Zaia (Veneto): Marcinelle monito per non dimenticare la nostra emigrazione

VENEZIA\ aise\ - Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha espresso un sentimento di gratitudine alle vittime della tragedia di Marcinelle, dove persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani. Per il governatore veneto, quei lavoratori italiani emigrati all'estero pagarono "un prezzo altissimo" ma hanno "contribuito tanto al riscatto e alla crescita di cui è stata protagonista la nostra comunità. I nomi dei Caduti a Marcinelle rappresentano un monito a non dimenticare tutta la storia della nostra emigrazione”.
Zaia ha dunque celebrato con questo ricordo l’8 agosto, la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano all'estero, nel giorno del 69esimo anniversario della tragedia che ha registrato la morte anche di 5 veneti: Giuseppe Corso da Montorio Veronese (VR), Dino Dalla Vecchia da Sedico (BL), Giuseppe Polese da Cimadolmo (TV), Mario Piccin da Codognè (TV), Guerrino Casanova da Montebelluna (TV).
“La tragedia di Marcinelle ci ricorda come tantissimi Veneti abbiano provato in prima persona non solo povertà e sacrificio ma anche l’essere vittima di gravi pericoli e sfruttamento pur di assicurare una vita dignitosa e un futuro alla famiglia – ha aggiunto il presidente Zaia -. Nel nostro DNA c’è, quindi, lo spirito per mantenere quell’impegno a rafforzare le condizioni e le sinergie che garantiscano maggiore sicurezza e dignità in tutti i luoghi di lavoro e mettere fine alle morti che ancora ricorrono nella cronaca dei nostri giorni”.
“Anche in questo anniversario onoriamo con riconoscenza le vittime insieme a tutti i Veneti e le Venete che per decenni hanno dovuto lasciare la loro terra, vissuti accettando condizioni terribili e mettendo in grave pericolo la loro vita ma che si sono affermati per il saper fare di noi veneti, l’inesauribile capacità di guardare al futuro, la nostra grande voglia di costruire – ha sottolineato infine il Governatore -. Sono andati incontro a un duro destino, spesso privo del minimo rispetto delle regole di umanità come proprio nel caso dei minatori: esseri umani, considerati soltanto braccia da lavoro, reale merce di scambio con materie prime in forza di specifici accordi internazionali. Dal riscatto da questa tragica realtà si è delineato quel Veneto che oggi è uno dei poli produttivi più importanti a livello internazionale”. (aise)