Cittadinanza: la protesta del Comites Zurigo

ZURIGO\ aise\ - Una legge “ingiusta e discriminatoria” che va abrogata o profondamente rivista. Questa, in sintesi, la richiesta del Comites di Zurigo che, attraverso il suo presidente Gerardo Petta, ha inviato una istanza al Presidente della Repubblica Mattarella, ai Presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa, al Ministro degli Esteri Tajani, ai Capi Gruppo di tutte le forze politiche in Parlamento, al Cgie e all’Intercomites Svizzera.
Riportiamo di seguito il testo della lettera.
“Illustrissimo Signor Presidente,
Onorevoli Parlamentari, stimati Consiglieri,
con la presente intendiamo esprimere, a nome del Comites di Zurigo, la nostra più ferma opposizione al contenuto dell’articolo 3-bis della Legge 74 del 23 maggio 2025 (già D.L. 36 del 28 marzo 2025), che modifica in modo rilevante la Legge n. 91/1992 sulla cittadinanza italiana.
Secondo la nuova disposizione legislativa, le persone, nate all’estero e titolari di una doppia cittadinanza, non potranno più trasmettere la cittadinanza italiana ai propri figli, salvo che uno dei genitori o dei nonni sia in possesso esclusivo della cittadinanza italiana.
Riteniamo tale norma ingiusta e discriminatoria, in particolare nei confronti degli italiani residenti stabilmente all’estero, soprattutto in Europa, che hanno da sempre mantenuto un forte legame con l’Italia e con le sue istituzioni.
Comprendiamo la volontà di contrastare fenomeni di falsificazione documentale, come purtroppo avvenuto in alcuni Paesi dell’America Latina (in particolare Argentina, Brasile, Venezuela), dove sono emersi numerosi casi di frode legati a false certificazioni rilasciate da comuni italiani per ottenere la cittadinanza iure sanguinis.
Tuttavia, penalizzare indistintamente tutta la platea di italiani all’estero, molti dei quali integrati, onesti e attivamente legati all’Italia, non può essere la soluzione. Limitare la trasmissione della cittadinanza a causa della doppia cittadinanza dei genitori è un atto che colpisce intere generazioni di italiani nati e cresciuti all’estero, senza distinzione tra chi agisce in buona o in mala fede.
Chiediamo pertanto:
- L’abrogazione o la revisione profonda dell’art. 3-bis della Legge 74/2025;
- L’adozione di misure mirate e proporzionate, che colpiscano chi dichiara il falso con conseguenze adeguate, ma tutelino il diritto alla cittadinanza per chi ne ha legittimamente diritto;
- Un dialogo aperto con i rappresentanti degli italiani all’estero (Comites, CGIE, associazioni) prima di approvare leggi che impattano così profondamente la nostra comunità.
Siamo convinti che la cittadinanza italiana non sia solo un atto amministrativo, ma un vincolo di identità, cultura e appartenenza, che deve essere tutelato e trasmesso anche alle generazioni future, specialmente da chi, pur vivendo fuori dai confini, continua ad onorare e sostenere il nostro Paese.
Restiamo a disposizione per un confronto costruttivo e inviamo i nostri più cordiali saluti”. (aise)