XI edizione della Biennale Internazionale d'Architettura Barbara Cappochin: i vincitori dei premi Internazionale e Regionale
PADOVA\ aise\ - L’edizione del ventennale della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin ha visto una straordinaria adesione con più di 300 opere provenienti da 33 Paesi di tutti i continenti, con un incremento di oltre il 50% rispetto all’edizione precedente.
La Giuria internazionale ha di fatto valorizzato un’architettura inclusiva, impaginata a concetti ormai imprescindibili come la sostenibilità ambientale. L’equilibrio tra uomo e ambiente, il depauperamento delle risorse del pianeta, sono solo alcuni dei temi caldi dell’attualità con i quali gli architetti fanno i conti da tempo, convinti che l’uomo per stare bene, debba conservare e preservare l’habitat naturale e il già esistente patrimonio culturale.
Valgano come esempio le opere vincitrici della sezione regionale. Una è quella vincitrice del Premio Regionale al progetto a Rossano Veneto, Vicenza, compiuto dallo studio Scattola Simeoni Architetti. Siamo in un contesto industriale, quello tipico dei capannoni che tanto hanno sfibrato e sbrecciato il paesaggio del nostro Nord Est. L’intervento degli architetti ha invece ricomposto il dialogo tra ambiente e industria, ripensando volumi e mettendo uomo, qualità di vita e di relazioni al centro di quel progetto che si chiama “futuro”.
Una delle due menzioni d’onore è stata al recupero dell’ex chiesa di Sant’Agnese in via Dante a Padova. Progetto firmato dallo Studio Architetti Borchia Associati che ha premiato il restauro di un bene, da anni privato della sua dignità, recuperato in chiave artistica che ha creato un importante luogo culturale nel centro della città di Padova.
Molto interessante è anche, la “Riqualificazione di Piazza Marconi a Valdobbiadene, Treviso”, progettata da Colombo/Molteni Larchs Architettura, esempio di riqualificazione dello spazio pubblico e di un'architettura a misura d’uomo.
Leggendo le motivazioni della giuria saltano agli occhi parole significative come aggregazione, rispetto, partecipazione, inclusione, paesaggio, collettività, cohousing, uguaglianza di genere, architettura come mezzo di empowerment, ovvero quell’ insieme di azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui e ad aumentarne poteri e responsabilità, migliorandone le competenze e le conoscenze. Un approccio che punta, attraverso l’architettura, a fare un salto culturale, coinvolgendo l’individuo nel miglioramento della relazione col territorio e la collettività.
“È motivo di grande soddisfazione”, ha commentato Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione Barbara Cappochin, “constatare il continuo incremento dell’interesse e del prestigio sia nazionale che internazionale del Premio accompagnato dall’elevato livello qualitativo delle opere partecipanti”.
Si nota come i premi assegnati valorizzino l’architettura responsabile che va a riqualificare e a ripensare i luoghi, talvolta abbandonati, per rimetterli in circolo, a disposizione della collettività.
Da sempre la Biennale Internazionale Barbara Cappochin promuove quei concetti sociali che sono il pilastro, le fondamenta di una buona architettura: una sorta di “etica applicata” alla progettazione che testimonia come le scelte per un futuro migliore siano davvero possibili.
Le migliori 40 opere internazionali e le migliori 10 regionali selezionate dalla giuria internazionale saranno esposte a Padova in Piazza Cavour, sui tavoli dell’architettura progettati da Renzo Piano a partire dall’otto giugno, in occasione della cerimonia di premiazione, fino al 20 luglio.
I prossimi appuntamenti della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin prevedono: lunedì 13 maggio la conferenza “L’Architettura incontra la Scuola” al Centro Congressi – Fiera di Padova; venerdì 7 giugno si terrà invece la “Conferenza internazionale” in Aula Magna a Palazzo Bo; sabato 8 giugno ci sarà la presentazione dei vincitori e delle menzioni d’onore dei premi dell’undicesima edizione della Biennale che si terrà al Centro Culturale San Gaetano, venerdì 17 maggio l’inaugurazione dei Tavoli Daniele Calabi di fronte a Palazzo Moroni e del padiglione a Cà Lando, mentre sabato 18 maggio ci sarà l’apertura al pubblico della mostra “Daniele Calabi a Padova. L’architetto e la città nel secondo dopoguerra" a Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cariparo.
La Fondazione Barbara Cappochin, nata per non dimenticare Barbara, da sempre cerca di far conoscere lo stretto legame che unisce la qualità della vita alla qualità dell’architettura. Un legame strano, inusuale, apparentemente illogico, quello della vita e dell’architettura, ma in realtà vero, concreto, inderogabile. (aise)