IL CENTRO ALTREITALIE PRESENTA LA NUOVA RICERCA “IL MONDO SI ALLONTANA? IL COVID-19 E LE NUOVE MIGRAZIONI ITALIANE”

TORINO\ aise\ - Si terrà domani, venerdì 20 novembre, la presentazione dell'ultima ricerca realizzata dal Centro Altreitalie e raccolta nel volume “Il mondo si allontana? Il COVID-19 e le nuove migrazioni italiane”, a cura di Maddalena Tirabassi e Alvise Del Pra’, appena pubblicato dalla Accademia University Press, con la prefazione di Piero Bassetti dell'Accademia di Torino.
Alla ricerca hanno partecipato Laura Garavini, Michele Schiavone, Massimo Ungaro, Maria Chiara Prodi, Loredana Polezzi, Edith Pichler, Sandro Rinauro, Riccardo Roba, Marco Fedi, Silvana D’Intino, Fabrizio Venturini, Brunella Rallo, Piero Bassetti.
Volume e ricerca saranno presentati dunque domani, alle ore 9.30, nel corso di una conferenza on line che avrà luogo sulla piattaforma Zoom. Per partecipare occorre inviare una mail a segreteria@altreitalie.it entro la giornata odierna.
La diretta dell'incontro sarà trasmessa anche sulla pagina Facebook di Altreitalie su YouTube.
La presentazione e il coordinamento della conferenza saranno affidati ai due curatori del volume. Interverranno inoltre tutti i partecipanti alla ricerca. I relatori si confronteranno sull’esperienza degli italiani all’estero durante i lockdown nei diversi paesi, con un focus su Europa e Australia, e sul futuro delle nuove mobilità italiane.
“All'esplodere della pandemia a metà marzo ci eravamo chiesti quale impatto avesse sugli italiani, giovani e meno giovani, che avevano trasferito la loro residenza all’estero negli ultimi 15 anni. In particolare, su come sarebbe mutata la mobilità di questa generazione abituata a spostarsi su treni superveloci e voli low cost attraverso i confini europei e globali e quali fossero state le reazioni di fronte a un mondo che, a prima vista, pareva essersi allontanato”, spiega Tirabassi. “Non potendo avere dati sulle conseguenze demografiche del Coronavirus, almeno fino al prossimo anno, abbiamo pensato di svolgere un’inchiesta su una situazione in continuo movimento”.
“La prima fase della ricerca”, continua Tirabassi, “è stata dedicata alle interviste in profondità con i racconti dei primi giorni della pandemia, con le fughe per tornare in Italia, o nella propria sede all’estero, delle quarantene dei “ragazzi confinati in una stanza d’affitto, delle paure per i propri cari in Italia, unite a quelle per la perdita del lavoro”.
Da tutte le interviste è emersa “l’incertezza rispetto alle misure da adottare, senza sapere se seguire le norme anti-contagio italiane” o dei Paesi di residenza. Quanto alla questione lavorativa, “nel complesso i nuovi migranti più integrati economicamente hanno mostrato di affrontare bene il lockdown. La grande maggioranza ha continuato a lavorare, chi normalmente (15%), chi in modalità teleworking o smartworking (52%). L’11% ha usufruito di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, o l’aspettativa retribuita. Da tutte le testimonianze emerge che i più colpiti sono stati i lavoratori del settore della ristorazione, a cui probabilmente appartiene quel 6% degli intervistati che ha perso il lavoro, chi è rimasto a casa senza stipendio e molti degli “invisibili”, quelli arrivati negli anni più recenti, di solito non iscritti all’Aire”.
“Naturalmente”, aggiunge Tirabassi, “la situazione cambia da Stato a Stato e, se in Germania o Francia gli italiani paiono esser soddisfatti della reazione delle istituzioni, in altri Paesi come Regno Unito, USA, ma anche Svezia, si percepisce un maggiore scetticismo, sia per quanto riguarda la tutela del lavoro come per la gestione della salute pubblica”.
“Resta il grande interrogativo sulle cifre delle migrazioni italiane in un prossimo futuro che riguarda non tanto questa generazione, cresciuta all’insegna delle libertà di movimento, ma le prossime”, osserva la curatrice della ricerca, “o quantomeno proprio la Next generation che non sappiamo per quanto tempo sarà costretta a studiare e lavorare in remoto”.
Guardando al presente, dalla ricerca di Altreitalie emerge “l'importanza della libertà della scelta migratoria”, che deve “entrare nell’agenda politica” affinché la “mobilità” porti “alla circolarità, alla libera ricerca di conoscenza, di maturare esperienze”. Per Tirabassi è “forse anche il caso di smettere di parlare di fughe, i talenti nel terzo millennio (la generazione Erasmus, i millennials, chiamiamoli come ci pare) di solito non fuggono, ma sicuramente tutti vogliono essere liberi di muoversi come le risposte alla sfida del covid-19 stanno dimostrando. E solo gli Stati che sapranno comprendere l’importanza del superamento delle barriere burocratiche”, conclude, “potranno beneficiare dei risultati”. (aise)