A Palazzo Chigi il Premio Maestro dell'arte della cucina italiana

ROMA\ aise\ - Si è svolto nel cortile di Palazzo Chigi, questa mattina, la cerimonia per il Premio Maestro dell'arte della Cucina italiana. A condurre la cerimonia, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nel suo intervento ha spiegato come abbia spinto proprio lei a celebrare il premio a Palazzo Chigi "per una ragione precisa: noi oggi abbiamo consegnato un riconoscimento che non esisteva. Aggiungo che incredibilmente non esisteva. Incredibilmente nessuno fin qui aveva pensato a un modo per valorizzare il contributo di chi, con la sua opera, con il suo ingegno, con la sua passione, con la sua competenza, esalta ogni giorno il prestigio della cucina italiana e facendolo rende lustro alla nostra Nazione, valorizza il nostro straordinario patrimonio enogastronomico, lo rende apprezzato e desiderato in tutto il mondo".
"Cioè proprio l'Italia, la Nazione che più di ogni altra è famosa nel mondo per la sua arte culinaria - ha spiegato ancora Meloni - non ha mai ritenuto di dover rendere il giusto merito a chi fa grande quest'arte, a chi la esporta, a chi di fatto costruisce un pezzo fondamentale della nostra reputazione e ci garantisce quella ammirazione che il mondo intero ci tributa".
Per questo, spiega Meloni, "abbiamo deciso, su suggerimento di alcune persone che sono state fondamentali in questo percorso, di colmare questa lacuna e di costruire un sistema di premialità che fosse specificamente dedicato alle professioni della gastronomia come avviene già da molto tempo in altre Nazioni dalle quali tuttavia non abbiamo da imparare. Lo abbiamo fatto perché, se siamo la Patria del buono e della qualità, noi lo dobbiamo a persone come quelle che sono state premiate oggi, a uomini e donne che sono fondamentalmente innamorati dell'Italia, delle sue tradizioni, del suo territorio, del suo patrimonio unico al mondo".
Meloni pensa dunque che "sia giusto per l'Italia ringraziare questi simboli, questi patrioti, questi ambasciatori per il servizio che rendono alla nostra Nazione". Così, ha chiesto all'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato di realizzare una medaglia di bronzo, una spilla e un fregio per i premiati che sono: "Maestri di cucina, di arte, di vita, di Italia".
"La loro maestria - ha agginto ancora la Premier - ci ricorda da dove veniamo ma anche quello che riusciamo a fare. Ci insegna cosa sia la tradizione perché noi si possa essere pienamente consapevoli di quello che abbiamo ereditato e della responsabilità che abbiamo nel trasmettere quella eredità a chi verrà dopo di noi". Per la premier è importante anche perché "con il loro esempio ci raccontano cosa sia l'orgoglio di essere italiani". La Meloni ha poi citato un proverbio latino (verba movent, exempla trahunt - le parole muovono, gli esempi trascinano). E secondo lei, "noi italiani abbiamo bisogno di chi sappia trascinarci per tornare a credere in noi stessi e a credere nelle cose straordinarie che questa Nazione sa e può fare". "Il vostro esempio trascina - ha detto rivolgendosi ai premiati - perché è fonte di ispirazione, qualcosa che si può vedere, che si può toccare, che si può gustare e che però ha anche delle ricadute sociali ed economiche particolarmente importanti, come abbiamo intravisto insomma anche nei video che sono stati mostrati durante le premiazioni".
"Voi ci ricordate che è nostro compito saper accompagnare la grande eredità che abbiamo ricevuto nel futuro consegnando il testimone di generazione in generazione - ha aggiunto ancora la Premier -. Ed è il motivo per il quale abbiamo previsto anche che i nostri maestri possano insegnare in qualità di esperti negli istituti professionali per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera. Anche in questo modo vogliamo preparare i nostri ragazzi a percorrere nuove strade di eccellenza, potendo contare sulla esperienza, sul campo, sull'insegnamento di chi ha fatto della propria passione un lavoro e del proprio lavoro un'arte. Ai premiati di oggi, come ricordava il Ministro, si aggiungeranno negli anni nuovi maestri, ma anche nuove categorie oltre le otto che abbiamo stabilito per ora, insomma, che abbiamo premiato questa mattina, perché il nostro obiettivo è quello di creare una vera e propria comunità di riferimento per l'eccellenza della nostra enogastronomia, farlo in Italia e farlo al cospetto del mondo, perché l'enogastronomia italiana è un'arte capace di raccontare la nostra cultura, il nostro modo di vivere, ma soprattutto di esprimere la nostra identità nazionale in quella che è la sua varietà e la sua complessità e quindi il bello della nostra identità. Questa è anche la ragione per la quale abbiamo candidato la cucina italiana, la più apprezzata al mondo, a patrimonio immateriale dell'UNESCO, per tutto quello che rappresenta in termini di cultura, di storia, ma diciamo anche questo di benessere. E voglio dire, quindi senza esagerare, che mi piace considerare queste persone come una sorta di beni culturali viventi, perché nelle loro mani, nella loro maestria, c'è la sintesi di un patrimonio che continua ad evolversi pur rimanendo ancorato alle proprie radici, fedele alle proprie radici. Il loro valore va al di là di quello che fanno e produce un valore promozionale inestimabile per l'Italia, per la sua agricoltura, per la sua enogastronomia, per tutto il settore agroindustriale e anche per questo abbiamo il dovere e la gioia di riconoscere quello che queste persone fanno per tutti noi".
Passando alla politica, la Meloni ha assicurato sostegno, e la volontà di "valorizzarvi, come stiamo facendo per i nostri prodotti agroalimentari, che sono anch'essi un bene da difendere".
Proprio sui prodotti agroalimentari italiani si è soffermata la Presidente del Governo: "sono richiesti in tutto il mondo, a partire ovviamente dall'Europa, mentre bisogna ricordare che gli Stati Uniti sono il secondo mercato di destinazione con un export che è salito nel 2024 del 17%". Ma ora, secondo Meloni, con i nuovi dazi imposti da Trump, il rischio è avere "pesanti risvolti per i produttori italiani". E dal canto suo ha commentato: "penso che sarebbe anche un'ingiustizia per molti americani perché limiterebbe la possibilità di acquistare e consumare le nostre eccellenze solo a chi ha la possibilità economica di spendere di più". Questa, secondo Meloni, "è la ragione per la quale resto convinta che si debba lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti e né l'Europa, il che ovviamente non esclude, se necessario, di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni".
"Del resto la difesa del nostro agroalimentare è stata una priorità per questo Governo fin dal suo insediamento" ha assicurato ancora la Premier, che poi ha aggiunto di aver fatto: "stanziamenti come mai si erano visti prima", investimenti "sulla competitività delle filiere, contrastando la contraffazione e la concorrenza sleale". Inoltre, ha spiegato di aver puntato "sulla formazione per avvicinare sempre di più i giovani a un mondo che ha bisogno del loro entusiasmo e della loro capacità di innovare".
"Questa è la visione che abbiamo incarnato finora, che intendiamo portare avanti, perché l'arte culinaria e l'agroalimentare sono sinonimi di identità e di cultura, ma anche di qualità, di solidarietà, di sostenibilità, di cura del territorio, di energia pulita - ha concluso Meloni -. Finché ci sarà chi semina, chi coltiva, chi raccoglie e chi trasforma quei prodotti in opere d'arte sulla nostra tavola, ci saranno anche un'Italia e un'Europa capaci di guardare al futuro con speranza e con ottimismo". (aise)