Stop del Garante della Privacy a ChatGPT: ma quali sono i numeri in Italia?

MILANO\ aise\ - Il Garante della Privacy ha appena bloccato in Italia e annunciato l'apertura di un'indagine su ChatGPT, ma quali sono i veri numeri del fenomeno in Italia?
La notizia ha destabilizzato il settore, provocando la reazione unanime di “apocalittici e integrati”, per dirla con Eco. Per comprendere il fenomeno: cercando ChatGPT su Google, al momento, i risultati ottenuti in italiano sono oltre 587mila, destinati ad aumentare. L’IA diventata alla portata di tutti ha infatti scalzato dal podio della notiziabilità il metaverso. Sembra proprio che i prompt siano pronti a mandare in soffitta i lavori ripetitivi che non richiedono l’intervento di creatività e passione.
Questo il preoccupante quadro che emerge in rete e sui giornali: ma quali sono i reali numeri del fenomeno in Italia? La digital intelligence company The Fool, ha condotto una ricerca basata su una survey fatta a 1.000 persone tra i 16 e i 64 in Italia nel mese di febbraio, utilizzando i dati di GWI, per indagare quanto le persone conoscessero la piattaforma e le modalità di utilizzo.
“È assurdo che le grandi multinazionali non abbiano ancora capito che ci sono dei paletti imposti dal garante della privacy che non possono essere ignorati. Ci sono andati già a sbattere colossi come TikTok e non solo. L'altro grande tema riguarda l'utilizzo dei dati per la fase di training, la fase di addestramento dell'app”, commenta così l’intervento del garante, Matteo Flora, Founder & Board Director di The Fool e Professore in Corporate Reputation & Business Storytelling, in CyberSecurity ed in Data Driven Strategies. “Il provvedimento è lievemente eccessivo, cercheremo di capire meglio i termini della faccenda chiedendo direttamente al Garante ma ricordiamoci che il blocco riguarda un'app consumer come ChatGPT e non la tecnologia che ci sta dietro te che resta a disposizione di chi la utilizza e la sta sviluppando come noi in The Fool”.
Andando ad analizzare i numeri sull’effettivo utilizzo di ChatGPT in Italia, la survey ha evidenziato che il 48,5% degli intervistati non ha mai sentito parlare di ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI. Allo stesso tempo, il 21,4% ne ha sentito parlare ma non è sicuro di cosa sia, il 22,1% ne ha sentito parlare e conosce le sue caratteristiche ma non lo ha mai usato, mentre solo l'8% degli intervistati ha dichiarato di usarlo.
Riguardo all'interesse verso ChatGPT, il 34% degli intervistati ha mostrato un qualche livello di interesse, mentre il 28,8% non è né interessato né non interessato. Il 15,2% si è detto decisamente non interessato e il 12,9% molto interessato.
All'interno dell'8% degli intervistati che hanno dichiarato di usare ChatGPT, la maggior parte lo utilizza almeno una volta a settimana, se non tutti i giorni. Inoltre, i maggiori casi d'uso sono migliorare o integrare il lavoro che hanno già svolto, sperimentare e divertirsi e, per il 34% degli utenti, cercare informazioni e fatti. Tra coloro che utilizzano ChatGPT, il 75% lo trova utile.
Tuttavia, il 58% degli intervistati è preoccupato che gli strumenti di intelligenza artificiale possano essere usati per scopi poco o per niente etici, come la disinformazione o per aiutarsi nei compiti scolastici. Il 41% è preoccupato per l'impatto che gli strumenti di intelligenza artificiale possono avere sugli artisti e i creativi, mentre il 40% crede che i progressi nei tool di AI possano migliorare il lavoro. Infine, il 26% degli intervistati non è preoccupato per come gli strumenti di intelligenza artificiale possano essere sviluppati.
In conclusione, la ricerca di The Fool su ChatGPT e l'intelligenza artificiale ha rivelato una bassa consapevolezza dell'esistenza di ChatGPT tra gli intervistati, ma allo stesso tempo ha evidenziato un discreto interesse tra coloro che ne hanno sentito parlare. La maggior parte degli utilizzatori ha dichiarato di utilizzarlo per migliorare o integrare il proprio lavoro e di trovarlo utile. Tuttavia, una percentuale significativa di intervistati ha espresso preoccupazioni sull'utilizzo etico degli strumenti di intelligenza artificiale. (aise)