Vertice a Washington: passidiplomatici e segnali per il futuro - Di Gabriella Ferrero

Washington DC – Si è appenaconcluso a Washington il summit tra il Presidente USA Donald Trump, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e i leader europei, inclusa la premier italiana Giorgia Meloni, che appenaterminato l’incontrosi è messa subito in volo verso Roma. Il volo verso Roma chiude una giornata cruciale, ma l’attenzione resta altissima: i prossimigiorni – e soprattutto il possibile incontro tra Putin e Zelenskyy – diranno se isegnaliemersi a Washington avranno seguito concreto o resteranno confinati alle dichiarazioni di principio. Trumpha lasciatointendereche “un incontro Zelenskyy–Putin–Trump” siterrà “molto presto”, forse già entro due settimane. Una prospettiva che apre scenari delicati e incerti dopo una giornata intensa appunto, densa di segnali politici, dichiarazioni calibrate e passaggisimbolicichepotrebberoincideresuglisviluppi del conflittoucrainonelleprossimesettimane. Meloni è giuntaalla Casa Bianca nel primo pomeriggio, accolta in un contesto di grande formalità; abitoscuro, stile sobrio ma deciso, in linea con il tono istituzionale dell’incontro.
Nella Sala Est, Trump ha riunito Zelenskyy e irappresentanti di Regno Unito, Francia, Germania, Italia , Finlandia e Commissione Europea. L’obiettivo: riaffermare il sostegno occidentale a Kyev. Nelle immaginicircolate dopo l’incontro, i leader europeisonoapparsi quasi come una “guardia del corpo” attorno al presidente ucraino: un segnale visibile di unità, concepito anche per arginare le pressioni su Kyev a considerare concessioni territoriali. L’incontro annunciato tra Zelenskyy e Putin, con Trump come mediatore, potrebbeessere un punto di svolta. Per Roma e Bruxelles la sfidasaràevitareche il negoziatositrasformi in un diktat a spese di Kyiv. La premier Meloni, seduta sempre vicino a Trump, ha ribadito la necessità di compattezza, ricordandoche “non esistonosoluzionisemplici” e che la pace deveandare di paripasso con giustizia e sicurezza. Meloni ha rilanciato il ruolodell’Italia come pontetransatlantico, difendendo con forza la sovranitàucraina e richiamando Washington a non indulgere in logiche di contenimentocherischierebbero di dividere il fronte occidentale. L’Italia ha rilanciato la proposta di unaclausola di sicurezzacollettiva, modellatasull’Articolo 5 della NATO, da estendere in prospettivaancheall’Ucraina. Un concettochetroverebbesostegno in partedell’establishmenteuropeo e che potrebbe rafforzare la deterrenzacontronuove offensive russe.Meloni ha difesol’unità occidentale e rilanciato un approccio fermo ma pragmatico: la pace in Ucraina non puòessere un compromesso al ribasso, ma deve fondarsi su garanzie reali.
L’Europa non accetteràsoluzionichecompromettano la sovranitàucraina. La coesione, almeno in questafase, resta il pilastrodell’approccioeuropeo. “Tutti sono molto felicidellapossibilità di PACE tra Russia e Ucraina. Al terminedegliincontri ho chiamato il Presidente Putin e avviatoipreparativi per un incontrotrilaterale, cheincluderài due Presidenti e me stesso, in unasede da definire. Il Presidente Donald Trump ha scrittosu Truth Social che l’incontro di oggi a Washington è stato “un primo, ottimopasso per unaguerrache dura ormai da quasi quattro anni”. Ha aggiunto che il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff stanno “coordinando con Russia e Ucraina”. Il presidenteucraino Volodymyr Zelenskyy hainoltredichiaratoche uno scambiocompleto di prigionieri è parteessenziale per porre fine allaguerra.
Altri leader europei hanno ribadito il loro sostegno a un cessate il fuoco.Zelenskyy ha inoltr econfermatoche le discussioni sulle garanzie di sicurezza che includono un piano da 90 miliardi di dollari per l’acquisto di armi americane attraverso l’Europa e un accordopreliminare per la fornitura di droni ucraini agli Stati Uniti. Il vertice ha apertounafasediplomaticacruciale: una partita in cui il confine trapragmaticorealismo e riduzione delle ambizioni si gioca sulla robustezza delle garanzie e sul ruolo delle democrazie occidentali come partner equilibratori. La sfida per iprossimi giorni sarà verificare se la retorica si tradurrà in un impegno concreto nel tempo. (aise)