A Gaza è tregua: lo scambio di ostaggi e detenuti fra le incertezze

ROMA\ aise\ - Dopo più di 15 mesi devastanti, è entrato in vigore ieri il “cessate il fuoco” a Gaza. Un cessate il fuoco quanto mai necessario in una situazione drammatica per i palestinesi, che si ritrovano oggi con migliaia e migliaia di persone uccise, ferite, mutilate, orfane e senza più casa, e per gli ostaggi. L’accordo di tregua, mediato da USA, Egitto e Qatar, prevede, tra le altre cose, anche lo scambio di prigionieri. E mentre i tanti abitanti del nord della Striscia, nonostante le incertezze e i dubbi sull’accordo, stanno facendo ritorno tra le macerie delle loro città e delle loro case, sono stati liberati i primi 3 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. E poco dopo, Tel Aviv ha messo in libertà 90 palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.
Sono Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher i primi tre ostaggi liberati da Hamas. 3 donne che hanno lasciato la Striscia di Gaza a bordo delle auto della Croce Rossa. Mentre tra i detenuti palestinesi liberati, accolti dall’entusiasmo della popolazione di Gaza, era presente anche Khalida Jarrar, storica attivista per i diritti dei detenuti palestinesi, sessantaduenne, componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Oltre a lei, sono state liberate anche Dalal Khaseeb, di 53 anni, sorella dell’ex vice comandante di Hamas Saleh Arouri, ucciso in un attacco israeliano in un sobborgo meridionale di Beirut, in Libano, un anno fa, e Abla Abdelrasoul, 68 anni, moglie del leader del Fplp Ahmad Saadat. Fra le persone tornate nella Striscia, anche 21 minorenni, tra cui il più giovane di 15 anni.
Nel frattempo, il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, è volato in missione in Israele e Palestina, mentre ieri, l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che ha rischiato di saltare all’ultimo a causa della lista incompleta degli ostaggi da liberare, ha destato soddisfazione nel Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha commentato: “in questo momento il nostro pensiero va alla popolazione civile di Gaza - prevalentemente donne e bambini - provata da mesi di indicibili sofferenze e ai cittadini israeliani ancora tenuti in una atroce prigionia nonché all’angoscia delle loro famiglie”, ha detto Mattarella. “È ora più che mai importante l’impegno della Comunità internazionale per garantire la progressiva e piena applicazione della tregua, creando le condizioni per porre definitivamente fine alla spirale di violenza ed avviando al tempo stesso un percorso politico che porti ad una pace duratura – ha aggiunto -. Tale processo non può che poggiare sul convinto sostegno alla soluzione a due Stati, nel quadro di credibili garanzie per la sicurezza di Israele”.
“È adesso più che mai imperativo un impegno rafforzato per risolvere alla radice un conflitto che da oltre settant’anni è ragione di sofferenza per le popolazioni e di profonda instabilità”, ha concluso il Presidente della Repubblica.
L’UNICEF, tramite la sua Direttrice Generale, Catherine Russell, ha spiegato l’urgenza di portare aiuti alla popolazione palestinese martoriata dai bombardamenti israeliani andati in scena fino all’ultimo momento prima dell’entrata in vigore della tregua: “con il cessate il fuoco in corso, l'UNICEF sta trasferendo a Gaza acqua, kit igienici, cibo e vestiti invernali. Altre centinaia di camion sono in attesa di entrare. Le parti devono garantire un accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti e agli operatori umanitari, in modo che i rifornimenti possano finalmente raggiungere tutti i bambini ovunque”.
I camion umanitari sono entrati e stanno entrando ancora nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. Gli aiuti, per tutte le Onlus presenti sul territorio e le agenzia Onu, sono "la priorità" assoluta. L'italiana EMERGENCY ha commentato: la “popolazione è sull’orlo della carestia, mancano cibo e farmaci essenziali. Metà degli ospedali distrutti, l'altra metà funziona parzialmente. Noi stiamo ampliando la risposta sanitaria nella Striscia”, ha commentato Francesco Sacchi, capomissione di a Gaza, che ha aggiunto: "dopo la tregua, 600 camion umanitari al giorno nella Striscia. L'aumento è significativo ma non rappresenterà un cambio immediato, i volumi devono aumentare e rimanere costanti”.
Russell, si è detta contenta anche della liberazione di tre ostaggi israeliani. “Tutti gli ostaggi devono essere liberati e tornare dai loro cari, soprattutto i due bambini Ariel e Kfir Bibas”.
Continuano le incertezze per un accordo che sembra ancora fragile. Sarà una tregua temporanea o un cessate il fuoco duraturo? Resta un argomento estremamente diviso in Israele, mentre nella Striscia di Gaza, dopo il dolore, l’entusiasmo e il sollievo, ora, secondo Al Jazeera, sta montando sempre di più un sentimento di incertezza. (aise)