Dalla Cina alla Svezia senza dimenticare il suo Trentino: Mondo Trentino intervista Marco Mazzola

TRENTO\ aise\ - Marco Mazzola, roveretano, ha viaggiato in lungo e in largo il pianeta prima di stabilirsi in Svezia. Ha passato molto tempo in Cina, facendo il cuoco e imparando la lingua. Mondo Trentino, ufficio della Provincia Autonoma di Trento impegnato a favore dell’emigrazione, lo ha intervistato. Di seguito l’intervista completa pubblicata sul loro sito.
D. Chi sei e da dove vieni?
R. Ciao a tutti. Mi chiamo Marco e sono roveretano.
D. Qual è il tuo percorso di studi e perché la scelta iniziale di diventare cuoco?
D. Quando ho scelto l’istituto alberghiero, la ragione era che mi è sempre piaciuto cucinare e dare una mano a mamma. Inoltre a quell’epoca non mi piaceva studiare, e non pensavo che un giorno avrei fatto l’università. Avevo tre scelte: l’alberghiero, l’istituto Barelli e l’istituto metalmeccanico.
D. Quali passaggi ti va di raccontare del tuo percorso di vita, formativo e lavorativo?
R. Il terzo anno dell’istituto alberghiero è stato un periodo di cambiamenti, con l’aiuto dei miei genitori e amici vicini, ho capito che sarebbe stato meglio aderire al progetto “ponte” e poi una volta finito l’alberghiero, andare all’IPC e fare il quarto e quinto anno e diplomarmi. Questa scelta fatta la ritroverò molto azzeccata 4 anni dopo.
Appena diplomato all’IPC sono partito per la Cina dove ho lavorato come cuoco. Quel periodo non è stato per nulla semplice, avevo 19 anni, non parlavo benissimo inglese e ancora meno tedesco.
I primi sei mesi sono stati a dir poco un inferno; non capivo nulla e non mi capiva nessuno. Nessuno dei cuochi parlava inglese, l’unico che parlava un inglese perfetto era il general manager e il direttore del F&B. Da lì lo stimolo a imparare il cinese. La prima città dove ho vissuto si chiama Liuzhou, nella regione del Guangxi, sud della Cina. A un’ora di volo da Hong Kong per intenderci, nell’entroterra.
Vivendo in un ambiente con pochi stranieri e solo cinesi ho potuto imparare il cinese ai livelli che ho raggiunto ora, grazie a una totale full immersion nella lingua. Questo anche merito della mia prima amica cinese, lei mi ha aiutato moltissimo.
Dopo un anno mi sono spostato a Shanghai dove ho lavorato per 10 Corso Como di Carla Sozzani, e dopo un anno ho fatto parte del team per aprirne uno nuovo a Pechino. A quel punto facevo il manager del ristorante, non ero più in cucina, dato che volevo imparare qualcosa di nuovo e perfezionare la lingua cinese.
Dopo quasi un anno sono stato assunto all’hotel Ritz-Carlton, e in seguito, il general manager che da qualche mese si era trasferito a Dubai al Waldorf Astoria Hotel, mi ha chiamato per lavorare con lui. Così ho accettato. Era il 2015, l’inquinamento a Pechino era elevato, quindi, con gioia ma anche molta tristezza, ho lasciato la Cina per gli Emirati Arabi Uniti.
L’esperienza è stata deludente e un anno dopo ero già tornato in Cina, all’università Jiao Tong di Shanghai per un corso di laurea quadriennale in Economia in cinese mandarino.
D. Sappiamo che hai vissuto e lavorato per molto tempo in Cina, l’approccio ad una lingua così diversa dev'essere stato impattante, oppure no? È stato difficile imparare il cinese mandarino?
R. Sì, l’approccio a una lingua e anche a una cultura così diversa è stato uno shock, il cosiddetto “culture shock”. Dopo appena qualche mese lì ero già innamorato della lingua, la cultura, i caratteri cinesi, la storia millenaria e i posti bellissimi di cui la Cina è ricca, come anche l’Italia e il nostro amato Trentino.
Per imparare una lingua così diversa, prima di tutto direi che ci vuole la pazienza di ascoltare, ripetere e “copiare” i cinesi, così da imparare la pronuncia perfettamente come loro. Inoltre il coraggio di fare errori, parlare con tutti e non aver paura di sbagliare. Il commettere errori dopo essere stato corretto, mi ricordavo la parola e mi permetteva la pronuncia giusta ancor meglio di averla studiata da un cd o letta su un libro.
Il fatto di vivere e lavorare nel paese straniero aiuta moltissimo a integrarsi e imparare la lingua.
D. Dove ti ha portato il tuo lavoro e l’indole del viaggio?
R. Prima in America durante i miei due anni all’ IPC Don Milani. Poi in Cina durante l’estate dalla quarta e quinta superiore. Negli UAE dopo i primi tre anni in Cina e dopo la laurea all’università Jiao Tong. A Lund in Svezia per un master biennale in Studi Orientali.
D. Dove vivi attualmente?
R. Attualmente vivo a Lund in Svezia; Lund è una cittadina come Trento molto famosa nell’Europa del nord grazie alla prestigiosa università. Si trova a 10 minuti di treno da Malmö e mezz’ora da Copenaghen. Ora studio in un corso di magistrale biennale in studi orientali
D. Come hai vissuto e come stai vivendo la situazione attuale legata al Coronavirus in un paese come la Svezia?
R. Qui ci sono poche restrizioni, la vita è normale. A parte le lezioni che vengono fatte online, tutto il resto, come vedere gli amici, andare al ristorante o in palestra, si può fare.
Naturalmente dovessi prendere un mezzo pubblico o dovessi andare al supermercato durante le ore di punta, indosserei la mascherina. Anche perché, dopo aver vissuto per anni in Cina, sono abituato a portarla. Quando vivevo a Pechino, la portavo tutti i giorni.
D. Come vedi il tuo futuro prossimo appena si potrà sbloccare la situazione Covid-19? Sappiamo che hai in progetto la scrittura di un libro?
R. Si, sto scrivendo un libro in cinese della mia vita e degli anni che ho passato in Cina, con tutte le mie avventure e i posti che ho visitato. Non vedo l’ora di finirlo per poi parlarne coi miei professori dell’università in Cina e poi pensare, magari, a una futura pubblicazione. Oltre a questo progetto, vorrei un giorno lavorare in qualche istituzione europea, svedese o italiana che abbia collaborazioni con la Cina, dato che sta diventando sempre più importante e potente a livello globale e italiano col progetto della “Nuova via della seta” firmato due anni fa tra i due governi.
D. Vuoi lasciare un messaggio a tutta la Community di Mondo Trentino?
R. Vorrei dire a tutti di non lasciarsi scoraggiare da questo periodo difficile. Siamo tutti sulla stessa barca. Ora che si è trovato il vaccino, riusciremo a tornare alla normalità pre-pandemia.
Ultimo pensiero: dopo aver viaggiato tanto per il mondo, e sperando di poter continuare a farlo, resto dell’idea che il nostro Trentino è ancora uno dei posti migliori!
Auguro a tutti voi un futuro migliore; di sorridere di più, di essere contenti e felici ogni secondo, ogni giorno e ogni anno; e che rimaniate sani e forti sempre! Grazie a tutti i lettori e a presto!”. (aise)