JOE CACCHIONE: RIDIAMOCI SU! – di Vittorio Giordano

PADOVA\ aise\ - “Da 30 anni racconta pregi e difetti degli italocanadesi con una comicità esilarante e un umorismo di pirandelliana memoria ma inducendo alla riflessione. Parodie e caricature sui luoghi comuni dell’immigrazione italiana, per sfatarli e sdrammatizzarli, con ironia e autoironia. E con un grande cuore, visto che i profitti degli spettacoli sono spesso devoluti in beneficenza. È la “poetica” di Joe Cacchione, artista italo-canadese nato a Roma, ma originario di Casacalenda (CB), e dall’età di 8 anni a Montréal”. Ne scrive Vittorio Giordano, caporedattore del “Cittadino canadese”, che firma questo articolo per “il Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero”.
“Da tre decenni riempie i teatri di Canada, Stati Uniti, Italia, Francia, Venezuela e Cuba. Laureato in Economia e commercio, professore di matematica, di giorno Joe Cacchione è preside di un istituto professionale, mentre di sera veste i panni del suo “alter ego”: un one-man-show che, con un marcato accento italiano, si imbatte in una serie di malintesi surreali.
E pensare che Cacchione ha scoperto il suo talento per necessità: “Ho cominciato con spettacoli di magia per pagarmi gli studi”, ci confida. Per anni si esibisce in occasioni speciali come battesimi, matrimoni e compleanni. Fino a diventare il famoso e acclamato preside-cabarettista di oggi, con 30 anni di comicità, culminati lo scorso dicembre nello spettacolo dal titolo “30 ans de carrière, 100% franzè!” al Centro Leonardo Da Vinci di Montréal, dove ha riscosso un successo clamoroso con sei repliche e oltre 3 mila spettatori.
Il suo primo show, “Che cacchio n’è”, risale al 2001. Nel 2002 è la volta di “Abbraccimi u can’”. Ma è nel 2003, con “Evviva la Suocera” che riscuote il successo del grande pubblico. Nel 2005 Cacchione supera se stesso con “Mannaggiamerica”.
“Ho messo in scena l’immigrazione italiana – dice –, il mio cavallo di battaglia”. Dopo “Tira a campà” del 2007 e “Ridi che ti passa” del 2009, nel 2011 torna alla ribalta con “I speak English second language” che dedica al papà scomparso da poco. Nel 2014 “Je parle franzé comme si niente fosse” è per la madre, che lo lascerà proprio quell’anno: “qui parlo dell’italiano orgoglioso delle sue origini. Perché rappresentiamo una cultura millenaria, molto più forte degli stereotipi”.
Nel 2016 è la volta di “Joe Cacchione and friends”, e nel 2017 di “Joe Cacchione and new friends”. Fino all’ultimo spettacolo: “in “30 ans de carrière, 100% franzè!”, parlo della nostra forza e della nostra grandezza”.
Mettendo alla berlina abitudini e modi di fare degli italiani all’estero, Cacchione ne esalta la bellezza, l’autenticità e l’originalità. “La mia non è solo comicità: voglio raccontare la complessità della nostra identità, senza mai scadere nello scherno e senza mai dare giudizi definitivi”. Cacchione smaschera le nostre ossessioni, manie ed esagerazioni, ridendoci su. La sua forza è tutta qui: ridicolizzare i guai della vita. Perché, in fondo, “ridere fa bene alla salute!””. (aise)