Identità oltre confine: ultimi giorni per la mostra della Collezione Farnesina all’IIC di Vilnius

Da sinistra: Elisa Montessori, Disegni, 2003. Collezione privata, courtesy l’artista. Elena Bellantoni, The Fox and the Wolf: Struggle for power, 2014. Courtesy l’artista. Photo © Modestas Endriuška. Collezione Farnesina

VILNIUS\ aise\ - Per festeggiare i 25 anni della sua Collezione d’arte contemporanea – che raccoglie opere di tutto rilievo dell’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi - la Farnesina promuove una grande mostra itinerante per l’Europa.
Fino al 3 novembre l’Istituto Italiano di Cultura di Vilnius ospita la seconda tappa del progetto espositivo Identità Oltre Confine, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’IIC di Vilnius.
Dopo l’esordio a Berlino, la mostra ha aperto il 23 settembre alla presenza dell’Ambasciatore Emanuele de Maigret, della curatrice e di alcune delle artiste coinvolte, registrando grande interesse e partecipazione di pubblico.
Vilnius è stata scelta come sede simbolica per rappresentare il Nord Europa, segnato negli ultimi trent’anni da profonde trasformazioni politiche, culturali e sociali. La capitale lituana, con la sua vivace scena artistica e la ricca stratificazione storica, si è rivelata contesto ideale per indagare le tensioni e le continuità tra memoria e futuro.
Il percorso espositivo, introdotto dall’opera Fibonacci (1975) di Mario Merz, si articola in tre nuclei tematici – Radici di resistenza, Ecologie instabili, Geografie del distacco – che intrecciano generazioni e linguaggi differenti, valorizzando la pluralità delle esperienze artistiche italiane contemporanee.
Tra le novità di questa tappa figurano la proiezione di Trebbiatori Celesti di Sarah Ciracì, appositamente restaurata per l’occasione, e l’esposizione delle due maschere originali del Lupo e della Volpe utilizzate nella performance The Fox and the Wolf: struggle for power (2014) di Elena Bellantoni. Inoltre, come in ogni tappa, è stata presentata una poesia visiva di Tomaso Binga, scelta in relazione al contesto locale: a Vilnius Sono Ecologica (1987), installata su parete con lettura sonora in cuffia e traduzione in lituano.
“Credo che la scelta di realizzare questo progetto a Vilnius sia stata fondamentale. La città rappresenta un crocevia di memorie e identità, dove il dialogo tra passato e presente è continuo” commenta la curatrice Benedetta Carpi De Resmini. “Il lavoro dell'archeologa Marija Gimbutas, che ha studiato le culture neolitiche europee e ha interpretato il simbolismo femminile nelle culture antiche, offre una prospettiva interessante per comprendere la relazione tra l'essere umano e l'ambiente. La sua teoria sulla Dea Madre e sulla centralità del femminile nelle culture preistoriche può essere letta in chiave ecologica, come un esempio di come le società antiche abbiano vissuto in armonia con la natura. Il linguaggio poetico di Tomaso Binga nella poesia Sono ecologica riecheggia questa prospettiva, offrendo una visione su come l'arte possa dare visibilità a ciò che è stato represso e su come la prospettiva ecologica possa diventare una chiave di lettura importante per comprendere e rappresentare la complessità del mondo contemporaneo”. (aise)