L’Usef ricorda gli emigrati caduti sul lavoro - di Salvatore Augello

PALERMO\ aise\ - Si è tenuta l’1 settembre una significativa serata che l’USEF APS ha realizzato con fondi dell’Assessorato della Famiglia delle Politiche Sociali e del lavoro del Comune di Palermo dedicata agli emigrati morti sul lavoro.
L’iniziativa collocata all’interno dell’edizione 2025 dell’ALLORO FEST, si è avvalsa della collaborazione dell’associazione Gruppo Folk Conca D’Oro ed il patrocinio non oneroso del Comune di Palermo.
Serata ricca di spunti e piena di significato attentamente seguita da un pubblico che affollava il capace spazio del “Giardino dei Giusti” di via Alloro a Palermo.
Con l’iniziativa, accompagnata da una mostra fotografica sulle sciagure più significative, l’USEF APS ha voluto rendere omaggio alle migliaia di morti che hanno insanguinato le vie dell’emigrazione.
Notevole successo dell’iniziativa che, al cospetto di un parterre affollatissimo, è iniziata con una introduzione dell’On. Pino Apprendi presidente dell’USEF provinciale di Palermo, che ha illustrato la funzione dell’USEF e l’importanza dell’associazionismo. Il segretario generale nel suo intervento ha ripercorso l’iter legislativo dei diversi provvedimenti che, negli anni, hanno riguardato l’emigrazione, prima ostacolata da una circolare del presidente del Consiglio del 1868 che impediva di emigrare in Algeria e negli USA, ed in seguito da una circolare del 1873 che imponeva a chi emigrava, in caso di malattia, di pagarsi il biglietto di ritorno.
Nel 1888 la prima legge (legge Crispi) che, raccogliendo le pressioni degli industriali del Nord e dei latifondisti del mezzogiorno preoccupati che venisse a mancare manodopera a basso costo, inasprì le regole per chi volesse emigrare.
Solo una legge del 1901 prese atto del grande flusso migratorio prevedendo alcuni diritti per i lavoratori che emigravano.
Il flusso che aveva già portato all’estero parecchi milioni di italiani - si calcola che dal 1870 al 1970 emigrarono oltre 27 milioni di italiani - ebbe un rallentamento durante il periodo dell’autarchia imposta da Mussoli. Un rallentamento che non si ripercorse sulle sciagure: il 28 febbraio del 1940 nelle miniere di Arsia (Istria) uno scoppio di grisou uccise 185 minatori e ne ferì 150.
Seguì, dopo la fine della guerra, l’epoca degli accordi che l’Italia fece con diversi Paesi europei per evitare la pressione sociale dovuta alla grande massa di disoccupati e sottoccupati e, nello stesso tempo, procurarsi le necessarie risorse per rilanciare le industrie del Nord e dare inizio alla ricostruzione. Fu così che vennero stipulati accordi con la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Olanda.
Famoso per le sue conseguenze rimase l’accordo con il Belgio del 1946, quando l’Italia si impegnò a fornire 50.000 lavoratori in cambio di carbone. Figlia di questo accordo è la tragedia di Marcinelle dove perirono 262 operai di cui 136 italiani. Fu la sciagura che diede una svola alla politica dell’emigrazione ed a quella mineraria in genere.
Dei disegni di legge giacenti in V commissione consiliare in materia di emigrazione ha parlato la dottoressa Di Liberti, che ha anche enumerato una serie di provvedimenti in favore delle famiglie e della possibilità di accedere ai tanti bandi che l’Assessorato comunale pubblica o è in procinto di pubblicare che recepiscono leggi e fondi siciliani ed europei che rispondono alle esigenze della popolazione siciliana, come ad esempio i provvedimenti per favorire il rientro dei cervelli, le agevolazioni per chi trasferisce la propria residenza in uno dei centri in via di spopolamento favorendo la ripopolazione dei piccoli centri. In campo anche agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio e l’aumento dei servizi all’infanzia per favorire le nascite.
La serata è andata avanti con il racconto “Il salto del Gambero” scritto da Ignazio Rosato ed affidato alla bravura dell’attrice Rossella Leone accompagnata dalla fisarmonica di Pierpaolo Petta. Un racconto di emigrazione verso l’America mediante un estenuante viaggio in nave “dal molo Santa Lucia di Palermo ad Ellis Island ed il ritorno alla terra degli avi in aereo di una nipote che alla fine decide di non tornare più in America e di restare in Sicilia dove ha ritrovato le proprie radici”.
La canzone “Merica Merica” ha chiuso lo spettacolo che tanta commozione ha creato tra il pubblico e tanti spunti di riflessione ha suggerito a tanti.
Per finire, un ambiente, quello minerario dove alle difficoltà lavorative si mescolava lo sfruttamento dei cosiddetti “carusi” in Sicilia, ma anche in Europa anche se era proibito assumere ragazzi inferiori a 14 anni. Un ambiente dove lo sfruttamento del minerale avveniva anche a scapito della sicurezza.
Questi gli eroi che l’USEF ha inteso affidare al ricordo della memoria che non deve morire mai e che deve restare fonte di ispirazione e di esempio per costruire un futuro migliore.
Questo ha voluto dire lo svelamento della targa intitolata a questi eroi. L’unica chiusura possibile di una iniziativa a perenne ricordo di una pagina di storia del popolo siciliano. Della nostra storia. (salvatore augello*\aise)
* segretario generale Usef