“New York volta pagina”: Mamdani nuovo sindaco – di Gabriella Ferrero

dal profilo X @ZohranKMamdani
NEW YORK\ aise\ - Le elezioni di ieri negli Stati Uniti hanno consegnato una vittoria storica a New York, dove Zohran Mamdani è stato eletto nuovo sindaco, battendo l’ex governatore Andrew Cuomo e il repubblicano Curtis Sliwa. Mamdani, 34 anni, ha ottenuto circa il 50,4% dei voti, contro il 41% di Cuomo e il 7% di Sliwa, diventando così il primo sindaco musulmano nella storia della città, il primo di origini sud-asiatiche e il più giovane da oltre un secolo.
Le elezioni di ieri negli Stati Uniti, che hanno coinvolto stati chiave come California, Virginia, New Jersey e soprattutto la città di New York, hanno sancito una netta vittoria per i candidati democratici in quasi tutte le principali sfide elettorali.
La vittoria di Mamdani assume un valore simbolico ancora più forte alla luce delle tensioni politiche nazionali. Poche ore prima del voto, Donald Trump aveva pubblicato un messaggio sui social in cui esortava i newyorkesi a non votarlo e a sostenere Cuomo, prospettando tagli ai fondi federali in caso di vittoria di Mamdani.
Il neo-sindaco, nel suo discorso di vittoria, ha risposto con tono ironico: “So che mi stai guardando, alza il volume”. Il risultato rappresenta un chiaro segnale di resistenza all’influenza trumpiana e un’affermazione dell’ala più progressista del Partito Democratico in una delle competizioni municipali più seguite del Paese.
Mamdani ha costruito la sua campagna su una piattaforma fortemente progressista: blocco degli affitti, trasporti pubblici gratuiti, asili nido universali e tassazione dei grandi patrimoni. Nel suo discorso della vittoria, ha affermato: “Il futuro è nelle nostre mani. Abbiamo rovesciato una dinastia politica” e ha sottolineato che New York sarà la luce contro Donald Trump.
La sua elezione segna un cambio generazionale e ideologico nel cuore del Partito Democratico. Le sfide non mancano. La sua capacità di attuare un programma così ambizioso dipenderà dalla collaborazione con la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, e da un delicato equilibrio politico all’interno del consiglio comunale.
Trump ha commentato la sconfitta repubblicana attribuendo la mancata vittoria al fatto che il suo nome non fosse sulla scheda elettorale: “I repubblicani hanno perso perché non c'era il mio nome sulla scheda”, ha scritto su Truth Social poche ore prima.
La serata elettorale ha visto successi democratici anche in altri Stati. In Virginia, la democratica Abigail Spanberger è stata eletta prima governatrice donna, con un netto distacco dal suo sfidante repubblicano e respingendo la retorica più polarizzante dei repubblicani legati a Trump. In New Jersey, anche la candidata democratica Mikie Sherrill ha conquistato il governatorato, consolidando il trend favorevole alle donne alla guida degli stati americani. In California, è stata approvata una riforma elettorale che potrebbe rafforzare ulteriormente la rappresentanza democratica al Congresso, perchè permette di ridisegnare i collegi elettorali in favore dei democratici, rafforzando anche il potere del governatore Gavin Newsom.
La vittoria di Mamdani, così come i risultati in Virginia e California, segnalano un’America in cerca di stabilità e anche di nuovi volti e nuove idee. La vittoria di Mamdani rappresenta un segnale di cambiamento e di forte opposizione alle politiche di Trump e New York, ancora una volta, si conferma un laboratorio politico nazionale, che anticipa le tendenze del Paese. (gabriella ferrero\aise)