LA BREXIT È FATTA: LA REGINA HA FIRMATO LA LEGGE SULL’ACCORDO DI RECESSO – di Lena Pavese

BRUXELLES\ aise\ - “Brexit. È finita così, con l’impotente regina che firma una legge e la Gran Bretagna che tra pochi giorni sarà fuori dall’Unione europea. Il voto del Parlamento europeo atteso per la prossima settimana, dopo un passaggio in commissione Costituzionale questa sera (ieri - ndr), è puramente simbolico”. A scriverne è Lena Pavese su “Eunews”, quotidiano online diretto a Bruxelles da Lorenzo Robustelli.
“Lo scriviamo con il cuore spezzato, ma l’Accordo di recesso, firmato tra Londra e Bruxelles oramai oltre un anno fa, dopo un burrascoso iter parlamentare è ora legge, e nulla potrà fermare questa separazione decisa unilateralmente al di là del Canale oramai quasi quattro anni fa, con il referendum del 23 giugno del 2016.
“È crisi costituzionale”, ha lamentato oggi (ieri - ndr) nella Camera dei Comuni il leader del partito scozzese SNP, Ian Blackford, ricordando che i parlamenti di Galles, Irlanda e Scozia, tre delle quattro nazioni costitutive della Gran Bretagna hanno votato “no” a questo accordo, e che per la prima volta nella storia britannica si approva una legge contro la volontà di tutti i tre parlamenti. Ma a Londra l’allarme non fa presa, con i conservatori tronfi per la loro vittoria, i laburisti persi a cercare un leader e una linea, i liberali quasi scomparsi dal panorama parlamentare e una casa reale alle prese con beghe economiche tra parenti.
Blackford ha sostenuto che è crisi anche perché quando la Scozia votò sull’indipendenza il governo centrale assicurò che in caso di sconfitta dei separatisti i cittadini scozzesi “avrebbero goduto di tutti i diritti di cittadini dell’Unione”, e invece ora si ritrovano fuori dall’UE, pur avendo votato contro la separazione.
Gli scozzesi preparano il terreno alla loro battaglia per un secondo referendum, dunque forse il tono può apparire eccessivo, quel che è certo è che la storia della Brexit per i britannici non finisce oggi (o, più precisamente, alle 23 del 31 gennaio), ma contraccolpi anche duri sono da attendersi nei prossimi mesi o anni”. (aise)