L’ASSOCIAZIONE INCONTRA

ROMA – focus/ aise - “Don Luigi Ciotti: una vita in lotta contro mafia, povertà e disuguaglianze”. Questo il titolo dell’incontro che si è tenuto venerdì 5 aprile presso la Biblioteca Publica Minicipal Eugenio Trias, a Madrid. A organizzare è stata l’Associazione Culturale Italia Altrove.
A dialogare con Don Luigi Ciotti, il professor Jesús Palomo Martinez (Professore Titolare di Economia Aziendale dell’Università Rey Juan Carlos e Vicepresidente di FIADYS, Fundación para la Investigación Aplicada en Delincuencia y Seguridad) e il giornalista Jesús Bastante (capo redattore di Religión Digital e collaboratore di eldiario.es e altre testate giornalistiche). Si è parlato di antimafia sociale e lotta alle disuguaglianze. Luigi Ciotti, sempre in prima linea nella difesa dei più deboli, nasce nel 1945 a Pieve di Cadore (BL). Emigra con la famiglia a Torino negli anni 50, dove fonda nel 1965 il Gruppo Abele, un’associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale attraverso un impegno che unisce cultura e accoglienza, educazione e proposta politica. Dopo gli studi nel Seminario di Rivoli, è stato ordinato sacerdote nel 1972 da Padre Michele Pellegrino, che gli assegna come parrocchia “la strada”, luogo di povertà e fragilità.
Con il Gruppo Abele, in quasi cinquant’anni, ha costruito opportunità e progetti per le persone tossicodipendenti, per ragazze che si prostituivano, malati di HIV, immigrati e persone a rischio di esclusione sociale. A questo impegno si unisce quello nel campo della ricerca, informazione e formazione attraverso di un centro studi, una casa editrice, due riviste e corsi di formazione rivolti a giovani, lavoratori del terzo settore e famiglie. Convinto dell’importanza del “noi”, don Luigi ha contribuito a promuovere una rete di lavoro sociale. Tra le varie iniziative risalta il Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (CNCA), o la Lega italiana per la lotta all’Aids (LILA). Negli anni 90, amplia il suo raggio di azione alla lotta alla mafia, contribuendo alla creazione del mensile "Narcomafie" e, nel 1995, creando Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Con Libera, don Ciotti vuole promuovere una trasformazione culturale, sociale e etica con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione di qualsiasi pratica illegale e ingiusta. Nel 1995 comincia una raccolta di firme per chiedere una legge per l’uso sociale dei beni sequestrati alle organizzazioni mafiose. Dopo essere arrivato a più di un milione di firme, l’iniziativa popolare si converte in una legge (1996). Ventitré anni dopo, sono già 720 i soggetti (associazioni e cooperative sociali) che si occupano della gestione di tali beni. Libera è una entità che coordina una rete di più di 1.600 associazioni e gruppi che promuovono attività in scuole e università, producono materiali divulgativi, offrono appoggio ai familiari delle vittime, e danno lavoro utilizzando i beni sequestrati alle mafie attraverso il circuito “Libera Terra”. Libera negli anni si è guadagnata una dimensione internazionale facendo rete con altre realtà quali Flare – Freedom, legality and rights in Europe e ALAS – America Latina Alternativa Social. Nel 2019 don Ciotti affronta un tema attuale e sulla bocca di tutti pubblicando “Lettera a un razzista del terzo millennio” – una lettera su immigrazione, accoglienza e razzismo.
Sempre venerdì scorso, il regista Piero Cannizzaro è stato ospite, a Parigi, di Acli e Anpi. Il regista, infatti, ha partecipato alla proiezione di “Ossigeno”, “una storia di furti, carcere, evasioni, poesia, riscatto, rinascita. Il film – annotano Acli e Anpi – pone vari interrogativi etici sull'uso della violenza in carcere e di molte contraddizioni scaturite dalla lotta armata in Italia, ma soprattutto su come attraverso un lavoro interiore di consapevolezza di sé, si possa rinascere a nuova vita. I due temi principali affrontati nell’opera del regista Piero Cannizzaro, carcere e lotta armata degli anni 70/80, sono di estrema attualità, soprattutto il secondo, tornato alla ribalta dopo l’estradizione in Italia di Cesare Battisti”.
Il film è la storia di Agrippino Costa, pittore, poeta, ladro e militante dei NAP e delle BR, morto nel 2017. Dopo vent’anni trascorsi tra carcere e manicomi criminali, Agrippino Costa aveva gradualmente trasformato la sua vita, mettendo su una numerosa famiglia insieme alla moglie Lucia e coltivando la sua passione da artista e poeta. Dario Fo e Franca Rame lo vollero con loro nello spettacolo “Morte accidentale di un anarchico”.
La serata - con proiezione del docufilm ed incontro con il resista - è organizzata da ANPI e ACLI di Parigi, insieme a Latérale e la rivista italiana diffusa in Francia “Focus IN”, ad un anno dalla presentazione fatta, sempre a Parigi presso la Maison d’Italie, dallo scrittore Erri De Luca. (focus\ aise)