La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – “Le chiamiamo “riammissioni informali”. Ma di fatto sono respingimenti di migranti provenienti dalla rotta balcanica. Le persone che l'Italia blocca al confine con la Slovenia sono destinate a tornare in Croazia. Dove subiscono trattamenti indegni delle autorità di polizia locale. Un uso sistematico della violenza che è stato documentato da Amnesty International e dalle inchieste giornalistiche di diverse testate giornalistiche. Tanto che lo stesso Tribunale di Roma ha sancito l’illegittimità dei respingimenti praticati con sempre maggior intensità dalla primavera 2020”. Ad affermarlo è stata in una nota di oggi, 28 gennaio, la Senatrice di Italia Viva eletta in Europa, nonché vicepresidente della Commissione Esteri del Senato, Laura Garavini.
“Non possiamo continuare a essere corresponsabili di una così grave violazione dei diritti umani - ha aggiunto -. Non è degno della nostra democrazia. E non è degno della nostra storia di Paese di emigranti. Sulla questione ho presentato un'interrogazione al Ministero dell'Interno affinché si sospendano i respingimenti al confine orientale. E si sensibilizzi la Slovenia a rispettare l'accordo bilaterale sulla riammissione delle persone alla frontiera”.
Si è celebrata ieri la Giornata della Memoria in ricordo delle vittime della Shoah. Anche il deputato Massimo Ungaro, eletto all’estero di Italia Viva, ha parlato per l’occasione: “milioni di persone perseguitate solo perché diverse, perché nati ebrei, rom, omosessuali o dissidenti politici, tra cui 8000 italiani. A noi, ai nostri figli e ai figli dei loro figli il dovere di non dimenticare, di fare di tutto per evitare nuovi genocidi nel mondo, lottare contro ogni forma di negazione o rimozione della memoria, e lottare contro ogni forma di antisemitismo”.
“Dalla Convenzione internazionale contro i genocidi del 1948 - ha aggiunto l’eletto all’estero - la tragedia si è ripetuta per ben 55 volte mietendo oltre 70 milioni di vittime di tanti popoli diversi, non solo i figli di Israele, ma anche gli armeni, i bosniaci, i ruandesi, i cambogiani, gli yazidi e molti altri. Ci sono ancora oggi popoli a rischio, come gli uiguri dello Xinjiang, rinchiusi a milioni in “campi di lavoro” e i Rohingya in Birmania”. A tal ragione l’eletto all’estero renziano ha ribadito di dover “dare seguito alla Convenzione e tenere alta l’attenzione a livello internazionale, magari istituendo un commissario speciale contro i genocidi nel mondo e chiedendo alla Farnesina o alla Commissione Esteri di redigere un rapporto annuale, come ha proposto questa mattina in audizione alla Camera Gabriele Nissim, Presidente dell’associazione “Gariwo, la foresta dei giusti”. Usando le sue parole “la convenzione è una legge di amore per l’umanità” per la quale il nostro paese si deve spendere in ogni modo e in ogni luogo”.
Anche il deputato del Pd eletto all’estero, Nicola Carè, ha parlato per il Giorno della Memoria, che ricade oggi, 27 gennaio: “Il rischio che si possano di nuovo spalancare le porte di quell'orrore deve essere sempre tenuto presente”.
“La nostra società - ha aggiunto su Twitter - ha gli anticorpi per evitarlo, ma spetta a ciascuno di noi operare nel giusto, per impedire che quel passato possa ritornare. Non dimentichiamo”. (focus\ aise)