Club italiani e identità migrante: su Studi Emigrazione lo studio di Karelis e Caruso (University of Western Australia)

ROMA\ aise\ - Come si trasmette l’identità italiana tra le generazioni di migranti? A questa domanda risponde lo studio di Isabella Karelis e Marinella Caruso (University of Western Australia), dedicato al ruolo dei club italiani in Australia nella costruzione e nella trasmissione dell’italianità all’interno di famiglie italo-australiane su tre generazioni. Lo studio è stato riportato nell’ultimo numero di Studi Emigrazione (n. 239/2025) pubblicazione dello Cser – Centro Studi Emigrazione Roma.
Le autrici – sintetizza lo Cser – focalizzano l’analisi sul Laguna Veneto Social and Bocce Sporting Club di Perth (fondato nel 1961), oggi realtà vivace con oltre 400 soci, che propone feste tradizionali, eventi culturali, karaoke e serate barbecue aperte alla comunità.
Il club è spesso descritto come una “seconda casa”, spazio di memoria, amicizia e continuità culturale.
Nato come punto di incontro e mutuo sostegno per la prima generazione, il club è divenuto nel tempo uno spazio familiare e intergenerazionale dove tradizione e socialità si intrecciano. Le pratiche comunitarie (feste, tornei, serate conviviali) rafforzano legami e senso di appartenenza, trasformando il club in un key symbol della costruzione etnica.
TRE GENERAZIONI, TRE SGUARDI SULL’ITALIANITÀ
Prima generazione: ritrova nel club radici, memoria e nostalgia dell’Italia.
Seconda generazione: partecipa per continuità affettiva e rispetto verso i genitori, mantenendo i legami familiari.
Terza generazione: vive il club soprattutto come spazio di famiglia e chiede elementi di innovazione per sentirlo vicino alla propria esperienza.
Le bocce, simbolo storico dell’italianità migrante, appare un gioco meno attrattiva per i giovani, che propongono sport come il calcio per ampliare il coinvolgimento. Al contrario, il cibo rimane un marcatore identitario forte e trasversale: preparare e mangiare insieme sostiene coesione e appartenenza.
TRADIZIONE E INNOVAZIONE PER IL FUTURO
Il caso Laguna mostra che i club italiani non sono solo luoghi di svago, ma spazi simbolici in cui l’identità migrante si costruisce, si trasforma e si tramanda. La sfida è rinnovarsi senza perdere autenticità: mantenere centralità di famiglia e cultura italiana, aprendo al contempo a pratiche inclusive e a linguaggi generazionalmente pertinenti.
In questa prospettiva, la tenuta futura dei club dipende dalla capacità di restare ponte tra memoria e innovazione, accogliendo nuove sensibilità e i nuovi flussi migratori, senza smarrire l’impronta identitaria che li definisce. (aise)