Università e alta formazione: l’importanza di fare sistema

ROMA\ aise\ - Nuove strategie per promuovere le università e l’alta formazione italiana all’estero. Di questo hanno parlato Maurizio Tira, delegato della conferenza dei rettori Crui, e Federico Cinquepalmi, dirigente del Ministero dell’Università e della Ricerca, intervenuti oggi pomeriggio ai lavori del primo dei quattro webinar della Conferenza Stato - Regioni - Pa - Cgie aperto dal segretario generale Michele Schiavone.
La Crui, ha ricordato Tira, “riunisce 84 atenei italiani, pubblici e privati”; come delegato alle relazioni internazionali, Tira ha dato conto del lavoro in corso per “la nuova strategia di promozione del sistema universitario all’estero 2021/2027” che ha tra i temi cardine “lo scambio di studenti, con l’indispensabile riconoscimento dei titoli di studio, ma anche, in senso più ampio, l’internazionalizzazione del sistema di ricerca, formazione e cultura”.
“Abbiamo attivato molti contatti con colleghi esteri, soprattutto europei, con aziende e agenzie che all’estero promuovono l’internazionalizzazione delle università e con l’Agenzia Ice per coordinarci con le imprese che fanno ricerca”, ha spiegato Tira.
La Crui è conscia dell’importanza di “fare sistema, anche per le università”; per questo si sta lavorando ad una “entità unica che promuova il sistema universitario all’estero”, puntando non solo sui corsi in inglese ma anche su quelli in italiano. Se ne parlerà a Ca’ Foscari a fine febbraio, ha annunciato Tira: “partiremo dal programma Marco Polo per estendere la riflessione sull’importanza della verifica della conoscenza della lingua italiana sia in ingresso che nel percorso di studio come strumento dell’internazionalizzazione di formazione e ricerca”.
Quanto ai cosiddetti “doppi titoli” o “titoli multipli”, Tira ha ricordato che “esistono da 2 anni le European Universities Alliances, che costruiscono progetti comuni e garantiscono il riconoscimento titoli”. Ad oggi “22 università italiane partecipano ad altrettante alleanze (quella di Torino ne coordina una – ndr) e hanno appunto sollecitato il Mur affinchè si apra una discussione generale sul riconoscimento titoli, per sciogliere alcuni “nodi” prodotti in Italia da una sorta di “gabbia formativa” molto rigida, decisa per riconoscere il valore legale del titolo di studio”. Si è dunque a lavoro ad una “riforma dei saperi” anche per “coinvolgere i giovani soft skills che fanno fatica a trovare spazio nella formazione tradizionale”, sempre “salvaguardando la qualità del sistema formativo italiano”.
Agire insieme, ha sottolineato ancora Tira, serve per “facilitare gli scambi internazionali per tutto il sistema italiano, non solo per le università che se lo possono permettere”. Per questo la Crui “costruire alleanze con la Farnesina, l’Ice e i suoi omologhi all’estero”, ultima in ordine di tempo la “crui” francese con cui i rettori italiani hanno siglato un accordo lo scorso ottobre, “e lavorando ai protocolli di sicurezza con le altre conferenze”. Quanto agli italiani all’estero, ha concluso, “sarà importante continuare questa riflessione in altre sedi per poter favorire la mobilità di ritorno e l’attrattività delle nostre università a connazionali e discendenti che tornano a studiare qui”.
Dirigente del Mur delegato ai programmi di internazionalizzazione, Federico Cinquepalmi ha parlato dello sforzo compiuto dal ministero negli ultimi 4 anni nel “costruire e consolidare reti biunivoche”, cioè adatte sia “ad attrarre gli studenti internazionali e mettere a sistema le competenze per costituire una rete forte di promozione del sistema universitario” ma anche “volano indiretto per le imprese e per promuovere la nostra capacità tecnologica nel mondo”.
Il Mur, insomma, è a lavoro per un “new deal dell’internazionalizzazione”; con la Farnesina, in particolare, si sta lavorando per unire “gli sforzi diplomatici a quelli accademici” così da “rendere funzionali le linee politiche del sistema dell’università e della ricerca”.
Tanti i progetti in fieri: Cinquepalmi cita in particolare quello che coinvolge 5 università italiane in Africa, ma anche l’accordo che il Ministero ha stretto con la Dante Alighieri “per mettere a sistema la rete già esistente dei suoi comitati” per “intercettare l’interesse per l’alta formazione a livello internazionale”. Secondo l’accordo, dunque, “una serie selezionata di Comitati sarà utilizzata non solo per i testi di lingua ma anche per quelli di ammissione alle università”. Un modo per ottimizzare e rendere più semplici le pratiche di iscrizione. Così come più semplice, grazie al web, è diventato seguire lezioni e corsi.
“Stiamo lanciando delle “micro credentials” per quanti, dall’estero, volessero seguire un singolo corso per loro professionalizzante”, ha spiegato concludendo Cinquepalmi. Un sistema che “rende davvero internazionale il nostro sistema perché mette l’offerta formativa italiana sullo stesso piano di quella delle grandi università internazionali”. (m.c.\aise)