Politica e diplomazia: a Bruxelles “L’impermeabile di Kabul” di Tonino Bettanini

BRUXELLES\ aise\ - Diplomazia, amicizia, geopolitica e memoria personale: questi i fili conduttori della quarta avventura del commissario di Stato Brando Costa, protagonista del nuovo romanzo di Tonino Bettanini, L’impermeabile di Kabul (Magog Edizioni), presentato a Bruxelles, da Piola Libri, in un evento che ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee, della diplomazia e della comunità italiana.
Il dibattito, moderato da Michele Cercone, direttore della comunicazione del Comitato delle Regioni, ha visto sul palco l’ambasciatore Elisabetta Belloni, già direttrice generale del DIS e capo dell’intelligence italiana, ma anche ed ex segretario generale e dell’Unitá di crisi della Farnesina, ed Alessandro Butticé, generale della Guardia di Finanza in congedo, dirigente emerito della Commissione europea, oggi opinionista per diverse testate. Nel corso della serata è intervenuto, dal numeroso pubblico, anche l’ex inviato Speciale delle Nazioni Unite per Iraq e Afghanistan Staffan de Mistura, oggi Inviato Personale del Segretario generale dell’ONU per il Sahara Occidentale, che ha offerto una testimonianza diretta sulla complessità della crisi afghana e sul ruolo che l’Europa dovrebbe assumere nelle emergenze internazionali.
Il libro si muove tra Roma, Bruxelles, San Pietroburgo e soprattutto Kabul, sullo sfondo del ritiro americano dall’Afghanistan e del ritorno al potere dei Talebani. Attraverso l’intreccio narrativo, Bettanini mette in scena i dilemmi della politica internazionale e il ruolo dell’Italia come ponte tra alleati e culture. Non a caso, tra i temi centrali emergono i rapporti spesso ambivalenti con gli Stati Uniti, la funzione dell’Unità di Crisi della Farnesina, la difesa del patrimonio archeologico minacciato e le sfide della cooperazione multilaterale.
Belloni e Butticé, nelle loro riflessioni e domande all’autore, hanno posto l’accento sulla diffidenza e la collaborazione con Washington, evocando l’ombra delle “rendition” e la dipendenza europea dalla sicurezza americana; sull’abbandono dell’Afghanistan e sulla necessità per l’UE di assumere maggiore responsabilità; sul legame fra beni culturali e interessi geopolitici, con il traffico di reperti che finanzia gruppi jihadisti. Centrale anche il tema dell’asimmetria nelle relazioni transatlantiche: “gli americani raccolgono, controllano, ma non sempre condividono”, come sottolineato in un passaggio del libro.
Ma L’impermeabile di Kabul non è solo un romanzo politico-diplomatico. È anche un racconto di memorie personali, di oggetti smarriti che diventano simboli identitari, di rapporti umani che contano più del calcolo politico. Un impermeabile dimenticato a Kabul diventa metafora di vulnerabilità e al tempo stesso di resilienza. La scrittura stessa si fa lascito affettivo, come un messaggio WhatsApp a una nipote, o come un ricordo affidato alle generazioni future.
“La Farnesina, con la sua Unità di crisi, rappresenta un made in Italy che scalda e salva la vita” scrive Bettanini - che è stato per anni consigliere e amico personale di Franco Frattini quando era Vicepresidente della commissione Europea, Ministro degli Esteri e della Funzione pubblica, e Presidente del Consiglio di Stato - ricordando il lato umano della diplomazia italiana. Un omaggio a chi lavora spesso nell’ombra, ma anche un invito a guardare all’Italia come Paese mediatore, capace di dialogare con mondi diversi e di affermarsi in una scena internazionale segnata da diffidenze e rivalità.
La presentazione di Bruxelles ha confermato l’attualità e la densità del romanzo: un’opera che intreccia vita privata e affari di Stato, e che restituisce al lettore tanto il sapore dell’avventura quanto la complessità della politica internazionale di oggi. (aise)