Con le stablecoin si prepara un’altra grande crisi finanziaria - di Mario Lettieri e Paolo Raimondi

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ROMA\ aise\ - Nei giorni passati il Senato degli Stati Uniti ha approvato una mozione procedurale, con 66 voti a favore e 32 contrari, per iniziare il dibattito parlamentare sulla legislazione relativa alle stablecoin, il cosiddetto Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins (GENIUS) Act.
Le stablecoin sono delle criptovalute legate ad altri asset, come le monete, in particolare al dollaro. Gli emittenti sarebbero tenuti a detenere un dollaro di riserve per ogni dollaro di stablecoin. Dovrebbero essere meno volatili rispetto alle tradizionali criptoalute. La più grande stablecoin è Tether con una capitalizzazione di mercato di quasi 150 miliardi di dollari. Opera offshore e svolge un ruolo sproporzionato nella liquidità globale.
Se approvato, il GENIUS Act autorizzerebbe le società che emettono stablecoin a utilizzarle per acquistare titoli del Tesoro statunitensi. Si stanno, di fatto, ricreando le stesse condizioni che in passato hanno generato la grande crisi finanziaria.
La senatrice democratica Elizabeth Warren ha denunciato queste manovre: "Sono profondamente preoccupata che questo disegno di legge possa portare direttamente al prossimo crollo finanziario", ha affermato. "Non è la prima volta che il Congresso ascolta il settore finanziario e crea un regime normativo debole per un prodotto finanziario nuovo e innovativo".
La deregulation trasformerebbe il mercato delle stablecoin da 230 miliardi di dollari in uno da 2.000 miliardi, compromettendo la sicurezza nazionale, la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori.
"Venticinque anni fa, il Congresso approvò il Commodities Futures Modernization Act, una legge per sostenere l'oscuro mercato dei derivati finanziari. Quasi nessuno se ne accorse. All'epoca, i derivati erano un prodotto finanziario relativamente di nicchia. La maggior parte delle persone non capiva veramente cosa fossero o cosa facessero", la senatrice ha affermato. Secondo la Banca dei regolamenti internazionale di Basilea, oggi il valore nozionale soltanto dei derivati otc è di oltre 700.000 miliardi di dollari. Una bolla-mostro.
"Allora il Congresso creò un insieme di regole deboli e piene di scappatoie, proprio come voleva il settore. Il risultato di quella legge fu di espandere enormemente la portata del mercato dei derivati e di integrarlo ulteriormente nel sistema finanziario centrale. Quel disegno di legge contribuì a preparare il terreno per la crisi finanziaria del 2008", ha aggiunto Warren.
Ancora oggi quasi tutti i parlamentari non comprendono bene cosa sono e come funzionano i derivati finanziari o le criptovalute. I lobbisti, molto preparati e ben pagati, invece sì. L’argomento è molto furbo: oggi le stablecoin non sono regolate, facciamo allora una legge che permetta soprattutto la loro crescita. Importante che non sia restrittiva ma permissiva e compiacente. Poi ci penseranno gli esperti del settore a operare.
Contemporaneamente, dirigenti importanti della Commodity Future Trading Commission (Cftc) stanno abbandonando l’agenzia governativa che regola i mercati dei derivati perché Trump preme per una totale liberalizzazione delle operazioni finanziarie con asset digitali, spacciandola come una "modernizzazione delle regole tradizionali". Anche la Security exchange commission (Sec), l’equivalente della nostra Consob, sta ritirando le sue linee guida restrittive sull’uso di cripto asset. Fino ad oggi li riteneva dei metodi di pagamento e di stoccaggio di valori, ma non delle security, cioè dei titoli negoziabili. Inoltre, secondo Chainalysis, la società di analisi del settore, le stablecoin rappresentano oltre il 60% di tutte le transazioni illecite in criptovaluta.
Da quando Donald Trump si è insediato alla presidenza, le criptovalute hanno un posto di favore alla Casa Bianca. The Donald ne ha creata una a suo nome e un’altra per la moglie Melania. Pochi giorni fa Trump ha organizzato un pranzo privato e poi un tour della Casa Bianca con dei personaggi vip che intendevano investire nella sua stablecoin, la USD1. Si parla di investimenti per 148 milioni di dollari. Inoltre, come riporta sempre la senatrice Warren, MGX, una società d’investimento di Abu Dhabi, sta utilizzando la stablecoin di Trump per finanziare un investimento da 2 miliardi di dollari nella piattaforma Binance di scambio di criptovalute.
Il 29 maggio a Las Vegas il vice presidente J.D. Vance e due figli di Trump, Donald Jr. e Eric, hanno esaltato un pubblico di ben 30.000 persone alla Bitcoin Conference 2025. Sostenendo la bontà delle criptovalute, Vance ha affermato che "abbiamo l’opportunità di promuovere questa innovazione e di usarla per migliorare la vita di moltissimi americani; ma se non riusciamo a creare delle regole chiare, rischiamo di spingere 3.000 miliardi di dollari fuori dai confini Usa in cerca di un clima loro più favorevole". Tutti i promotori del GENIUS Act erano gli ospiti d’onore della conferenza.
La stabilità di dette criptovalute e delle stablecoin è tutta da provare. Il loro andamento di mercato può oscillare come un pendolo impazzito. Per esempio, nel 2022 il mercato perse in poco tempo ben 2.000 miliardi di dollari per poi ricuperare. Oggi il valore del bitcoin ha raggiunto i 110.000 dollari. Ma pochi mesi fa era crollato a 30.000. Che cosa succederebbe se le stablecoin, dopo aver comprato dei titoli del Tesoro, soprattutto i Treasury bill, quelli a breve scadenza, entrassero in crisi, come d’altra parte è già successo? I titoli del Tesoro sarebbero portati all’improvviso sul mercato per coprire il buco? Con quali conseguenze per la stabilità del bilancio americano e del dollaro? Non serve un “genius economico” per immaginare l’effetto destabilizzante globale. (mario lettieri*\paolo raimondi**\aise)
* già sottosegretario all’Economia
** economista