Abm: “Alfonsina e Caterina” di Nicola Sguera vince il 4° concorso letterario “Raccontare l’emigrazione veneta”

BELLUNO\ aise\ - La balia da latte è stata il filo conduttore della IV edizione del concorso letterario “Raccontare l’emigrazione veneta”, promosso dall’Associazione Bellunesi nel Mondo. La cerimonia di premiazione si è tenuta sabato scorso, 20 dicembre, nella sala riunioni dell’ABM, in via Cavour 3 a Belluno, alla presenza di autori, giurati e rappresentanti dell’Associazione.
All’edizione 2025 hanno partecipato ventotto racconti, dieci dei quali sono stati selezionati come finalisti. La premiazione è stata condotta da Patrizia Burigo, vicepresidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e coordinatrice della Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”.
A vincere la IV edizione di “Raccontare l’emigrazione veneta” è stato Nicola Sguera, originario di Benevento, con il racconto “Alfonsina e Caterina”, una storia al femminile che ruota attorno alla figura di una balia da latte partita dal Bellunese. Nel suo intervento, Sguera ha spiegato il significato personale del riconoscimento: “questo è il premio che più mi ha commosso, perché quello che ho scritto fa parte del vissuto della mia famiglia. È una storia vera di una balia partita dal Bellunese e che ha cresciuto mia madre”.
Il secondo posto è stato assegnato a Paolo Parasecoli, di Perugia, con il racconto “L’amicizia non ha confini”, mentre il terzo premio è andato a Giuliano Dall’Ò, di Milano, con “La promessa”, racconto dai toni intimistici incentrato sul ritorno alle origini. Al quarto posto si è classificato Christian De Pellegrin, di Belluno, con “La valigia del Tete”, seguito al quinto da Giovanni Larese, anch’egli di Belluno, con “Emigrato d’amore”. La sesta classificata è stata Lisa Casagrande, di Santa Giustina, con “Radici invisibili”, mentre al settimo posto si è collocata Marlei Zanete, dal Brasile, con “Dolce Passione”. L’ottavo posto è andato a Gabriella Bortoluzzi, di Belluno, con “Al goto”, il nono a Loreta Chenetti, di Belluno, con “Biglietto di sola andata”. A chiudere la graduatoria, al decimo posto, Natascia Bassani, di La Valle Agordina, con il racconto “La mia trisavola: balia del primogenito di Zita, ultima imperatrice d’Austria e Regina di Boemia”, che ha riportato al centro il tema storico delle balie da latte.
Nel suo intervento, il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona, ha ripercorso i temi che attraversano i racconti premiati, sottolineando come le storie narrate restituiscano con forza il senso profondo dell’emigrazione veneta: “nel passare in rassegna i protagonisti dei racconti proposti in questo libro e le motivazioni che li spingono lontano dalla loro terra, si scorgono i temi ricorrenti dell’emigrazione veneta: la miseria, il bisogno di un impiego per sopravvivere, l’incertezza del presente e le speranze riposte nel futuro”. De Bona ha poi aggiunto che raccontare l’emigrazione significa restituire dignità a una memoria spesso rimossa: “dimenticare l’emigrazione, o parlarne solo degli aspetti più convenienti, significa tradire un’eredità che continua a produrre i suoi effetti anche oggi”.
A soffermarsi sul valore culturale dell’iniziativa è stato anche il presidente della giuria, il giornalista e storico Egidio Pasuch: “cosa possono spiegarci dell’emigrazione gli autori e i loro racconti? Si trattava di un concorso letterario, ma non per questo i testi presentati non aiutano a comprendere quale idea di emigrazione sia rimasta oggi nelle diverse generazioni”. Il presidente della giuria ha ricordato come metà dei racconti sia arrivata da fuori provincia e un quarto dall’estero, da Paesi come Brasile, Germania, Argentina, Inghilterra, Qatar e Olanda, confermando la portata internazionale del concorso.
Il testimonial della quarta edizione, Francesco Jori, ha richiamato una riflessione di Jean Claude Izzo sul senso profondo dell’emigrazione e sulla condizione di chi è costretto a lasciare la propria casa per sopravvivere. Un richiamo che ha rafforzato il filo rosso dei racconti premiati, accomunati dal dolore dello sradicamento e dalla ricerca di una nuova identità.
Toccante la lettura, da parte di Manuela Gaiao, di un estratto del racconto vincitore.
I primi tre classificati hanno ricevuto premi in denaro pari a 500 euro per il vincitore, 300 euro per il secondo e 200 euro per il terzo. A tutti e dieci i finalisti sono state consegnate due copie del volume che raccoglie i racconti selezionati, disponibile presso la sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo.
L’appuntamento è ora per la V edizione del concorso, in programma nel 2026, in occasione del 60° anniversario dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, con l’obiettivo di continuare a dare voce a una storia che appartiene a molte famiglie di ieri, di oggi e di domani. (aise)