Anpi Germania: preoccupati dalla repressione delle istituzioni tedesche contro i movimenti per la Pace in Medio Oriente

BERLINO\ aise\ - "Al di là degli specifici posizionamenti politici e delle questioni terminologiche, condanniamo la repressione portata avanti dalle autorità tedesche nei confronti dei movimenti che lottano per una pace giusta in Medio Oriente. Ci uniamo ad Amnesty International Europa nell’esprimere la nostra preoccupazione per le restrizioni al diritto di associazione e alla libertà di parola che lo stato tedesco ha messo in pratica per contrastare lo svolgersi del congresso". È quanto diramato dall'ANPI Germania esprimendo solidarietà agli organizzatori e ai partecipanti del Congresso per la Palestina 2024, che si sarebbero dovuto tenere tra il 12 e il 14 aprile, ma che ha subito fin da subito "la repressione delle istituzioni tedesche".
La repressione delle istituzioni tedesche, che è il secondo paese per fornitura di armi in Israele, è iniziata con il blocco della cassa di risparmio Berliner Sparkasse, poche settimane prima dell’inizio del congresso, del conto in banca dell’associazione “Voce ebraica per una pace giusta in Medio Oriente” (“Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost”), una delle associazioni promotrici del congresso. Jüdische Stimme è una associazione di ebrei che si oppongono alle politiche nazionaliste di Israele e alla repressione del popolo palestinese. Negli ultimi giorni, numerosi partiti tedeschi (da sinistra a destra) hanno chiesto alle autorità di intervenire per impedire il congresso, accusando gli organizzatori di antisemitismo e di sostenere gruppi terroristici".
Poi, il 12 aprile, "le forze dell’ordine tedesche hanno bloccato all’aeroporto di Berlino Ghassan Abu Sittah, rettore dell’università di Glasgow e chirurgo per Medici Senza Frontiere che ha prestato servizio recentemente a Gaza. Le autorità tedesche hanno fermato il Dr. Ghassan Abu Sittah per impedirgli di partecipare al Congresso sulla Palestina, dove avrebbe riferito delle atrocità a cui aveva assistito durante i mesi di lavoro come chirurgo a Gaza. Dopo ore di attesa, al Dr. Ghassan Abu Sittah è stato negato l’ingresso in Germania, ed è stato costretto dalle autorità a prendere un volo di ritorno per il Regno Unito".
"Nella mattinata del 12 aprile, un ingentissimo schieramento di forze di polizia ha impedito l’inizio del congresso all’orario prestabilito - ha proseguito l'ANPI Germania -. Circa 900 agenti hanno circondato l’edificio nel quartiere di Tempelhof in cui il Congresso si sarebbe dovuto svolgere, impedendo l’ingresso dei partecipanti. La folla di partecipanti e solidali fuori dall’edificio è stata circondata dalle forze dell’ordine per qualche ora. Abbiamo notizia che la polizia ha arrestato alcuni dei presenti. Circa verso le 15.30 la polizia ha intimato alla folla di disperdersi minacciando di intervenire. Nel frattempo all’interno dell’edificio il congresso è iniziato. Dopo il primo intervento della giornalista palestinese Hebh Jamal, gli organizzatori hanno proiettato un intervento registrato del ricercatore Salman Abu Sitta. Durante la proiezione del video, tuttavia, la polizia ha interrotto il congresso, intimato ai giornalisti presenti di interrompere le dirette, e staccato la corrente elettrica. Dopo aver arrestato un altro attivista ebreo, la polizia tedesca ha dichiarato la fine del Congresso. Il Congresso sarebbe dovuto durare 3 giorni, ed è durato invece circa 20 minuti. La polizia ha dichiarato che il congresso è stato interrotto perché a Salman Abu Sitta non è permesso fare attività politica in Germania a causa di sue dichiarazioni antisemite".
ANPI Germania si è dunque unito ad Amnesty International Europa nell’esprimere la preoccupazione per le restrizioni al diritto di associazione e alla libertà di parola che lo stato tedesco ha messo in pratica per contrastare lo svolgersi del congresso. "Le autorità tedesche continuano una operazione di repressione in cui l’opposizione alle politiche sioniste e nazionaliste del governo israeliano viene etichettata come antisemitismo. Portando al paradossale risultato di arrestare due attivisti ebrei per fermare un congresso (assolutamente non-violento) sulla Palestina".
L'ANPI ha dunque ribadito con forza che il governo di Israele è in ripetuta violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. "Già nel 2013, Israele era stato condannato in 45 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza nelle Nazioni Unite. Cioè dalla nascita del Consiglio nel 2006, Israele è stato condannato più di tutti gli altri stati messi insieme. Più recentemente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha passato una risoluzione per richiedere il cessate il fuoco a Gaza durante il Ramadan e la liberazione degli ostaggi. Più di 30 mila palestinesi sono morti da ottobre 2023 a oggi, il 75% della popolazione di Gaza è stata costretta a lasciare le proprie case, il segretario generale delle Nazioni Unite ha definito la guerra a Gaza uno dei conflitti più mortali in termini di velocità, scala, e ferocia verso i civili, i giornalisti, i medici e gli aid workers. Secondo le Nazioni Unite, in 4 mesi di conflitto a Gaza sono morti più bambini che in 4 anni di conflitti in tutto il mondo".
"Condanniamo questo massacro di civili, chiediamo che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che Israele rispetti le risoluzioni delle Nazioni Unite e il diritto internazionale", ha spiegato ancora ANPI Germania. "Riteniamo che protestare per chiedere un cessate il fuoco immediato e per una pace giusta in Medio Oriente che riconosca il diritto di autodeterminazione dei popoli e metta fine a ogni discriminazione, sia un dovere di tutti gli antifascisti e i sinceri democratici".
L'Associazione Nazionale Partigiani Italiani in Germania ha poi invitato tutti a partecipare alla manifestazione organizzata da StopArmingIsrael che si terrà sabato prossimo, 20 aprile, alle 14.00 a Potsdamer Platz (Berlino), per protestare contro l'esportazione verso Israele delle armi prodotte in Germania. (aise)