I Comites svizzeri sulla cittadinanza: legge punitiva e potenzialmente incostituzionale

LOSANNA\ aise\ - Una legge che “disconosce il valore profondo della cittadinanza come riconoscimento di un’appartenenza culturale, affettiva e storica”. Duro il giudizio dei Comites svizzeri (Basilea, San Gallo, Ginevra, Berna, Losanna, Zurigo e Ticino) sulla nuova legge sulla cittadinanza iure sanguinis.
In una nota dell’Intercomites, firmata dal coordinatore Michele Scala, i Comitati esprimono congiuntamente la loro “ferma opposizione”, in particolare “all’articolo 3-bis della Legge n. 74 del 2025, recentemente approvata dal Parlamento italiano, che introduce gravi limitazioni all’accesso alla cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis) da parte dei cittadini italiani residenti all’estero”.
“Tale norma, adottata in assenza di un reale confronto con le rappresentanze democratiche delle comunità italiane nel mondo, si configura come una misura esclusiva, punitiva e potenzialmente incostituzionale, che rischia di compromettere diritti storicamente riconosciuti e consolidati”, denunciano i Comites Svizzeri.
“La nuova disciplina – prosegue la nota – colpisce in particolare le persone nate da cittadini italiani all’estero, limitando il riconoscimento della cittadinanza nei casi di doppia cittadinanza o in presenza di nuovi requisiti amministrativi e procedurali stringenti. Si tratta di una scelta che non promuove l’inclusione, ma l’esclusione; non rafforza il legame con l’Italia, ma lo indebolisce”.
Secondo i Comites della Svizzera “l’imposizione di vincoli alla cittadinanza per discendenza, senza distinzione né proporzionalità, può configurare una violazione dei principi costituzionali di uguaglianza (art. 3), di solidarietà (art. 2) e di partecipazione democratica (art. 9 e 18). Inoltre, la marginalizzazione delle comunità italiane all’estero nel processo legislativo rappresenta un grave vulnus al ruolo delle istituzioni di rappresentanza, come i Comites e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE)”.
La nuova legge “disconosce il valore profondo della cittadinanza come riconoscimento di un’appartenenza culturale, affettiva e storica. I milioni di italiani e italiane nel mondo che hanno mantenuto vivo il legame con il Paese d’origine non possono essere trattati come cittadini di serie B”. I Comites della Svizzera, conclude la nota, “riaffermano il proprio impegno nella difesa dei diritti civili, culturali e sociali delle collettività italiane residenti all’estero, e nella promozione di una cittadinanza che unisca, non che divida”. (aise)