Ghibli: il 55esimo anniversario dell'esodo degli italiani della Libia nella newsletter dell'AIRL

ROMA\ aise\ - ""Oggi, 55 anni fa, avveniva il rimpatrio forzato degli italiani dalla Libia". Con queste parole, pronunciate in Aula lo scorso 15 ottobre, il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo ha ricordato una pagina dolorosa della storia nazionale, spesso rimasta ai margini della memoria collettiva". Questo è quanto si legge nel pezzo di apertura del nuovo numero di "Ghibli", la newsletter dell’Associazione degli Italiani Rimpatriati dalla Libia (Airl), curata da Mario Savina.
""La presenza italiana in quel Paese risale al 1865 – ha spiegato De Priamo –. Si trattava di una comunità integrata e operosa. Nel 1969, dopo il colpo di Stato di Gheddafi, furono adottate misure restrittive nei confronti degli italiani e nel 1970 entrò in vigore un vero e proprio esproprio delle loro proprietà e di tutti i diritti. Quelle famiglie furono costrette a lasciare a proprie spese quel territorio e, purtroppo, il governo italiano di allora preferì far calare il silenzio su questa vicenda".
La comunità italiana in Libia, che contava ancora circa 20.000 persone alla vigilia del 1970, rappresentava la presenza europea più radicata nel Paese. Gli italiani avevano contribuito in modo significativo allo sviluppo agricolo, industriale e urbano della Tripolitania e della Cirenaica sin dai primi decenni del Novecento.
L’ascesa al potere di Muammar Gheddafi nel settembre 1969 cambiò radicalmente la situazione. Con le leggi del luglio 1970, il nuovo regime ordinò la confisca dei beni appartenenti agli italiani e decretò la loro espulsione definitiva pochi mesi dopo. In poche settimane, migliaia di famiglie furono costrette a lasciare case, aziende e ricordi, imbarcandosi verso l’Italia in condizioni drammatiche.
"Gli italiani esuli di Libia vennero dimenticati – ha aggiunto De Priamo –. Da allora iniziò una lunga vicenda per essere risarciti, anche moralmente, dei beni perduti. Si tratta di una ferita ancora aperta nel tessuto della nostra Italia. Noi siamo al loro fianco, affinché non si dimentichi mai quella brutta pagina di storia".
Nonostante alcune azioni, la questione dei risarcimenti e del riconoscimento morale rimane tuttora irrisolta. Oggi, a 55 anni di distanza, il ricordo di quell’esodo continua a evocare il dramma di migliaia di cittadini italiani costretti all’esilio e il dovere di non lasciar cadere nell’oblio una delle vicende più dolorose del secondo dopoguerra".
Nella newsletter spazio anche all’evento organizzato dall’AIRL a Lanciano, tra arte e dialogo. Tra gli altri temi trattati, l’aggiornamento dell’ONU sulle difficoltà del processo politico in Libia e gli eventi sportivi e culturali di Bengasi, interpretati come simbolo di rinascita del Paese. Per la rassegna stampa, spazio al nuovo consiglio di amministrazione della Camera di commercio italo-libica e alla politica turca in Libia. (aise)