienti dall’Europa.
Per quanto riguarda il commercio, il trattato ha il potenziale per incrementare le vendite dei prodotti agroalimentari del Mercosur e dei beni industrializzati europei. In occasione dell’annuncio dell’accordo, la FecomercioSP (Federazione per il Commercio dei Beni, Servizi e Turismo dello Stato di San Paolo) ha sottolineato che, oltre a conferire maggiore competitività all’economia brasiliana garantendo l’accesso a prodotti e servizi con tecnologie all’avanguardia, l’accordo aiuterà a ridurre le barriere e facilitare l’inserimento del Brasile nelle filiere produttive globali.
A seguito dell’accordo i prodotti agricoli brasiliani saranno a dazio zero, anche se sono previste delle quote speciali per i prodotti sensibili. Da sottolineare anche i benefici derivanti dall’eliminazione dei dazi sulle esportazioni brasiliane di prodotti industrializzati e dal riconoscimento di prodotti differenziati, come la cachaça, i formaggi, il vino e il caffè, nonché delle opportunità create nel settore dei servizi. Un’altra preziosa nicchia menzionata dalla Fecomercio è rappresentata dalle gare pubbliche d’appalto, stimate a 1,6 trilioni di dollari nell’UE. Analogamente, gli europei potranno partecipare alle gare d’appalto brasiliane, aumentando la competitività attraverso la riduzione dei costi e lo stimolo ai guadagni di qualità.
Anche la Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo - Fiesp ha celebrato l’approvazione dell’accordo, dichiarando che il governo brasiliano ha ora un obbligo ancora maggiore di ridurre il cosiddetto “Costo del Brasile”, in modo che le aziende possano competere alla pari con le aziende europee. Di fatto, questo è un aspetto importante che dovrebbe essere esaminato molto attentamente. Lo sforzo per migliorare le infrastrutture nazionali, già ampiamente dibattuto, sta acquisendo maggiore rilevanza in considerazione della necessità di prepararsi alle opportunità future.
Speriamo tuti che l’approvazione dell’accordo proceda rapidamente. Nel caso del Brasile, spero che questo sia un altro incentivo per il paese a fare la sua parte, attuando riforme necessarie e fondamentali per riprendere il suo programma di sviluppo nei prossimi anni. Nel contesto delle relazioni Brasile-Italia, per la semplificazione introdotto e per i tradizionali legami storici e culturali, scommettiamo in particolare su un avvicinamento ancora più forte tra i paesi. Abbiamo economie e opportunità complementari che si stanno aprendo o espandendo.
Seguiremo da vicino i prossimi passi e continueremo a sostenere, come abbiamo sempre fatto, gli sforzi per attuare questo accordo coraggioso, atteso e prezioso”. (aise)