L'Italia firma l'appello che chiede a Israele di rimuovere gli ostacoli agli aiuti

Foto Oxfam
ROMA\ aise\ - Dopo 22 mesi di attacchi e bombardamenti da parte dell'esercito israeliano su Gaza, la situazione umanitaria è diventata "inimagginale". E la carestia "si sta consumando sotto i nostri occhi". Per questo, l'Italia, assieme ad altri 28 partner, ha siglato un appello rivolto al Governo di Israele perché autorizzi ad entrare nella Striscia "tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali" e perché "rimuova gli ostacoli" che Governo ed esercito israeliano hanno imposto per impedire agli attori umanitari essenziali di operare.
L'appello arriva in questo momento in cui l'esercito israeliano ha approvato le linee generale della nuova offensiva di terra per occupare Gaza City e un intervento a favore della popolazione di Gaza sta diventando sempre più urgente.
La volontà dei 29 partner, come si legge nel comunicato pubblicato dalla Farnesina, è infatti quella di "fermare e invertire la spirale della fame". Anche perché, come si legge nell'appello, "lo spazio umanitario deve essere tutelato e gli aiuti non devono mai essere strumentalizzati a fini politici".
E invece, a causa di nuove e restrittive procedure di registrazione, molte "organizzazioni internazionali non governative essenziali potrebbero essere costrette a lasciare a breve i Territori Palestinesi Occupati, con un ulteriore aggravamento della situazione umanitaria".
Per intervenire sulla popolazione di Gaza ridotta ormai oltre lo stremo delle forze, occorrono misure "immediate, permanenti e concrete" che possano "facilitare un accesso sicuro e su larga scala per le Nazioni Unite, le ONG internazionali e i partner umanitari". I 29 partner chiedono dunque che "tutti i valichi e le rotte" possano essere utilizzati "per consentire l’afflusso massiccio di aiuti a Gaza, inclusi generi alimentari, forniture nutrizionali, alloggi, carburante, acqua potabile, medicinali e attrezzature mediche".
E facendo riferimento alle tante persone uccise dai soldati dell'esercito israeliano in attesa di cibo nei punti di distribuzione, i partner hanno aggiunto: "Non deve essere fatto ricorso alla forza letale". Anche per questo "civili, operatori umanitari e sanitari devono essere protetti".
Infine, nell'appello i 29 partner hanno ringraziato Stati Uniti, Qatar ed Egitto per "gli sforzi volti a promuovere un cessate il fuoco e a perseguire la pace". Per poi spiegare: "è necessario un cessate il fuoco che ponga fine al conflitto, la liberazione degli ostaggi e l’ingresso senza ostacoli degli aiuti a Gaza via terra".
L'appello è stato siglato da Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Con loro, anche l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione Europea, il Commissario UE per il Mediterraneo e il Commissario UE per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. (aise)