Solidarietà per studiosi di paesi svantaggiati e sostegno ai bambini di Gaza: attivato il bando ad hoc de La Sapienza

ROMA\ ais\ - Per la prima volta, l’Università di Roma La Sapienza ha previsto un bando ad hoc riservato a studiosi di Paesi in situazioni di criticità economica o sociale: il Senato accademico ha infatti approvato oggi il “Bando di Ateneo di solidarietà per la ricerca e la didattica - Visiting Professors”, in aggiunta al consueto “Bando di Ateneo per Visiting Professors 2025” rivolto a tutti i Paesi.
Per il nuovo Bando di Ateneo di “Solidarietà per la ricerca e la didattica - Visiting Professors”, l’Ateneo ha stanziato complessivamente 198.000 euro per un totale di 22 contributi da 9.000 euro ciascuno, per un periodo di 90 giorni.
Il Bando è rivolto a docenti, ricercatori o esperti di comprovata qualificazione scientifica, afferenti a università, istituzioni o enti di ricerca dei 35 Paesi distribuiti su tutti i continenti, indicati nel Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo 2024- 2026 del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
La Sapienza ha dunque che tra i criteri di valutazione delle domande, sarà valutata l’eventuale esposizione a rischio del professore visitatore oltre a quella relativi di esperienza, autorevolezza e di obiettivi di ricerca, attività didattica. Questo perché vuole favorire la mobilità dei ricercatori provenienti da Paesi in condizioni di rischio o di emergenza.
Una quota pari al 45% dei contributi sarà infatti riservata in favore di studiosi provenienti da istituzioni con sede nei Paesi del Medio Oriente (Giordania, Iraq, Libano, Palestina, Siria). Dei contributi riservati al Medio Oriente almeno il 60% sarà assegnato a studiosi provenienti dalla Palestina.
Altra novità è che sia il bando per Visiting professors 2025 sia quello di Solidarietà per la ricerca e la didattica, richiedono un’adesione di tutti i ricercatori stranieri finanziati ai valori fondamentali del Codice etico di Sapienza e della Carta europea dei ricercatori.
L’obiettivo che La Sapienza si è data è quello di “potenziare ulteriormente le iniziative della Sapienza a favore della tutela dei principi di libertà personale, accademica e di ricerca in linea con iniziative analoghe dell’Ateneo, senza dimenticare gli aspetti umanitari e l’aiuto alle popolazioni che vivono in zone di guerra”, ha detto la Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni. “Il nostro pensiero e il nostro contributo di solidarietà, rivolto soprattutto alle persone fragili, si concretizza nelle azioni della missione umanitaria “Sapienza per i bambini di GAZA” e al supporto alle necessità della popolazione materno-infantile, con progetti di telemedicina e di formazione in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Odontoiatria”.
Alle misure adottate dall’Ateneo per sostenere le attività di didattica e ricerca degli studiosi di Paesi svantaggiati si aggiungono le azioni della missione umanitaria “Sapienza per i bambini di GAZA” a Gerusalemme e Cisgiordania, nell’ambito della quale sono stati avviate interlocuzioni anche con le istituzioni locali per individuare gli interventi prioritari. In particolare agli incontri hanno partecipati esponenti del Consolato italiano, del Ministero della Salute della Cisgiordania, della Croce Rossa (Palestine Red Crescent Society), dell’OMS, dell’Augusta Victoria Hospital e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione alla Sviluppo.
Nel corso della seduta sono state ricordate le attività a favore della popolazione materno-infantile, con l’invio di personale medico-sanitario specializzato e l’installazione sul posto di sistemi informatici che consentano un confronto continuo con i professionisti in loco per tracciare le emergenze.
Sapienza spiega che potrà così mettere a disposizione corsi di formazione a distanza anche in lingua araba destinati alla popolazione palestinese, in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Odontoiatria. Il primo corso, in fase avanzata di allestimento, è un Corso BLSH, cioè di tecniche salvavita della rianimazione cardiopolmonare che sarà svolto in lingua inglese, ma si è convenuto sulla possibilità di attivare altri moduli su ambiti come Infermieristica nelle emergenze e nelle urgenze medico-chirurgiche, Emergenze pediatriche, Neonatologia e terapia intensiva neonatale.
Come ulteriore contributo, il Dipartimento di Scienze dell’Antichità ha sviluppato un progetto, diretto da Francesca Romana Stasolla, finanziato con 6 milioni di euro, che ha lo scopo di dare compimento all’attività, avviata nel 2022 e mai interrotta, di scavo archeologico, restauro e musealizzazione del complesso del S. Sepolcro a Gerusalemme, e di fare di questa attività un vero e proprio strumento di promozione sociale. Il progetto infatti offre nuove opportunità di lavoro, coinvolgendo esperti del settore e lavoratori locali, nell’ambito dell’artigianato, della fornitura di materiali e del supporto logistico, puntando anche a rafforzare le competenze dei lavoratori coinvolti, promuovendo la formazione di figure professionali specializzate nel restauro, nella documentazione del patrimonio archeologico e nella gestione dei beni culturali. (aise)