Virginiapertutte: a Bologna la mostra partecipata che coinvolge le donne di tutte le culture

BOLOGNA\ aise\ - Fino al prossimo 23 giugno, il Chiostro di Santa Cristina a Bologna ospiterà la mostra “Virginiapertutte”, promossa dal Centro delle Donne nell’ambito del Patto per la lettura del Comune di Bologna. Si tratta di progetto internazionale e socio-culturale di arte partecipata di Patrizia Benedetta Fratus, a cura di Ilaria Bignotti, Connecting Cultures di Anna Detheridge e il Centro antiviolenza Butterfly di Brescia.
Patrizia Fratus ha preso il libro di Virginia Woolf, “Una stanza tutta per sé”, lo ha suddiviso in frasi di massimo due righe e lo ha mandato, attraverso una “call to action”, a tutte coloro che volessero tradurlo nelle lingue e nei dialetti del mondo, trascrivendolo su tessuti bianchi con inchiostro indelebile o ricamandolo con un filo rosso.
Diffondendosi a macchia d'olio e appoggiandosi anche ai centri anti-violenza di donne con cui l’artista collabora, i “versetti” hanno riscosso un enorme successo: ne sono stati cuciti ben 2.690 in 143 lingue e dialetti diversi. L’artista donerà all’Associazione Orlando del Centro delle Donne il primo capitolo dell’opera d’arte partecipata, realizzata su drappi bianchi in cotone, scritti in rosso e ricamati da gruppi e singole donne in svariate lingue e dialetti del mondo.
L’opera di traduzione in tutte le lingue madri del mondo, iniziata come gesto poetico e politico e con l'obiettivo di sottolineare la totale mancanza di accesso alla cultura ancora chiamata “femminista”, si è trasformata in un viaggio alla scoperta del potere delle parole e della narrazione nelle vite di tutte le persone. È diventata un invito alle donne a diventare autrici della propria storia. Così diventeranno autrici anche di altri mondi. Il progetto, come deve essere per sua natura e attitudine, diventa così un work in progress multidisciplinare, mutevole eppure coeso.
Come viene riportato nel Manifesto di “Virginiapertutte”, “Una stanza tutta per sé” è un saggio che ripercorre la vicenda umana e letteraria dell’autrice Virginia Wolf, volto a rivendicare, per il genere femminile, il diritto e la possibilità di far parte del mondo culturale che, all’epoca, era di esclusivo appannaggio maschile. Partendo da questa centrale volontà, il saggio prova a scardinare e decostruire lo stesso linguaggio maschile e patriarcale, sia in ambito letterario che, più ampiamente, sociale e politico, liberando la donna da secoli di silenzio e sudditanza. (aise)