La denuncia di Marinellys Tremamunno: sei italiani nelle carceri di Maduro, il Governo intervenga

CARACAS\ aise\ - "Il caso di Alberto Trentini, cooperante italiano arrestato in Venezuela, non è un episodio isolato. Con lui ci sono altri cinque connazionali ancora detenuti dal regime di Nicolás Maduro". A rivelarlo è stata Marinellys Tremamunno, giornalista italo-venezuelana e presidente dell’Associazione “Venezuela: la piccola Venezia”, che ha anche fatto quattro dei cinque nomi degli arrestati: Americo De Grazia, ex deputato calabrese, Biagio Pilieri, giornalista e dirigente politico siciliano, Daniel Echenagucia Vallenilla e Margarita Assenza.
"Ne abbiamo avuto conferma parlando con i loro familiari in Venezuela, perché è stato impossibile avere informazione certa attraverso le autorità italiane, ecco perché ci manca un nome", ha proseguito Tremamunno che, facendo i conti, ha precisato che ci sono ancora sei italiani arrestati in totale, poiché l’anno scorso il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, aveva informato al Parlamento che inizialmente i detenuti italiani erano nove e tre sono stati liberati successivamente, ossia Vicente Scarano, Rita Capriti e Juan Manuel Allueva.
La giornalista si è appellata poi alla Costituzione italiana, evidenziando come “i cittadini con doppia cittadinanza sono italiani a tutti gli effetti, con pari dignità e diritti”, per cui "il fatto di avere anche la cittadinanza venezuelana non li rende meno italiani". Tremamunno ha quindi fatto appello al governo italiano, e in particolare al Ministro Tajani, affinché "si batta anche per la liberazione di Americo, Biagio, Daniel e Margarita. Non sono numeri, anche loro hanno nome e cognome".
Dal 28 luglio scorso, ha spiegato ancora la giornalista, il regime venezuelano ha avviato una brutale campagna di repressione, con oltre 2.400 arresti arbitrari. Secondo l’ong Foro Penal Venezolano, al 15 gennaio risultano ancora detenuti 1.687 prigionieri politici e tra di loro ci sono più di 150 persone con doppia cittadinanza. “Basta trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, pubblicare un post sui social o inviare un messaggio critico per finire in prigione”, ha spiegato Tremamunno.
Le famiglie e l’Associazione “Venezuela: la piccola Venezia” hanno quindi sollecitato un intervento più incisivo da parte del governo italiano per ottenere la prova di vita di tutti gli italiani attraverso una visita consolare, la loro liberazione immediata e il rientro in sicurezza in Italia. Inoltre, hanno chiesto una presa di posizione chiara contro la discriminazione dei cittadini con doppia cittadinanza, affinché venga garantita loro la piena tutela da parte dello Stato italiano. (aise)