Il collettivo viennese Gelitin/Gelatin per la conclusione della stagione espositiva di FOROF a Roma

ROMA\ aise\ - FOROF, realtà culturale unica che fonde archeologia e arte contemporanea, fondata da Giovanna Caruso Fendi, presenta l’evento conclusivo del Public Program della quarta stagione, in programma martedì 1° luglio, in occasione della chiusura della mostra Nimbus Limbus Omnibus del collettivo viennese Gelitin/Gelatin, a cura di Bartolomeo Pietromarchi.
Inaugurata il 1° ottobre 2024, l’esposizione è stata concepita come un progetto site-specific in costante evoluzione. Nel corso dei mesi, una serie di performance inedite ha attivato e arricchito lo spazio, trasformando FOROF in un vero e proprio cantiere di visioni in continua mutazione. Ogni intervento ha lasciato una traccia, fisica e simbolica, come in uno scavo archeologico in divenire, rivelando a poco a poco nuove sfaccettature del tema che ha attraversato l’intera stagione: le libertà.
Il programma delle performance ha coinvolto, oltre ai Gelitin/Gelatin con tre azioni ideate appositamente per FOROF, il duo artistico LU. PA (Lulù Nuti e Pamela Pintus) e l’artista spagnola Aitana Cordero. Con approcci differenti ma complementari, questi interventi hanno stimolato un dialogo profondo tra arte, spazio e pubblico, confermando di volta in volta che gli episodi sono concepiti per essere un dispositivo esperienziale e partecipativo.
“L’appuntamento di chiusura è per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione”, afferma Giovanna Caruso Fendi, “perché segnerà un momento culminante e celebrativo di un anno straordinario in compagnia dei Gelitin/Gelatin. Si chiude così un ciclo ricco di sperimentazione e visioni condivise, in cui la pratica artistica ha agito come strumento di apertura e scoperta. FOROF si prepara ora a riaprire in autunno con un nuovo progetto firmato da un’altra artista di fama internazionale: Alicja Kwade”.
L’evento del 1° luglio, dal titolo “Tutto stucco”, vedrà i Gelitin/Gelatin riuniti al completo per un’ultima azione performativa collettiva. Il pubblico sarà nuovamente invitato a immergersi in un’esperienza corale e coinvolgente, in cui gesso, corpi e gesti si fondono in un rituale contemporaneo che dialoga con l’identità storica e architettonica dello spazio, a pochi passi dal Foro di Traiano.
“L’episodio conclusivo dei Gelitin/Gelatin da FOROF”, spiega il curatore, “si presenta come una celebrazione della liberazione in tutte le sue sfumature: dalla libertà individuale all’autocontrollo, dalla castità all’immobilità, fino al festeggiamento delle leggi della gravità. I corpi si intrecciano in forme condivise di riflessione e tabù, evocando gesti arcaici e riscoprendo il senso profondo della manumissio, il rito romano di emancipazione degli schiavi che si svolgeva proprio nell’abside orientale della Basilica Ulpia, i cui resti sono oggi visibili al piano ipogeo di FOROF. Ancora una volta, i Gelitin/Gelatin mettono in scena la tensione verso il volo, simbolico e reale, all’interno del loro personale giardino sacro di ambiziosa creatività, interrogandosi sulle condizioni stesse della libertà, prima ancora di tentare di dominarle”.
IL PROGETTO DEI GELITIN/GELATIN DA FOROF
Il progetto espositivo dei Gelitin/Gelatin da FOROF si è articolato, dal 1° ottobre 2024 al 1° luglio 2025, come un’installazione immersiva e stratificata site-specific, pensata per fare dello spazio ipogeo un ambiente dove memoria, materia e ironia si intrecciano in modo radicale.
Divisa in due nuclei principali, l’esposizione si apre con un grande deposito/installazione composto da decine di opere, oggetti di scena e frammenti scultorei realizzati dal collettivo in oltre 25 anni di attività. Assemblaggi, materiali di recupero, plastilina, arredi smontati, colonne di polistirolo, ceramiche e gessi popolano lo spazio come reliquie archeologiche contemporanee, evocando le catacombe romane in un grande archivio della memoria creativa. Questa prima parte conduce il visitatore verso l’area archeologica della Basilica Ulpia, dove sono esposte alcune sculture in gesso realizzate nel 2019 e presentate da FOROF per la prima volta in Italia: grandi busti dalla doppia nuca, riflessive e identiche, che sovvertono l’idea classica di ritratto. In questi lavori si condensano i temi centrali del progetto – trasformazione, ambiguità, identità – suggeriti dal titolo stesso della mostra.
I Gelitin/Gelatin hanno attivato l’installazione Nimbus Limbus Omnibus, con una serie di performance e azioni collettive, capaci di rendere l’esperienza ancora più viva e partecipativa: dalla cerimonia inaugurale con una tavolata lunga 10 metri imbandita con dolci dalla forma provocatoria, realizzati in collaborazione con Rimessa Roscioli; alla performance/omaggio vestiti da conigli per il 20° anniversario della leggendaria scultura alpina Hase / Rabbit / Coniglio (2005); fino a Buon complenardo, la festa di compleanno per Leonardo da Vinci, in cui sono diventati una torta/scultura vivente con musica, cibo e la celebre serie delle Monna Lisa in plastilina, già presentata al Musée d’Art Moderne de Paris.
Nel loro percorso da FOROF, i Gelitin/Gelatin hanno saputo fondere materia e concetto, passato e presente, gioco e critica, facendo di ogni gesto artistico un invito alla libertà, all’ironia e alla partecipazione come solo loro possono fare. (aise)