ACLI Baviera ricorda Falcone: armarsi di coraggio contro le mafie

MONACO DI BAVIERA\ aise\ - 33 anni fa, la mafia uccideva il Giudice Falcone e la sua scorta. Una strage annunciata che fu un affronto alla città e allo Stato. A ricordare la figura del giudice, le ACLI Baviera che in una nota di oggi hanno chiesto un “risveglio di coscienze” e ricordato i valori e le finalità di giustizia e legalità del giudice siciliano. Così come hanno anche sollecitato i cittadini tutti ad “armarsi di coraggio e fermezza nella lotta contro le disgraziate ordalie mafiose”.
“Risuonano ancora nella Valle dei Templi di Agrigento le parole abbaglianti, di contagiosa commozione di Papa Giovanni Paolo II, a cento anni dalla sua nascita: “Mafiosi, pentitevi! Verrà il giorno del giudizio di Dio!”. Un urlo agghiacciante, di tremenda, definitiva punizione”, hanno spiegato dalla Baviera.
L’Associazione cattolica dei lavoratori italiani del Land tedesco, ha poi ricordato come il Giudice Falcone fosse “convinto che la mafia fosse usata come paravento per celare inadempienze, inefficienze, atti illeciti” e come egli stesso “propugnava un movimento antimafia che favorisse la crescita sociale, eliminasse le disuguaglianze, diffondesse lavoro e benessere. La mafia si combatte mostrando la sua vera identità liberticida e carogna per affermare che più ancora della militanza, bisogna estirpare e debellare i comportanti che appartengono alla mentalità mafiosa”.
“L’intera classe politica siciliana di oggi e domani, e non solo, avrà il compito, con lucida determinazione, di superare gli atteggiamenti prevaricatori, da parassiti, tipici della cultura mafiosa diffusa – hanno aggiunto le ACLI Baviera - e, ancora percepibile nella corruzione prevaricante, nella gestione clientelare della politica, nella mancata difesa e protezione dell’ambiente e nell’inadeguata proposta turistica e valorizzazione del patrimonio culturale”.
“Spesso – concludono - i luoghi in cui si nasce impongono sugli esseri umani quasi un’irredimibile tirannia, un’inesorabile dittatura dalla quale non tutti riescono a salvarsi. Neanche i Giudici Falcone e Borsellino. Ma in tutti, tali esempi di vita e di sacrificio impongono il risveglio delle coscienze”. (aise)