Le sfide per la Pace alla conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia

ROMA\ aise\ - Fondamentale capire e convincere tutti gli attori che “la pace è un bene prezioso”: in Ucraina e in Medio Oriente ma anche nell’Indo-Pacifico, in Venezuela, dove c’è una delle più grandi comunità italiane nel mondo, e in Africa. Ci sono “tante sfide, comprese quelle commerciali”, per “portare la pace”.
Così, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha aperto la sessione dedicata a “Pace e Negoziati. Scenari internazionali” svolta questa mattina durante la XVII conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.
A coadiuvare il Ministro ci sono stati il Consigliere federale e Capo del Dipartimento federale degli Affari Esteri della Svizzera, Ignazio Cassis, ed il Direttore Generale dell’Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mariano Grossi.
Cassis, che ha prima spiegato l’identità della Svizzera con tutte le sue particolarità: “non siamo parte dell’Ue ma facciamo parte dell’Europa”, ha detto il Ministro elvetico di madrelingua italiana. “Con i Paesi vicini formiamo una comunità di vita intrecciata in una trama unica di storia, valori e destini comuni”. L’Europa è, secondo il Cassis, “al centro di un cerchio di fuoco, tra Ucraina, Medio Oriente e Africa, teatro di colpi di Stato, conflitto, devastazioni e migrazioni. E il multilateralismo sta mostrando profonde crepe. In questo complesso contesto si inseriscono sfide globali come cambiamento climatico e intelligenza artificiale. Siamo chiamati ad agire, ciascuno con le proprie peculiarità. La Svizzera è neutrale ma la neutralità non è indifferenza. E per essere neutrali serve anche coraggio, soprattutto per dialogare con tutti gli attori del conflitto, anche non statali”.
A seguire ha preso parola il Direttore dell’AIEA Grossi, che si è detto emozionato, da italo-argentino, di poter parlare in italiano di fronte agli ambasciatori: “io ho imparato l’italiano a casa ma a migliaia di chilometri da Roma. Questa è una forza di cui dovete essere coscienti”, ha detto rivolgendosi ai diplomatici italiani. Passando poi al fulcro della sessione, Grossi ha spiegato: “siamo di fronte a delle crisi dal carattere nucleare e ciò le rende ancora più gravi”. “Abbiamo lavorato duramente, assieme a Tajani, per sviluppare i 5 principi concreti contro gli attacchi alle centrali nucleare in Ucraina”. E ora “continuiamo a lavorare. La nostra agenzia può giocare un lavoro attivo, dobbiamo avere il coraggio di attuarlo e la capacità tecnica di farlo. La diplomazia deve credere nel multilateralismo attivo e non inutile”. “Sono stato criticato di aver parlato con Putin, ma con chi dovrei parlare? Questo è il lavoro diplomatico. Parlare sempre”. Anche in Medio Oriente la dimensione nucleare è sempre più chiara: “per la prima volta abbiamo attacchi diretti tra Iran e Israele. Stiamo ricominciando un negoziato tra loro”. “Mi auguro un lavoro più importante per la nostra agenzia – ha spiegato -. Dobbiamo ottenere un compromesso poiché la promessa per il disarmo non esiste più e si vede cinismo e anche di frustrazione e pessimismo. Dobbiamo fare tanta diplomazia nucleare e diplomazia politica”. (l.m.\aise)