STRATEGIA PER LA PROTEZIONE SOCIALE PER RIFUGIATI E MIGRANTI: SECONDO VOLUME DI “VERSO UNA MIGRAZIONE SOSTENIBILE”

ROMA\ aise\ - “Verso una migrazione sostenibile” è il secondo volume di approfondimento relativo alla strategia per la protezione sociale per rifugiati e migranti di paesi a basso e medio reddito, realizzato da ICID (Italian Centre for International Development per la Cooperazione allo Sviluppo - Università di Tor Vergata) con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il volume affronta, in particolare, la sfida che molti Paesi all’interno o vicini ad aree di crisi devono fronteggiare per provvedere alle necessità di un grande numero di rifugiati per un lungo periodo di tempo. Il rapporto analizza le caratteristiche ed i problemi relativi ai diversi interventi di protezione sociale, discute i canali di erogazione ed i loro meriti relativi e brevemente, i canali di finanziamento disponibili.
“Recentemente, il mondo è stato testimone di ampi spostamenti di migranti e rifugiati ed il numero di migranti internazionali ha raggiunto il massimo storico - recita l’introduzione al rapporto -. È necessario adottare strategie volte a realizzare una migrazione “sostenibile”, che sia vantaggiosa per i paesi di destinazione, di transito e di origine e che ne riduca al minimo i costi economici e sociali”.
“In questo rapporto - continua - ci concentriamo sulle sfide che i paesi a basso e medio reddito affrontano nella gestione di grandi flussi di rifugiati e migranti e, in particolare, sugli interventi che possono sostenere i loro sforzi per fornire ai rifugiati accesso alle diverse forme di protezione sociale. Una parte sostanziale dell’enorme crescita del numero di rifugiati è dovuta alla crisi siriana, tuttavia anche molte altre crisi sviluppatesi, perdurando, contribuiscono ad incrementare il numero dei rifugiati. La maggior parte dei rifugiati è ospitata in paesi a basso e medio reddito e, il protrarsi delle crisi fa sì che, i rifugiati spesso non facciano rientro nel paese d’origine in tempi brevi. I paesi ospitanti, quindi, devono fronteggiare la sfida di provvedere alle necessità di un grande numero di rifugiati per un lungo periodo di tempo”.
“La protezione sociale - sottolinea - è un diritto umano fondamentale sancito da leggi internazionali e recentemente riaffermato nella Dichiarazione di New York. È essenziale, non solo per la sopravvivenza ed il benessere dei rifugiati e dei migranti ma, data la durata della permanenza nel paese ospitante, anche per la loro inclusione nella società e nell’economia ospitante. Inoltre, contribuendo a migliorarne le condizioni di vita, l’accesso alla protezione sociale nei paesi di accoglienza e di transito riduce gli incentivi per i rifugiati a spostarsi ulteriormente. In questo rapporto la definizione di protezione sociale, in conformità con gli standard e le convenzioni internazionali, include l’accesso ai servizi di base (quali accoglienza, istruzione e salute) nonché interventi di sviluppo volti a promuovere l’autosufficienza dei rifugiati ed a favorire la loro integrazione nell’economia ospitante, come, tra gli altri, politiche di sussistenza, politiche attive del mercato del lavoro (ALMP) e altre politiche similari. In particolare, si propone di esaminare l’approccio umanitario e di sviluppo all’erogazione di protezione sociale, sottolineando che essi non devono essere considerati alternativi ma complementari, soprattutto in un’ottica di medio e lungo periodo. In quest’ottica, particolare attenzione è rivolta all’integrazione con le comunità ospitanti. Il rapporto analizza anche le caratteristiche ed i problemi relativi ai diversi interventi di protezione sociale, discute i canali di erogazione ed i loro meriti relativi e brevemente, i canali di finanziamento disponibili”.
“Analizza poi - conclude l’introduzione - in maniera più dettagliata la situazione di un sottoinsieme di paesi a basso e medio reddito che ospitano la maggior parte dei rifugiati: Etiopia, Giordania, Libano, Sudan e Turchia. Questi paesi sono prioritari per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), con l’eccezione della Turchia, e costituiscono l’insieme dei paesi più colpiti dai grandi flussi di rifugiati. Il riferimento alle esperienze e agli approcci adottati in paesi diversi da quelli qui considerati sarà comunque discusso ogni qualvolta rilevante”. (aise)