IN RICORDO DI ALBERTO FUSCO

ROMA\ aise\ - Alberto Fusco ha fatto parte dell’Aise. Nei giorni scorsi ha reso l’anima a Dio. E, anche senza vederlo più o meno da un decennio, ne avverto la mancanza. Mi viene strano abituarmi al fatto che non ci sia più. Che non ci saranno più le sue telefonate dal Brasile – “passatemi il direttore, ndo’ sta? -, con le quali spesso annunciava nuove testate da lanciare.
Era un confusionario, mi chiamava con il mio diminutivo, Peppino, e si produceva in un dialetto napoletano che era più voglia di essere ascoltato che blandizia.
Non ricordo più in quanti giornali abbia lavorato e quanti ne abbia a sua volta fondati. Era un moto perpetuo in questo. È passato dai quotidiani italiani, per cui aveva lavorato prima di partire per il Brasile nell’82, ad una serie di periodici italiani all’estero. “Il Corriere” fondato con altri nel 1984; “Il Corriere del Sudamerica” nato nel 1990; “Noi all’estero”, un’idea del 1993; “Sudamerica Oggi” che arriva nel 2009, e
“Il Giorno del Sudamerica”, la sua ultima avventura.
Per ciascuno, al di là del successo che abbiano avuto, Alberto ha dato l’anima. Ed è proprio per questo suo modo di essere che lo ricordo con affetto. (giuseppe della noce\aise)