“Genesi”: l'arte contemporanea in mostra all’Accademia d'Ungheria in Roma

ROMA\ aise\ - Si terrà mercoledì prossimo, 13 marzo, presso l'Accademia d'Ungheria in Roma l’inaugurazione della mostra d'arte contemporanea “Genesi”, a cura di Zsolt Petrányi. Interverranno l’ambasciatore di Ungheria in Italia, Ádám Zoltán Kovács, il rettore del Pontificio Istituto Ungherese, Norbert Németh, e il collezionista Levente Kovács. Seguirà un breve intervallo musicale a cura dei cantanti lirici ungheresi Natasa Kátai, Orsolya Janszó, Csanád Barbarics.
L'esposizione, ad ingresso libero, è curata da Zsolt Petrányi e resterà aperta al pubblico fino al 14 giugno 2024.
La mostra “Genesi”, spiega il curatore, “nasce con l’idea di dare un’interpretazione artistica in chiave contemporanea dei cinque libri dell’Antico Testamento di Mosè. Le tematiche delle opere spaziano da argomenti più ampi a singoli momenti narrativi, con l’intento di richiamare l’attenzione dello spettatore non solo sulle scene oramai divenute familiari dell’Antico Testamento, ma anche sui loro significati intrinseci”.
Le opere esposte in Accademia provengono da una collezione privata: “Levente Kovács, Tímea Kovács, Szabó, quali mecenati impegnati dell’arte, hanno dato un notevole sostegno anche in termini economici alla realizzazione delle suddette opere e alla loro promozione”, prosegue il curatore, ricordando che “non è la prima volta che lo fanno: la mostra “Genesi” difatti è stata preceduta due anni fa dalla mostra d’arte contemporanea “Vangelo 21”, che trattava 12 scene importanti del Nuovo Testamento con opere di altrettanti artisti. Il successo di questo progetto ha permesso di poter proseguire con l’elaborazione dei primi libri dell’Antico Testamento”.
“Per la realizzazione delle opere”, continua Petrányi, “ci siamo avvalsi di artisti che avevano già precedentemente lavorato sul tema o comunque erano interessati a farlo. Anche in questo caso, l’intera collezione è composta dalle opere di 12 artisti che hanno assolto al loro “compito” con una grande varietà di approcci. L’attenzione degli artisti difatti, al di fuori delle scene più rappresentate nella storia dell’arte come la storia di Adamo ed Eva, la scala di Giacobbe, i Dieci Comandamenti, si è spostata verso scene meno note dell’Antico Testamento. L’aspetto interessante di queste opere nonché della stessa mostra è che gli spettatori possono trovare delle interpretazioni che li incoraggiano ad un’ulteriore riflessione e rilettura dei libri di Mosè”.
Gli artisti che espongono le loro opere a Roma - Zsolt Asztalos, Mária Chilf, Márta Czene, Gábor Gerhes, Gyula Július, Éva Magyarosi, Erik Mátrai, Sándor Ráczmolnár, Eszter Szabó, Ágnes Uray-Sépfalvi, Boglárka Zellei, Ákos Wechter - “rappresentano diverse generazioni e i loro nomi sono ben noti al pubblico sia in Ungheria sia all’estero”, osserva ancora il curatore. “Le loro attività ad ampio respiro comprendono diversi mezzi e tematiche. Al loro invito a partecipare al progetto “Genesi”, è seguìto un lungo lavoro di preparazione. Le singole ricerche e gli schizzi difatti venivano periodicamente presentati e discussi con il professore e teologo József Zsengellér. I messaggi artistici così formulati, grazie anche alle loro diversità, offrono un approccio attuale sul ruolo ad esempio dei personaggi femminili dell’Antico Testamento nello sviluppo delle storie o sulla questione della connessione passata e presente del sacrificio”. (aise)