Rivoluzione Farnesina: dal 1° gennaio prende corpo la riforma del Ministero degli Affari Esteri

ROMA\ aise\ - “Una vera rivoluzione”: così il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha annunciato la riforma del Ministero che, conclusi tutti i passaggi legislativi necessari, dal 1° gennaio 2026 vedrà nascere “un’altra Farnesina”.
Introducendo, questa mattina a Villa Madama, la presentazione ufficiale della riforma che ne modifica la struttura, Tajani ha parlato di “un Ministero a due teste”. Con la riforma, ottenuta a costo zero, la nuova Farnesina avrà infatti due anime, una politica e una economica, due pilastri che faranno capo ognuno ad un vice segretario generale, che andranno ad affiancarsi all’attuale segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore Riccardo Guariglia.
Accanto alla Direzione Generale per gli affari politici e la sicurezza internazionale, affidata a Cecilia Piccione, verrà istituita la nuova Direzione Generale per la crescita e la promozione delle esportazioni, con a capo Carlo Lo Cascio. A esse si affiancheranno anche una nuova DG per la cybersicurezza, guidata da Alessandro De Pedys, e un potenziamento della DG per i servizi ai cittadini all’estero e le politiche migratorie, che cambierà nome in DG per i Servizi agli italiani all’estero, come ha annunciato la nuova direttrice generale Silvia Limoncini.
Sarà inoltre istituita, presso la Segreteria Generale, un’Unità per la semplificazione e il coordinamento, che avrà il compito di raccogliere suggerimenti e presentare nuove proposte per snellire e semplificare i servizi per cittadini e imprese e superare le “troppe barriere burocratiche” di cui pure soffre la Farnesina.
La riforma interverrà anche sul concorso diplomatico, che sarà aperto a tutti i corsi di laurea magistrale, e sulla formazione del personale della Farnesina. L’obiettivo, come è stato spiegato oggi, è quello di ampliare la base di reclutamento, potenziare le assunzioni e attrarre i talenti migliori diversificando conoscenze e specializzazioni del personale.
“Il mondo è cambiato”, ha osservato Tajani illustrando la riforma, e la diplomazia non può che adeguarsi a questo cambiamento. Ecco perché, ha spiegato, al tradizionale impegno in politica estera, che pure sarà gestito “in modo più coerente” assicurando “un’azione sempre più rapida e incisiva”, si affiancherà la nuova Direzione Generale che darà concretezza a quella “diplomazia della crescita” su cui la Farnesina ha deciso di puntare già da tempo, accogliendo la responsabilità del commercio estero. “L’Italia è la quinta potenza commerciale mondiale”, ha ricordato Tajani, e deve poter accompagnare le proprie aziende nel mondo in modo “efficace ed efficiente”. Il Ministero deve diventare “un punto di riferimento” per gli imprenditori, fornendo loro più assistenza e più servizi, anche tramite le 130 Ambasciate che diventeranno trampolini di lancio per le eccellenze italiane, che si tratti di imprese, cultura, sport o scienza e tecnologia. Lo scopo a cui Tajani e il governo puntano è di arrivare con il Piano di Azione per l’export italiano a 700 miliardi.
Insomma il Maeci è un Ministero “anche a vocazione economica”, il che non vuol dire che verranno meno i più tradizionali settori diplomatici: resta ad esempio la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, che continuerà a promuovere iniziative di successo come il Piano Mattei con una visione più strategica e di collaborazione e coordinamento.
Un concetto più volte ribadito quello della collaborazione, anche con le agenzie che già si occupano di commercio estero e internazionalizzazione delle imprese, come Ice, Simest, Sace, CDP e le Camere di Commercio: il ministro Tajani vuole che siano sempre più inserite all’interno della rete diplomatica. Anche per questo la tradizionale conferenza annuale delle ambasciatrici e degli ambasciatori italiani nel mondo, in programma il 18 e 19 dicembre alla Farnesina, sarà preceduta il 17 dalla conferenza nazionale dell’export che si terrà a Milano.
La crescita passa anche dalla sicurezza. Da qui nasce la Direzione Generale per la cybersicurezza, l’informatica e l’innovazione tecnologica, che, ha spiegato Tajani, avrà una componente tecnica e una politica e sarà dotata di una sala operativa, ad immagine e somiglianza dell’Unità di crisi, per far fronte ad eventuali minacce informatiche. “Vogliamo far sì che il Ministero sia all’avanguardia”, ha detto Tajani facendo riferimento alle “guerre ibride” in atto e alla necessità di respingere attacchi cibernetici e proteggere i nostri dati sensibili.
Serve però personale specializzato. Anche per questa ragione si è deciso di modificare il concorso diplomatico e di allargarlo ai laureati in altre discipline, oggi ferme a giurisprudenza, scienze politiche ed economia. Per “essere al passo con i tempi” e “rendere la Farnesina più moderna”, non bastano più i diplomatici, ha spiegato il ministro Tajani, servono anche nuove figure come “ingegneri ed esperti informatici”, oggi spesso presi in prestito dalle forze armate, ma che un domani potrebbero diventare “funzionari” del Ministero.
“Serve una macchina completamente diversa”, ha incalzato il capo dello Farnesina, annunciando la volontà di “incrementare il numero addetti” nelle Ambasciate: culturali, scientifici, agricoli, alla sicurezza… Senza trascurare l’aspetto formativo, che consentirà alla vecchia guardia di aggiornarsi e restare “al passo con i tempi”.
Grandi cambiamenti sono previsti anche nella Direzione Generale che si occupa dei connazionali all’estero, con lo scopo di “rendere più agevole il lavoro delle nostre Ambasciate e Consolati”.
Infine, ma non ultima, tra le più importanti novità di questa riforma c’è la creazione “per prima volta” di un coordinamento politico: il direttore generale per gli affari politici e la sicurezza internazionale coordinerà l’attività politica di tutte le Direzioni Generali e questo garantirà “più efficienza” al Ministero, ha detto Tajani, che ha poi concluso il suo intervento assicurando che “nei prossimi mesi verificheremo se la macchina funzionerà o andrà oleata”, ma dicendosi “certo” che la nuova Farnesina “darà un grande contributo alla crescita del Paese” e alla sua presenza nel mondo.
“Il cambiamento è un’opportunità e non un rischio; e quello della Farnesina è un prezioso investimento sul ruolo dell’Italia nel mondo”, ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, presente oggi e che ha collaborato fattivamente alla riforma.
Una riforma, ha sottolineato la presidente della Commissione Esteri del Senato Stefania Craxi, ospite anche lei a Villa Madama, dalle “forti valenze ideali”, che rappresenta “una scelta di politica estera, economica, industriale”.
Hanno quindi preso la parola i due nuovi vice segretari della Farnesina Lo Cascio e Piccione. Il primo ha illustrato brevemente i contenuti amministrativi che avrà la sua Segreteria Generale, che si occuperà anche di coordinare il nuovo pilastro economico del Ministero. La seconda, visibilmente emozionata, ha definito le tre “bussole” della sua DG, ovvero “diplomazia, visione e semplificazione”, che guideranno l’azione di coordinamento politico di tutta la Farnesina, coprendo un “arco enorme” che va dalla Cina al Sahel, dall’Ucraina all’Iran all’America Latina. Al suo fianco una “squadra entusiasta” che la direttrice generale sta cercando di “ringiovanire” per dare “nuova linfa agli approcci che vorremmo seguire”.
È seguita una sorta di tavola rotonda a cui hanno partecipato i nuovi direttori generali e responsabili, come Francesca Santoro, a capo dell’Unità per la semplificazione e il coordinamento, per la quale occorre “introdurre una vera e propria cultura della semplificazione”, aspetto fondamentale della riforma che va in due direzioni: “una interna, per snellire il nostro lavoro, e una esterna, per rendere più diretto il rapporto con i nostri utenti”. A tale scopo è stata organizzata una task force alla quale contribuiscono tutte le DG, che, ha riferito Santoro, sono state invitate a creare una task force anche al loro interno. Nell’ottica di “trasformare la macchina in modo più efficiente”, è stato anche aperto il confronto con cittadini e imprese attraverso un indirizzo email, semplificazione@estero.it, già attivo e a cui “ci aspettiamo di ricevere moltissimi suggerimenti”.
L’ascolto è uno strumento su cui punta anche il direttore generale alla crescita e alla promozione delle esportazioni, Mauro Battocchi. “Saremo l’avamposto delle imprese all’interno dell’amministrazione”, ha esordito, “ascoltandole, accompagnandole e dando loro risposte concrete”. Per far ciò la DG potrà avvalersi di una “rete importante”: quella degli uffici commerciali ed economici, delle agenzie del Sistema Italia e degli addetti scientifici e spaziali presso le Ambasciate, cui si uniranno gli Istituti Italiani di Cultura con l’obiettivo condiviso di “promuovere il sistema produttivo”. Prevista inoltre una “Unità export” che affiancherà le imprese italiane nei grandi progetti e nelle commesse internazionali. Nei prossimi giorni verrà infine lanciata la piattaforma pianoexport.gov.it: “nessuna azienda dovrà sentirsi sola”.
Di “strettissima cooperazione con tutti i partner istituzionali, con le imprese e con la società civile, per una visione integrata dell’interesse nazionale”, ha parlato Alessandro De Pedys, direttore generale per le questioni cibernetiche, l’informatica e l’innovazione tecnologica, questioni sempre più attuali e urgenti a cui la nuova riforma della Farnesina consentirà di far fronte, come già illustrato dal ministro Tajani nel suo intervento.
Il titolare della Farnesina aveva anticipato anche i contenuti della riforma della Direzione Generale per le risorse e la formazione. Patrizia Falcinelli, chiamata a dirigerla, si occuperà si arricchire il “capitale umano” che compone e fa muovere il Ministero degli Affari Esteri, attraverso il reclutamento di “nuove professionalità e competenze” che sarà garantito dal nuovo concorso diplomatico, già presentato attraverso un vero e proprio roadshow nelle università italiane; e attraverso la formazione sia in termini di “contenuti” sia di “collaborazioni” con altri enti, per un rinnovamento che Falcinelli ha definito “epocale”.
Rafforzare e semplificare i servizi per i cittadini italiani all’estero è l’intento della nuova Direzione Generale guidata da Silvia Limoncini, che si occuperà anche di enti gestori e scuole italiane all’estero. Con la riforma sarà inoltre istituito un ufficio dedicato al turismo delle radici. La squadra di Limoncini vorrebbe lanciare poi altri due progetti legati alla semplificazione: “il primo per l’assistenza consolare ai connazionali che ne hanno bisogno” e per i quali “verrà creata una sala multimediale dedicata, attraverso la quale ci sarà possibilità di assistere in maniera più efficace i connazionali” su questioni come il rimpatrio sanitario o i bambini contesi. Il secondo progetto sarà una evoluzione della piattaforma Fast-it, tramite la quale “il Consolato sarà a portata di mano”, perché i connazionali potranno sbrigare pratiche e chiedere servizi “in modo più immediato e semplice”.
Ha infine preso la parola Nicandro Cascardi, direttore generale per il patrimonio e l’amministrazione, cui sarà affidato il compito di “gestire e razionalizzare il nostro patrimonio immobiliare” e “assicurare la corretta amministrazione finanziaria anche della rete all’estero”. Si tratta infatti di un “patrimonio ingente” – sono circa 150 gli immobili all’estero – che rappresenta un biglietto da visita oltre che uno strumento di lavoro per la nostra diplomazia. Anche qui la Farnesina punta ad un nuovo “modello integrato e tecnologicamente avanzato”, come quello inaugurato poche settimane fa a Londra dal ministro Tajani e che sarà presto applicato anche in altre sedi.
A chiudere l’incontro odierno a Villa Madama è stato un entusiasta segretario generale. L’ambasciatore Guariglia, dopo aver ringraziato il ministro Tajani per il “necessario impulso” alla riforma, si è rivolto ai colleghi: “la Farnesina è una grande squadra”, ha detto, ricordando un “intero anno” di “lavoro lungo, paziente, preciso e concreto”, portato avanti per “rispondere alle urgenze del Paese”, dei cittadini e delle imprese, come pure alle “direttive del governo”.
Pur mantenendo salda la tradizione della diplomazia italiana, dal 1° gennaio dunque “la Farnesina guarderà al futuro in chiave moderna”, perché questo è sempre stato il “compito della diplomazia”, ha osservato Guariglia: “saper guardare al futuro, rispondendo agli interessi nazionali, in tutto il mondo”.
“Ora bisogna rimboccarsi le maniche”, ha concluso il segretario generale, assicurando al ministro Tajani il supporto suo personale e di tutto il Ministero per la buona riuscita di questa riforma. (raffaella aronica\aise)