Turismo delle Radici/ Il dg Vignali al tavolo tecnico: il progetto è un’eccellenza italiana

ROMA\ aise\ - Il progetto Turismo delle Radici è una “eccellenza”, che dimostra la “leadership mondiale” italiana in questo settore, in cui “non esistono paragoni a livello di impegno sistemico per lo sviluppo del sistema turistico” e le cui “potenzialità sono enormi”. Per questo il Ministero degli Affari Esteri intende continuare a collaborare con tutti i partner che hanno voluto prendervi parte e con quelli che in futuro vorranno aderirvi. Ha esordito così Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie della Farnesina, che ha aperto il tavolo tecnico di coordinamento del Turismo delle Radici, riunito questa mattina in videoconferenza.
Obiettivo: condividere le modalità di sviluppo e lo stato di avanzamento dei progetti di promozione del Turismo delle Radici.
A moderare i numerosi interventi il consigliere d’Ambasciata e responsabile del progetto Giovanni Maria de Vita.
Il bilancio è già positivo, anche se bisognerà attendere il prossimo anno per avere numeri certi. Come ha sottolineato il dg Vignali, “insieme abbiamo creato servizi e un metodo di lavoro che prima non c’era, che ha dato luogo a nuove figure professionali e a una interlocuzione nuova con i viaggiatori delle radici, offrendo loro opportunità che prima non esistevano”.
“Abbiamo contribuito a far conoscere ancora di più in tutto il mondo la straordinaria bellezza dei nostri borghi e dei piccoli comuni”, ha continuato Vignali, “con una serie di ricadute positive in termini economici oltre che turistici”.
Al centro di questo percorso, ha ricordato il direttore generale, c’è la rete Italea, iniziativa multiforme lanciata nel marzo 2024 e che ”pian piano si è sviluppata grazie anche ai centri di coordinamento regionale”. Il portale Italea.com ad oggi ha oltre 1,5 milioni di visite registrate, ha riferito Vignali, e “un numero crescente di famiglie italiane è stato messo in contatto con le proprie radici”. Il programma include inoltre una “Italea Card” virtuale, che offre ai turisti sconti e vantaggi speciali con oltre 720 partner commerciali e più di 12mila viaggiatori iscritti.
Ci sono poi le Italee regionali, che, ha assicurato il dg Vignali, “continueranno a svolgere un ruolo di raccordo tra istituzioni e realtà territoriali”, così come il Ministero degli Affari Esteri intende mantenere il suo “ruolo di raccordo e di monitoraggio delle attività”, fungendo da “guida” per un “ulteriore sviluppo” del progetto.
Non è al momento previsto un nuovo bando, ha detto oggi de Vita, poiché i fondi a disposizione erano quelli erogati dal PNRR e sono stati utilizzati; la Farnesina si sta però adoperando in tal senso, per dare seguito al progetto e alla collaborazione con Regioni e Comuni, che hanno segnato, come ha detto Luigi Vignali, un “successo collettivo”. Gli oltre 800 Comuni italiani che hanno partecipato al primo bando e sono stati destinatari di risorse per sviluppare il progetto hanno realizzato circa 750 eventi destinati ai turisti delle radici con oltre 150mila partecipanti in tutta Italia, ha riferito sempre Vignali. Diverse anche le iniziative all’estero, 19 in tutto il mondo: da Melbourne a Toronto e New York. Il dg Vignali ha parlato di “impegno eccezionale da parte delle Regioni”, che hanno permesso di “mostrare le nostre eccellenze” e dare “lustro al Paese intero”, con “un’eco magnifica tra le nostre comunità”.
“Vogliamo mantenere questo raccordo con le entità territoriali”, ha detto Vignali, ricordando che proprio con i Comuni “il ministro Tajani ha fortemente voluto e firmato un protocollo di collaborazione per sviluppare lo scambio di informazioni e di idee, la promozione dei borghi e la formazione”. Anche la formazione ha la sua importanza in questo progetto, ha confermato il rappresentante della Farnesina. Per questo, ha annunciato, “stiamo realizzando delle pillole formative che diffonderemo dal mese di giugno a tutta la rete dei comuni” e, insieme ad esse, “un ciclo di videoconferenze con tutti gli 816 comuni che hanno partecipato al bando”.
Sempre in tema di rete, Luigi Vignali ha reso noto che a breve sarà lanciata quella dei Musei dell’emigrazione, ospitata sul portale Italea.com; così come sono in corso “contatti stretti” con Ministero dell’Istruzione “per far sì che la storia dell’emigrazione italiana sia studiata negli istituti scolastici secondari”.
“Tutto questo dovrà poi essere valutato in termini di risultati”, si è avviato a concludere il dg, monitorando quale sarà l’impatto sull’Italia e i suoi territori. Il prossimo anno ci saranno “evidenze statistiche complete”, intanto però le prime stime parlano di 5milioni di presenze in più di turisti delle radici tra il 2025 e il 2026, con una spesa da parte degli stessi turisti di 5,5 miliardi di euro – Confcommercio sale sino a 8 miliardi in più anni – e una ricaduta sul territorio stimata in 1 miliardo di euro e 99mila nuovi posti di lavoro.
“Un impatto importante già nelle stime”, che per Vignali dimostra “l’importanza di questo settore”. Occorre dunque “continuare a crescere insieme” e “promuovere il turismo delle radici in Italia e nel mondo”, ha concluso, dicendosi certo che il confronto odierno offrirà “feedback e nuove idee per andare avanti”.
Numerose in effetti sono state le buone pratiche e gli spunti emersi durante il dibattito che è seguito e a cui sono intervenuti rappresentanti di associazioni, comuni, università, musei, operatori turistici e culturali...
Non è mancata qualche polemica, come quella del consigliere Cgie Tommaso Conte, che dalla Germania ha lanciato un allarme: con la riforma della cittadinanza “fra trent’anni gli italiani all’estero non ci saranno più”; e ha rivolto un appello ai comuni italiani affinché si mobilitino per “correggere” la nuova legge. Il consigliere de Vita ha però rassicurato: “il turismo delle radici si rivolge all’italianità e non ha a che fare con la cittadinanza”.
Sempre per il Cgie è intervenuto anche il vice segretario generale Gianluca Lodetti, il quale ha anticipato che nella plenaria di giugno si parlerà di “iniziative di rientro” e “turismo delle radici”, auspicando una “maggiore sinergia con le politiche strategiche del Paese”, come pure il coinvolgimento del Ministero dell’Istruzione e uno “spostamento dell’attenzione dal fronte italiano a quello estero”.
D’accordo il consigliere de Vita: “l’obiettivo di fondo”, ha detto, “è lanciare una nuova stagione di relazioni con le nostre comunità all’estero, che sia basata su una conoscenza di cosa queste comunità siano” e sulla volontà di “attuare insieme una strategia” che “valorizzi entrambe le parti” e continui ad essere vincente, “uscendo dall’ottica che gli italiani all’estero siano solo ambasciatori del made in Italy”. (r.aronica\aise)