Andemo in Merica: 150 anni di emigrazione veneta e friulana nel libro Francesco Jori

BELLUNO\ aise\ - Quando a partire eravamo noi. Andare all'altro mondo per non morire di fame in questo. Un secolo e mezzo fa, nel 1875, partiva dal Veneto e dal Friuli un fiume ininterrotto di povera gente, per lo più mezzadri e braccianti, diretti in larga misura oltre oceano, tra Brasile e Argentina: da allora e fino alla fine degli anni Sessanta del Novecento, più di cinque milioni di triveneti, a prezzo di sacrifici inauditi, hanno dovuto abbandonare la loro casa. Ma non le proprie radici: andandosene, hanno portato con sé i valori della loro terra, che ancora oggi le generazioni successive conservano gelosamente, fino a dar vita a una piccola grande Italia "di là del mare". Non a caso la città con il maggior numero di italiani al mondo non è né Roma né Milano, ma la brasiliana San Paolo.
Di quegli italiani lì parla "Andemo in Merica - Veneto e Friuli, un secondo e mezzo di emigrazione di massa", libro di Francesco Jori che verrà presentato a Belluno il prossimo 20 settembre (ore 16.00 nella sede dell'Associazione Bellunesi nel Mondo), e libro che ricostruisce una lunghissima storia fatta di faticose conquiste, che parte dagli sbarchi iniziali del 1875 e arriva ai nostri giorni.
Dentro a "Andemo in Merica" c'è non tutto ma di tutto: la miseria del Veneto e del Friuli dell'epoca; le false lusinghe con cui veniva arruolata la povera gente; il drammatico viaggio attraverso l'Atlantico; le condizioni proibitive; l'apporto determinante degli emigrati al benessere dei rispettivi Paesi, Brasile e Argentina in testa; ma anche il "taliàn" , la lingua mai dimenticata; le feste tradizionali; l'impronta triveneta di un'economia basata sul fai-da-te. E su tutto le moltissime storie di vita dei Veneti e dei Friulani.
Un'occasione, quella del 20 settembre, per riscoprire una pagina fondamentale della storia bellunese, veneta, friulana e italiana, e riflettere sul valore attuale di quella straordinaria esperienza di migrazione. (aise)