Le esportazioni dei Distretti del Mezzogiorno nel Report di Intesa Sanpaolo

NAPOLI\ aise\ - Nel 2024 i distretti tradizionali del Mezzogiorno hanno totalizzato quasi 9,9 miliardi di esportazioni a valori correnti, segnando un +0,4% sull’anno precedente, a fronte di un +0,9% medio nazionale. Dopo un primo trimestre in calo (-2,2%), i due trimestri centrali hanno registrato rimbalzi rispettivamente del +3,6% e del +4%, mentre il quarto trimestre ha segnato nuovamente una flessione (-3,2%).
Parallelamente, i poli tecnologici del Mezzogiorno hanno visto una crescita dell’8,9%, nonostante il rallentamento del secondo semestre, culminato nel -9,3% tra ottobre e dicembre. Questo andamento riflette da un lato una domanda internazionale ancora debole e le sfide legate alla lenta ripresa dei consumi delle famiglie, il cui reddito disponibile è stato eroso dall’inflazione del biennio 2022-23, dall’altro la capacità di reazione delle filiere di specializzazione tipiche del territorio di fronte a uno scenario caratterizzato da forte incertezza e volatilità. Complessivamente, le esportazioni del Mezzogiorno hanno beneficiato della resilienza dei comparti agro-alimentare e farmaceutico, capaci di attenuare l’impatto della contrazione subita dalle altre filiere di specializzazione territoriale, penalizzate dalla debolezza della domanda di beni durevoli e semidurevoli. Questo, in sintesi, quanto emerge dall’analisi periodica del Research Department di Intesa Sanpaolo.
“I distretti industriali del Mezzogiorno stanno mostrando una tenuta che, pur in un contesto macroeconomico non semplice, rappresenta un segnale importante di vitalità economica”, commenta Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo. “L’andamento registrato in diverse aree e in determinate filiere conferma che le imprese del Sud sono in grado di reagire alle sfide, puntando su qualità, specializzazione e capacità di innovare. Il nostro impegno è sostenere le aziende meridionali nei loro piani di crescita e di investimento per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale”.
La crescita dei distretti industriali del Mezzogiorno, spiega Alessandra Modenese, Direttrice Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo, “conferma la capacità di adattamento del nostro tessuto produttivo anche in un contesto economico complesso, in cui soprattutto la forza del settore agroalimentare riesce a compensare, almeno in parte, le difficoltà strutturali di alcuni comparti tradizionali. Come banca, continuiamo a credere fortemente nel potenziale di crescita del Sud Italia: siamo al fianco delle imprese con strumenti di sostegno agli investimenti, all’innovazione e alla transizione sostenibile, consapevoli che lo sviluppo di questo territorio rappresenti un elemento strategico per la competitività dell’intero Paese”.
L’andamento delle esportazioni delle sei regioni del Mezzogiorno presenta un quadro molto variegato: l’Abruzzo mette a segno un brillante +8,9%, trainato dai Vini del Montepulciano d’Abruzzo (+19,4%) e dalla Pasta di Fara (+8,5%), mentre la Basilicata registra una flessione del 20,7%, per l’arretramento del Mobile imbottito della Murgia. Campania e Puglia rimangono sostanzialmente stabili, la Sicilia cresce dell’1,1% e la Sardegna cede il -0,1%, nonostante il Lattiero-caseario sardo segni +1,4% a fronte del -12,5% del Sughero di Calangianus.
Anche tra gli altri distretti tradizionali si osservano dinamiche molto differenziate, con variazioni comprese tra +24,5% e -18,2%: Olio e pasta del barese registra un incremento del 24,5%, sostenuti dalla domanda in Germania, Stati Uniti e Canada; Ortofrutta di Catania (+12,2%); Caffè e confetterie del napoletano (+10,7%); Ortofrutta del barese (+4,7%); Ortofrutta e conserve del foggiano (+1,4%); Alimentare napoletano (+1,2%); Mozzarella di bufala campana (+0,3%); Conserve di Nocera (0%); Alimentare di Avellino (-1%); Vini e liquori della Sicilia occidentale (-1,7%); Agricoltura della Piana del Sele (-3%); Agricoltura della Sicilia sud-orientale (-11%); Abbigliamento sud abruzzese (+20,4%); Calzetteria-abbigliamento del Salento (+6,4%); Concia di Solofra (+4,2%); Abbigliamento del barese (+0,3%); Calzature del nord barese (-1,8%); Abbigliamento del napoletano (-3,1%); Abbigliamento nord abruzzese (-5,1%); Calzature napoletane (-7,2%); Calzature di Casarano (-18,2%); Mobilio abruzzese (-5,1%).
Infine, la Meccatronica del barese, che non rientra fra i tre macrosettori principali del Mezzogiorno, evidenzia una diminuzione delle esportazioni del -5,1%, soprattutto per il crollo delle vendite in Germania (-20,7%), riflettendo il rallentamento dell’automotive e la ridotta propensione agli investimenti dovuta all’elevata incertezza, ma grazie alle sue applicazioni nell’automazione industriale e nell’aerospazio il distretto sta intensificando gli sforzi per diversificare i mercati e rafforzare la competitività internazionale.
Guardando alle filiere di specializzazione territoriale, l’agro-alimentare si conferma l’unico motore di crescita con un aumento del 3,7%, mentre il sistema moda registra un calo del 2,8%, con flessioni particolarmente accentuate in alcuni distretti, e il sistema casa evidenzia la contrazione più marcata, pari al -13,3%, trainata dal Mobile imbottito della Murgia. Queste dinamiche sottolineano non solo la centralità dell’agro-alimentare, ma anche l’urgenza per il sistema moda e per il sistema casa di investire in innovazione e comunicazione per riposizionarsi con successo nel segmento premium e rafforzare l’immagine dei marchi. A livello internazionale, infatti, brand e qualità del Made in Italy godono di un riconoscimento consolidato, e sono proprio su questi asset che le imprese distrettuali del Mezzogiorno devono puntare per restare competitive in mercati caratterizzati da una crescente pressione della concorrenza dei paesi a basso costo di produzione.
L’export verso i mercati maturi è rimasto sostanzialmente stabile (-0,2%), mentre i mercati emergenti crescono del +2,2%. I mercati lontani spingono (+4,4% i maturi; +4,6% gli emergenti) grazie a Stati Uniti (+4%), Arabia Saudita (+24,2%), Libia (+14,6%) e Repubblica di Corea (+5,3%), mentre i vicini mostrano andamenti più contenuti (+1,2% gli emergenti vicini; -1,5% i maturi vicini). Gli Stati Uniti restano un mercato di sbocco fondamentale, con l’11,5 % dell’export totale. Tuttavia, questo forte posizionamento espone le imprese del Mezzogiorno al nuovo corso della politica commerciale americana. Per questo diventa strategico diversificare ulteriormente le destinazioni, potenziando l’ingresso in aree a più elevata crescita e sfruttando al meglio eventuali nuovi accordi commerciali, in modo da ridurre la dipendenza da singoli mercati e consolidare la propria resilienza.
Nel 2024 i sei poli tecnologici del Mezzogiorno hanno totalizzato 9,2 miliardi di euro di esportazioni, segnando un +8,9% rispetto al 2023 (a fronte del +10,9% della media nazionale dei poli tecnologici). Il Polo farmaceutico di Napoli fa da traino con un brillante +19,8%, attestandosi a 7,1 miliardi di euro grazie anche ai massicci investimenti di un’azienda leader del territorio; al contrario, l’aerospaziale della Campania soffre un calo del -5,8% (a quota 698 milioni), mentre il Polo ICT di Catania subisce una flessione più marcata del -25,9% (scendendo anch’esso a 698 milioni). In Puglia il Polo aerospaziale cede il -16,5% (326 milioni), il Polo ICT dell’Aquila perde il -9,2% (226 milioni) e quello farmaceutico di Catania arretra del -25,3%, attestandosi a 147 milioni.
In sintesi, il Mezzogiorno chiude il 2024 con una crescita moderata e disomogenea, trainata dall’agro-alimentare e dal farmaceutico di Napoli, mentre sistema moda, sistema casa e gli altri poli tecnologici mostrano alcune fragilità. Per rinvigorire la crescita sarà cruciale intensificare gli investimenti in innovazione e digitale, rafforzare il brand e la qualità dei prodotti e diversificare ulteriormente i mercati di sbocco verso aree meno esposte a barriere tariffarie e rischi protezionistici, puntando su nicchie ad alto valore aggiunto. (aise)