IIC: una panoramica

ROMA – focus/ aise - In occasione del Giorno della Memoria 2021, il prossimo 27 gennaio, l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca ha organizzato la visione di “Simchà”, un video-concerto eseguito dal musicista Enrico Fink e dall'Orchestra Multietnica di Arezzo: una tipica festa ebraica tra musica, riti, danze e poesia. Lo spettacolo sarà visibile a partire dal 27 fino al 31 gennaio sul canale Vimeo dell’Istituto.
Enrico Fink è una delle voci principali del mondo ebraico italiano e dallo scorso novembre è presidente della Comunità Ebraica di Firenze. Insieme al nucleo storico dell'Orchestra Multietnica di Arezzo, che da anni racconta l'Italia delle mille culture, delle minoranze e delle differenze, propone in una veste trascinante e coinvolgente i canti italiani per le feste ebraiche. Questi canti raccontano una lunga storia di interazione e scambio con le tradizioni popolari e colte italiane, ma conservano una identità e un carattere unici. Simchà è insieme concerto e conversazione, introduce ad un mondo e ad una storia, passando da poesia liturgica cantata secondo le melodie tradizionali delle sinagoghe d’Italia, a musiche per il matrimonio, dai canti processionali per l'arrivo del corteo nuziale ad antichi poemi rinascimentali entrati nel ricco repertorio della tradizione ebraica italiana.
Con Fink (voce, flauto), ci saranno Mariel Tahiraj (violino), Gianni Micheli (clarinetto e clarinetto basso), Massimo Ferri (chitarra, bouzouki), Luca Baldini (basso) e Massimiliano Dragoni (salterio e percussioni).
Enrico Fink ha intrapreso dal 1996 una carriera eclettica centrata intorno agli studi ebraici, alla musica, al teatro, alla scrittura e alla promozione della diversità culturale. È compositore, cantante e flautista, autore di teatro, studioso di tradizioni ebraiche italiane, organizzatore e direttore artistico di eventi e attività culturali legate alla cultura ebraica.
Attualmente partecipa a un gruppo di studi internazionali sulla musica ebraica in Europa fra il XVI e il XVIII secolo, ed è impegnato in un progetto di trascrizione e analisi del patrimonio musicale delle tradizioni ebraiche italiane.
Nel corso dell’ultimo anno ha compiuto la sua sesta tournée americana, esibendosi in università, teatri e istituzioni ebraiche con un programma relativo alle tradizioni musicali ebraiche italiane. Inoltre ha concluso una tournée teatrale triennale in Italia in cui, nell'ambito di un nuovo spettacolo scritto da Stefano Massini e interpretato da Ottavia Piccolo, ha diretto l'Orchestra Multietnica di Arezzo nell'esecuzione di sue composizioni originali.
La pandemia non ha arrestato il grande dinamismo e lo stacanovismo del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, Paolo Sabbatini, il quale, assieme al suo piccolo ma efficace ed appassionato staff, non manca occasione per valorizzare la storica sede della Rue di Livourne che incarna la cultura italiana nella capitale europea. Una bella sede, peraltro in una via che porta il nome di una città italiana, che avrebbe tuttavia bisogno di maggiore attenzione, soprattutto per il restauro, da parte della Farnesina.
É quello almeno che si augura la numerosa comunità italiana in Belgio, che la considera un po’ la sua casa. Perché sede delle principali manifestazioni culturali, compresa la proiezione di opere d’autore del cinema italiano. E per un Paese come l’Italia, nella capitale europea, quale migliore biglietto da visita e di promozione anche dell’economia nazionale può esserci della cultura?
Paolo Sabbatini, da autentico uomo di cultura e di passione, non poteva permettere alla pandemia di ostacolargli in terra europea la celebrazione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri che, guarda il caso, cade nel ventunesimo anno del ventunesimo secolo dell’era cristiana. E ricordo questo fatto perché i primi versi della Divina Commedia, come noto, sono 21. E sono un compendio di tutta l'opera. Ma anche perché il 21 é un numero magico, 3 volte 7, ed é, ad esempio, quello dei Tarocchi. Dante era un mistico ed appassionato di scienze esoteriche, quindi ha voluto condensare in 21 versi il concetto generale della Divina Commedia, riassumibile in maniera riduttiva nel seguente schema: l'illuminazione dopo un periodo di confusione, attraverso un percorso personale di sacrificio.
Resta solo da chiedersi perché il raffinato Sabbatini (forse per scaramanzia in anno di pandemia?) non abbia scelto il 21 gennaio, ma il 22, cioè oggi, per inaugurare l’anno dantesco a Bruxelles con la mostra “Scrivendo la Divina Commedia” che è il risultato di un grande progetto internazionale che ha personalmente curato e lanciato nel 2016 al Cairo: la trascrizione calligrafica e grafica dei primi 21 versi della Divina Commedia in varie lingue, ad opera di maestri calligrafi di vari Paesi interessati e di appassionati.
Il progetto si avvale della collaborazione con altri Istituti italiani di cultura nel mondo e coinvolge inoltre le istituzioni culturali di altri Paesi.
Negli anni sono state raccolte opere grafiche e calligrafiche, anche composte ex tempore in sessioni speciali in Egitto e in altri Paesi, rigorosamente eseguite a mano, nella tecnica e nello stile più libero e nella dimensione minima di un piccolo foglio da disegno. Tre grandi tradizioni calligrafiche compongono in larga parte la mostra: quella italiana; quella araba e quella cinese.
Queste tre civiltà condividono la passione per la calligrafia come forma di arte, e formano un triangolo equilatero, come le piramidi, che hanno dato a questa mostra, concepita proprio durante il periodo di servizio in Egitto di Sabbatini, un'ulteriore ispirazione esoterica. Un’opera di grandi dimensioni (10 x 2 m) è stata inoltre realizzata a più mani da alcuni artisti di varie nazionalità: si tratta di un dazebao multiculturale - nome scelto in omaggio alla storia cinese - che mescola lingue, tecniche e grafismi diversi.
L’edizione belga della mostra comprende anche calligrafie in neerlandese, francese e inglese e un’opera a tecnica mista con la traduzione in ebraico del primo verso: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, a cura di Ermanno Tedeschi, raffinato mediatore artistico tra varie culture.
“Vista l'importanza del poema di Dante nella storia della letteratura e del pensiero”, ci ha precisato il Direttore Sabbatini, “questo progetto vuole essere un ponte ideale tra le varie culture ma anche una riscoperta dei valori dello spirito, assumendosi come un percorso ideale per l'esperienza umana in generale, al di là delle storie personali”.
Una mostra da non perdere, dunque, e che è possibile a tutti visitare a partire dal 25 gennaio, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 17.00, previa prenotazione all'indirizzo mail: com.iicbruxelles@esteri.it.
Nell'ambito di Barcelona Negra, celebre festival di letteratura noir che, iniziato ieri, proseguirà fino al 31 gennaio, l'Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, in collaborazione con la Casa degli Italiani, propone tre dei massimi autori italiani dei generi poliziesco e noir: Sara Bilotti, Massimo Carlotto e Paolo Roversi.
I tre autori parteciperanno alla serata italiana intitolata "A ciascuno il suo", con una tavola rotonda moderata da Claudia Cucchiarato, il 26 gennaio.
Dalla sede del Teatro Poliorama di Barcellona saranno collegati il Direttore del festival, Carlos Zanon, il Direttore dell'IIC, Lucio Izzo, e la moderatrice, mentre gli autori interverranno in videoconferenza dall'Italia.
Il 28 gennaio, sempre in videoconferenza, Paolo Roversi parteciperà ad un incontro con il Club di lettura italiano di Barcellona organizzato dall'IIC e dalla Casa degli Italiani moderato da Anne Sophie Perdreau.
Grazie alla formula virtuale adottata quest'anno, gli incontri potranno essere seguiti dagli spettatori di tutto il mondo in streaming gratuito ai link disponibili sul sito dell'IIC Barcellona (qui l’incontro del 26 e qui quello del 28 gennaio.
Barcelona Negra, più nota come BCNegra, è un festival letterario dedicato ai generi poliziesco e noir; nato nel 2005 per iniziativa del libraio Paco Camarasa, fondatore e proprietario della librería Negra y Criminal di Barcellona, il festival si celebra ogni anno tra il 30 gennaio e l'8 febbraio.
Nel corso del tempo hanno partecipato alla manifestazione i più celebri scrittori mondiali del settore tra i quali si ricordano Andrea Camilleri, Petros Márkaris, Lorenzo Silva, Roberto Constantini, Dolores Redondo, Andreu Martín, Esteban Navarro, Philip Kerr, Jussi Adler-Olsen, Gauke Andriesse, Peter James, Sophie Hannah, Ben Pastor, Carlos Salem, Rosa Ribas, Victor del Árbol, Juan Miguel Aguilera, Carlos Zanón, Anne Perry, Philip Kerr, Sue Grafton e Alicia Giménez Bartlett.
Massimo Carlotto
Nato a Padova nel 1956, è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore tradotto in Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania e Stati Uniti. All’età di 19 anni viene arrestato e imputato di omicidio. Prima della sentenza, fugge all’estero, in Francia e poi in Messico dove però sarà arrestato e rimpatriato. In carcere si ammala gravemente e a suo favore viene creato il Comitato Internazionale Giustizia per Massimo Carlotto affinché venga rivisto il processo. Nel 1993 è graziato dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e da quel momento inizia per lui una nuova vita: quella dello scrittore di romanzi noir.
Dall’esperienza della sua latitanza nasce il romanzo Il fuggiasco, da cui nel 2003 sarà anche tratto un film. Nello stesso periodo crea il personaggio dell’Alligatore, un detective privato sui generis protagonista di una fortunata saga che comprende diverse pubblicazioni, tra le quali La verità dell’Alligatore (Ed. e/o, 1995) e Il mistero di Mangiabarche (Ed. e/o, 1997). Tra le altre opere ha scritto Nessuna cortesia all’uscita (Premio Dessì 1997), Il maestro di nodi (Premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (Premio Girulà 2008), Nordest con Marco Videtta (Premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (Premio Grinzane noir 2007). Nel 2019 esce La signora del martedì (Ed. e/o) e nel 2020 pubblica il romanzo a fumetti Ballata per un traditore, scritto con Pasquale Ruju e illustrato da Davide Ferracci.
Sara Bilotti è nata a Napoli nel 1971. Appassionata di danza classica, studia lingue e filologia e inizia la sua carriera come traduttrice e ghostwriter.
Nel 2012 pubblica Nella carne (Termidoro Editore), una raccolta di 12 racconti di narrativa erotica e noir. Nel 2015 esce con Einaudi, nella collana Stile Libero, la trilogia di romanzi Il perdono, La colpa e L'oltraggio. Nel 2018 pubblica con Mondadori il suo ultimo romanzo, I giorni dell'ombra. Nelle sue opere l’autrice si sommerge nel lato più cupo dei suoi protagonisti, esplora i loro meandri più oscuri descrivendo i turbamenti dell’anima e il disagio di vivere di personaggi che si ritrovano in un mondo angosciante ma estremamente reale.
La Bilotti ha lavorato anche in TV, sul canale Top Crime, per la trasmissione Donne in Noir. Nel 2021 esce la traduzione in catalano Dies de tempesta (Editorial Alrevés).
Paolo Roversi. Scrittore, giornalista e sceneggiatore, nato a Suzzara (Mantova) nel 1975, vive a Milano. Le sue opere sono state tradotte in Spagna, Germania, Francia, Polonia, Serbia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Stati Uniti.
Autore di numerosi romanzi gialli, scrive anche soggetti per il cinema, per serie TV e spettacoli teatrali. Sette dei suoi romanzi hanno come protagonista Enrico Radeschi, un giornalista hacker, pubblicati tutti da Marsilio, tra cui La mano sinistra del diavolo, vincitore del Premio Camaiore di letteratura gialla nel 2007, la cui traduzione in spagnolo La mano izquierda del diablo è uscita nel 2009 per Ed. Via Magna.
Sempre con Marsilio pubblica nel 2011 il dittico Città rossa: Milano criminale e Solo il tempo di morire (premio Selezione Bancarella 2015 e Premio Garfagnana in giallo 2015) e nel 2013 esce la traduzione in spagnolo Milán criminal per RBA.
Dal suo thriller Addicted, pubblicato da SEM nel 2019, sarà tratto un film e nel 2021 uscirà in lingua spagnola la traduzione Los adictos (Roca Editorial). Pubblica nel 2020 per SEM il suo ultimo romanzo Psychokiller, vincitore del Premio Scerbanenco 2020 dei lettori. (focus\ aise)