New York: il Comites porta il tricolore alla Pride Parade

NEW YORK\ aise\ - A sfilare lungo la Fifth Avenue, a New York city, tra colori, musica e rivendicazioni civili, non c’erano solo le bandiere rainbow, ma anche la bandiera italiana, portata con fierezza dai rappresentanti dei Comites del Tristate (New York, New Jersey e Connecticut e Bermuda). Rappresentanti che hanno voluto riaffermare pubblicamente l’impegno degli italiani per i diritti umani e l’inclusione in un momento politico molto teso.
Per il quarto anno consecutivo, dunque, i Comites hanno partecipato alla parata con una delegazione organizzata e compatta in un momento storico in cui i diritti civili non possono mai essere dati per scontati.
Il banner che ha aperto il corteo italiano è stato realizzato dall’artista italo-americano, Marco Gallotta, con la frase “Gli italiani sono nati anche in questo modo”, un chiaro omaggio alla celebre “Born this way” di Lady Gaga. Un messaggio forte, che sottolinea come l’identità LGBTQIA+ sia parte integrante della comunità italiana, ovunque essa si trovi nel mondo.
La presenza italiana non si è limitata ai rappresentanti della società civile. Tra i partecipanti si è distinto l’europarlamentare Stefano Bonaccini, che ha preso parte alla parata dopo aver partecipato ad analoghe iniziative internazionali e aver sostenuto la grande onda arcobaleno che ha invaso pochi giorni fa Budapest. Sui suoi canali social, ha ribadito l’urgenza di continuare a difendere i diritti LGBTQIA+ in Europa e nel mondo, sottolineando come la lotta per l’uguaglianza non conosca confini. “A New York come a Budapest per difendere diritti e libertà” ha scritto l’ex governatore della regione Emilia Romagna.
Anche Enrico Zanon, presidente dei Comites, ha espresso il proprio entusiasmo per la presenza italiana alla manifestazione: “Sfilare sulla Fifth Avenue, in mezzo a milioni di persone che celebrano l’amore e la libertà, è un segnale forte e necessario in questi anni in cui i progressi faticosamente conquistati rischiano di essere messi in discussione”.
Tuttavia, dietro l’euforia e l’energia del Pride, si cela un’altra faccia della realtà: quella della paura. A raccontarlo è Riccardo Costa, membro dei Comites con delega per i diritti LGBTQIA+, che ha denunciato apertamente il clima di tensione vissuto quest’anno da molti partecipanti.
“Negli Stati Uniti – ha spiegato – la situazione si è fatta più incerta. Quest’anno, nel materiale informativo distribuito dagli organizzatori della parade, era incluso un vero e proprio vademecum legale con le istruzioni da seguire nel caso si fosse fermati da un ufficiale dell’immigrazione durante la sfilata. Questo dice molto sul livello di timore e pressione psicologica.”
Costa ha anche rivelato che alcuni italiani non hanno partecipato proprio per paura di ripercussioni sulla propria green card o sullo status migratorio. “Siamo a livelli inaccettabili. Quando una persona rinuncia a manifestare per paura di essere schedato o perseguito, vuol dire che la libertà è sotto attacco”.
Nonostante il clima teso, la presenza italiana ha riscosso grande attenzione da parte dei media internazionali. Le immagini dei Comites che sfilano al ritmo di “Tu vuò fa l’americano” sono state rilanciate da diversi canali televisivi e testate giornalistiche estere, che hanno celebrato la partecipazione italiana come esempio di orgoglio culturale e civile.
Tra cori, sorrisi e bandiere, i Comites del Tristate si è mostrata ancora una volta dalla parte dei diritti, rappresentando non solo chi vive oltre oceano, ma anche chi nel Paese continua a lottare per un’Italia più inclusiva e aperta. “In un’epoca di regressione e polarizzazione, quella bandiera tricolore che sventola tra le strisce arcobaleno di Manhattan assume un significato che va ben oltre la parata: è un gesto di resistenza civile e di solidarietà internazionale”, ha concluso il Comites. (aise)