A Gorizia torna il festival internazionale èStoria

GORIZIA\ aise\ - èStoria, il Festival internazionale della Storia di Gorizia, rende omaggio a Gorizia e Nova Gorica, designate, insieme e per la prima volta nella storia, Capitale europea della cultura transfrontaliera 2025.
Protagonisti quindi degli incontri con illustri storici ed esperti del panorama internazionale saranno, dal 29 maggio all’1 giugno, i luoghi dove l’uomo cerca rifugio da millenni, definendo confini, spazi e funzioni per la comunità; città che hanno sviluppato nel tempo una forte identità, capaci, ciascuna a suo modo, di mantenere nel tempo un preciso profilo culturale e politico.
“Questa XXI edizione”, spiega il direttore del Festival, Adriano Ossola, “non poteva che intrecciare la peculiarità della storia goriziana con quella delle altre città del mondo di cui si occuperà, da Uruk a Gaza, da Babilonia a Kiev, da Atene a New York. Il programma della manifestazione offrirà quindi occasioni di riflessione sui luoghi che sono tuttora la vera forza motrice della civilizzazione umana, crogiolo di progettazioni politiche, laboratori di carattere urbanistico, sociale, economico, in cui la società cerca una vita protetta dai pericoli incombenti, dalla fame e dalle calamità, ma che hanno bisogno di trovare costanti adattamenti ai sempre più rapidi cambiamenti sociali ed ecologici”.
Come ogni anno il programma animerà le principali sedi culturali del centro di Gorizia e ospiterà tra gli altri Alessandro Barbero, Anna Bikont, Marie-Janine Calic, Franco Cardini, Aldo Cazzullo, Paul Cartledge, Maurizio De Giovanni, Omar El Akkad, Mark Galeotti, Alessandro Giuli, Nicola Gratteri, Paulin Ismard, Gilles Kepel, Gad Lerner, Edward Luttwak, Daniele Manacorda, Dacia Maraini, Ezio Mauro, Luca Mercalli, Moni Ovadia, Michela Ponzani, Federico Rampini Pablo Sendra, Gian Antonio Stella, Marco Travaglio, Zelfira Tregulova, Olivier Wieviorka e Ben Wilson.
L’inaugurazione, alla presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, si terrà giovedì 29 maggio, alle ore 17.30, presso il Teatro Comunale Giuseppe Verdi. Il ministro presenterà per il Festival, insieme alle curatrici del volume, la raccolta poetica di Carlo Michelstaedter, una antologia poetica multilingue - 15 poesie tradotte in 12 lingue - in memoria del goriziano poliglotta e aspirante traduttore Carlo Michelstaedter. Il primo incontro del Festival, che si terrà presso il Teatro Comunale G. Verdi il 29 maggio, 9.30) sarà dedicato doverosamente all’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale; Javier Rodrigo, Olivier Wieviorka e Mimmo Franzinelli dialogheranno sul maggio del ‘45, ragionando sulle conseguenze del conflitto e su quanto la comunità europea sia pronta a fare i conti, soprattutto oggi, con questa triste eredità.
Entrato nel vivo, il ricco programma dedica ampio spazio alle città del passato cominciando con Ebla, la ricchissima capitale degl Eblaiti portata alla luce nel 1965 da Paolo Matthiae (Franco D’Agostino e Antonella Testa); Samarcanda, luogo d’incontro tra mito e realtà, protagonista delle tratte della Via della Seta e centro di grande ricchezza nell’Asia centrale (Franco Cardini e Marco Buttino con Roberto Roveda); Roma medievale, centro della corte pontificia, prezioso scrigno d’arte, avversaria del potere imperiale, ma anche città profondamente in crisi, demografica e sociale, sarà raccontata da Alessandro Barbero; Roma Barocca, che nel secolo XVII vede sorgere uno dopo l’altro palazzi, chiese, monumenti e fontane, sarà al centro della conversazione di Renata Ago e Maria Vittoria Adami; si parlerà di Atene, faro della cultura ellenica, la pòlis della democrazia, della filosofia, della politica, delle arti (Paul Cartledge, Paulin Ismard e Laura Pepe) e di Pericle, promotore di una massiccia trasformazione architettonica della città, politico infaticabile, ma anche figura scomoda, accusata di aspirare alla tirannide (Paul Cartledge e Laura Pepe con Roberto Roveda); Uruk, una delle più antiche città al mondo, la cui storia si fonde alla leggenda, centro di mutamenti fondamentali, come la comparsa della scrittura cuneiforme sumerica (Paolo Venti e Ben Wilson); Pechino, sempre protagonista nelle vicende della Cina: distrutta e riedificata plurime volte, essa mantiene inalterato il suo fascino antico e nobile (Stefano Cammelli e Silvia Zanlorenzi). Babilonia, faro culturale del Vicino Oriente, segnata dalla fama di crogiolo di lussuria e vizio (Paolo Brusasco e Giovanni Iudica con Armando Torno).
Il Festival racconterà alcune delle capitali culturali del mondo: L’Atlante delle città eterne è un itinerario attraverso le grandi città del mondo, una esplorazione dei centri urbani ammantati da un fascino eterno, messi questa volta a nudo, senza abitanti, rumori, e frenesie quotidiane (Fernando Gentilini con Alessandro Gnocchi); Vienna, cuore pulsante della Mitteleuropa, la grande capitale asburgica che ha saputo ospitare in sé uno dei più riusciti e fruttuosi dialoghi fra tradizione e modernità (Jean-Paul Bled e Franco Cardini con Pierluigi Sabatti); Londra città aperta, dalla romana Londinium alla Londra moderna, l’evoluzione di un emporio internazionale che ha affermato la propria egemonia e la propria lingua, e oggi è punto di riferimento della finanza mondiale (Vito Bianchi e Ben Wilson con Maria Vittoria Adami); Neapolis 2500; il fascino di Napoli, città che il mito vuole nata da una sirena, ha stregato generazioni di visitatori tanto per le sue bellezze, quanto per quella “Napoletanità” che Goethe attribuì alla sua gente (Maurizio de Giovanni e Luigi Mascilli Migliorini con Pietro Spirito); Siena: la magia di uno tra i più fiorenti centri commerciali ed artistici toscani del tardo Medioevo che conserva ancora l’impronta inconfondibile dell’urbe medievale (Duccio Balestracci e Miriam Davide); di città italiane nel Medioevo e dell’ascesa di importanti centri comunali quali Firenze, Siena e Milano, ormai eternati nel nostro immaginario come simboli di quell’epoca conversano Ilaria Taddei e Franco Franceschi con Matteo Sacchi. Parigi è al centro di due incontri: La città e i suoi musei, dal Louvre al Musée d'Orsay fino al Centre Pompidou, hanno segnato la storia e la cultura della città, anche dal punto di vista urbano e sociale (Carla Barbanti e Andrea Bellavite con Selina Trevisan) e La città e la cultura da Monet a Sartre, un ‘invito al viaggio’ su due prospettive: da un lato li grandi progetti urbanistici e dall’altro, l’arte, le avanguardie, la letteratura che qui trovano, negli ultimi due secoli, uno spazio figlio dell’Illuminismo (Umberto Alberini e Giorgia Gemo); Firenze rinascimentale, la città-simbolo del Rinascimento, sa ancora affascinarci non solo per le meraviglie di quella stagione, ma anche per le vivacissime menti che l’hanno popolata (Michele Ciliberto e Armando Torno).
Di alcune città si racconterà la lunga storia, dal passato fino ad oggi: In L’Europa delle città e i nuovi imperi un grande giornalista si interroga sull’impatto, in termini culturali ed economici, del nuovo corso americano in una realtà altamente sedimentata come quella delle città europee (Ezio Mauro con Francesco De Filippo); Teheran al tempo di Trump 2.0 è un reading teatrale che accompagnerà il pubblico a spasso per Teheran seguendo un giovane laureato che fa da guida ai pochi turisti, raccontando i sentimenti che muovono gli iraniani dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca (Farian Sabahi); Firenze capitale d’Italia a città internazionale: dopo i sei fugaci anni da Capitale del Regno, raccontiamo la proiezione nelle moderne dinamiche europee, divenendo, già dai tempi del primo mandato del suo illustre sindaco Giorgio La Pira (Fulvio Conti e Stefano Pilotto); Le città di Dante. Usi e abusi di un mito da Firenze a Ravenna è il racconto del legame del sommo poeta con la città natale e quella in cui si vedrà costretto a spendere gli anni conclusivi della sua vita (Fulvio Conti e Matteo Sacchi); Baghdad: dall’età d’oro del Califfato Abbaside alle violenze del regime di Saddam Hussein e l’atrocità dell’invasione del 2003; tutto questo è Baghdad, città dai mille volti e dalle mille storie (Lorenzo Cremonesi, Farian Sabahi con Paolo Venti); Karbala, 100 km a sudovest di Baghdad, una delle città sante dell’Islam sciita, meta di pellegrinaggio. Qui nel 680 d.C. ebbe luogo il martirio dell’Imam Hossein, nipote del profeta Maometto, il cui sacrificio è il simbolo della frattura tra sunniti e sciiti (Farian Sabahi); Storia, identità e futuro di Israele: un arduo confronto fra storici di diversa estrazione su uno dei luoghi più critici dell’intera modernità. (Benny Morris e Claudio Vercelli con Chiara Fragiacomo); Gerusalemme: città antica, contesa da sempre e da sempre teatro della difficile convivenza di tre religioni ed ancor più popoli ed etnie, Gerusalemme promana un fascino unico, che non l’ha mai lasciata, neppure nei momenti di maggiore travaglio, come quello presente (Lorenzo Cremonesi, Gilles Kepel e Benny Morris con Francesco De Filippo); Venezia tra fondazione, attualità e prospettive future. Dialogo sul futuro di Venezia, dominatrice delle rotte commerciali nel passato, luogo di incessante ammirazione e oggi meta di un turismo violento (Donatella Calabi, Giorgio Ravegnani e Gian Antonio Stella); Russia: grande potenza ed attore di spessore dello scenario internazionale, questa Nazione si mostra sempre più vittima di una “sindrome dell’accerchiamento” intimamente legata al suo genoma storico (Mark Galeotti e Marco Travaglio con Francesco De Filippo); Il miracolo di Roma: il fascino intramontabile dell’Urbe per eccellenza viene indagato, dalla sua remota fondazione sino all’anno giubilare, in un dialogo tra un raffinato archeologo e una brillante contemporaneista (Daniele Manacorda, Michela Ponzani con Enrico Vinti); in A Trieste con Svevo, a partire da tre parole fondamentali – città, coscienza e lingua – Mauro Covacich costruisce un’insolita “lezione” su un autore che, per il mondo letterario italiano, si presentò all’epoca come un corpo estraneo, un industriale che si dedicava alla scrittura in una città come Trieste, la cui identità restava periferica e ibrida.
Alcune città saranno raccontate nel loro legame con la guerra: Città occupata e città liberata: Milano tra il 1943 e il 1945: analisi politica, militare e sociale dei seicento giorni di occupazione nazista e di dominazione fascista repubblicana del capoluogo lombardo (Marco Cuzzi ed Ezio Benedetti); Berlino città divisa: dai fasti del Kaiserreich all’asprezza di una divisione in apparenza eterna, Berlino è di la città simbolo del tragico Secolo Breve che tanto l’ha segnata (Giovanni Bernardini e Jean-Paul Bled con Armando Torno); Sarajevo è il prodotto più visibile dei secoli di coabitazione della città da parte di varie culture e popolazioni, ma questa pluralità di anime è anche una delle croci della città divenuta simbolo dello straziante conflitto balcanico che l’ha vista martire (Egidio Ivetic e Jordi Martín-Díaz con Pier Luigi Lodi); Auschwitz è un nome legato tragicamente alle vicende del periodo più buio del Novecento, la “macchina perfetta” delle SS (Chiara Fragiacomo e Andrea Frediani); Gaza: in una striscia di terra sottile appena qualche decina di chilometri, da tempo immemore, due popoli e due culture sono opposti da una lotta condotta con brutalità e cinismo al quale il mondo assiste sgomento (Gad Lerner con Antonio Di Bartolomeo); Hiroshima e Nagasaki: alle 8:15 del 6 agosto 1945 un B-29 della US Air Force sgancia il suo letale carico sulla città nipponica di Hiroshima. L’esperimento è replicato pochi giorni dopo su Nagasaki, segnando una svolta epocale per l’Umanità (Silvia Zanlorenzi).
Il festival guarda anche al futuro delle città, che devono sopravvivere al cambiamento climatico, ma anche alle spinte sociali: La città e il clima spiega il delicato rapporto delle città con il clima, nel contesto di un continuo mutare dei fenomeni meteorologici e della loro intensità (Luca Mercalli, Ben Wilson); Le città dell’universo: come sarà abitare nello spazio è un itinerario fra le possibilità che il futuro ha in serbo per lo sviluppo delle città in una dimensione alquanto insolita, quella dello spazio, che oggi ci sembra vicino ed abitabile (Martina Delpiccolo e Annalisa Dominoni con Benedetto Quaquaro); La città futura è un prorompente numero unico per la Federazione giovanile piemontese del PSI edito nel 1917 da un giovane Antonio Gramsci (Angelo D’Orsi e Martina Vocci); La natura nella città: la città è innaturale, manipola e altera il suolo, intercetta le vie di movimento della fauna selvatica, interrompe il ciclo vitale di piante e animali con l’illuminazione notturna e devia con canali i naturali corsi d’acqua. È possibile, però, dare alla biodiversità un posto in città? (Philippe Billet e Roberto Louvin con Brunetta Noel); Kiev: una scrittrice ed accademica dalla brillante carriera, che proprio lì è nata, ci conduce in un’esplorazione di Kiev e delle sue prospettive future (Elena Kostioukovitch e Marina Rossi); New York: un giornalista di fama internazionale ci conduce in una visita alla città che da molti anni lo ospita, emblema del sogno americano, nonché centro di importanza economico-sociale primaria nel quadro globale (Federico Rampini e Francesca Terranova); Progettare il disordine. Idee per la città del XXI secolo spinge a immaginare una città diversa, pensata per favorire ed avvicinare i suoi abitanti con delle innovative “infrastrutture del disordine” che siano non solo prodotto d’architettura, ma anche siti di aggregazione e scambio sociale (Pablo Sendra e Claudio Meninno - con traduzione simultanea in sloveno).
Per questo anno speciale, alcuni incontri saranno tradotti in lingua slovena. Ampio spazio sarà naturalmente dedicato a Gorizia e Nova Gorica; tra i tanti appuntamenti, La città del futuro: Nova Gorica-Gorizia è un incontro in italiano e sloveno che si terrà a Nova Gorica per ricordare la nascita della città, quando nel giugno 1948, a causa dei nuovi confini del dopoguerra, Gorizia, rimase italiana e sul confine occidentale cominciò la costruzione del centro sloveno (Boštjan Vuga e Aleksandra Torbica con Andrea Bellavite); Gorizia, soprannominata Nizza austriaca, cinta da colline verdi, ha sempre catturato il fascino di viaggiatori e visitatori, ammirati dalla sua profonda quiete (Federico Vidic).
Il Premio èStoria, riconoscimento all’impegno per la divulgazione storica da parte di accademici, scrittori, artisti, giornalisti, testimoni e studiosi, viene quest’anno assegnato ad Aldo Cazzullo. La premiazione si terrà sabato 31 maggio presso il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Gorizia. Il giornalista sarà protagonista, accompagnato da Moni Ovadia del reading Il romanzo della Bibbia; il racconto toccherà alcuni degli episodi e dei personaggi più noti dell’Antico Testamento: dalla Creazione a Sodoma e Gomorra, da Adamo ed Eva all’Arca di Noè, da Abramo fino alla profezia di Isaia che preannuncia e lascia intravedere l’arrivo del Messia. Musiche a cura di Giovanna Famulari.
Torna con la sua quinta edizione anche la manifestazione parallela dedicata al cinema, èStoria Film Festival, dal 26 maggio al 1° giugno, con incontri, approfondimenti e proiezioni di film a tema storico presso il Kinemax di Gorizia. La rassegna internazionale si inaugura il 26 maggio alle 20.00 con la proiezione di Metropolis, capolavoro di Fritz Lang del 1927: il 2026 doveva apparire lontanissimo al padre e maestro del cinema espressionista, che s’immaginò il mondo come preda di voraci magnati dell’industria, unici detentori di una ricchezza assai parca di doni verso la classe operaia, costretta a vivere in squallidi distretti sovraffollati. In questo distopico scenario s’intrecciano le storie dei protagonisti di “Metropolis”, autentico monumento del cinema anni ’20 e modello di riferimento per il genere di film che ritraggono una città (Introduce e commenta Michele Gottardi, accompagnamento dal vivo della Zerorchestra). Tra gli altri classici che verrano proposti, Le mani sulla città (Francesco Rosi, 1963), Uno, due, tre! (Billy Wilder, 1961), Manhattan (Woody Allen, 1979); quest’anno il Premio èStoria Film Festival sarà assegnato il giorno martedì 27 maggio presso il Kinemax di Gorizia a The girl with the needle (2025), film candidato agli Oscar, ambientato a Copenaghen, durante la Prima guerra mondiale. Ritira il premio la sceneggiatrice Line Langebeck.
Si confermano le sezioni La Storia in Testa, ampia rassegna di incontri e approfondimenti dedicata alle novità editoriali dedicate a temi storici; tra i tanti appuntamenti la prima presentazione assoluta del libro Un giorno tutti diranno di essere stati contro, di Omar El Akkad, una cruda riflessione sulle promesse disattese e le molte contraddizioni di cui l’Occidente si è macchiato negli ultimi anni, come la guerra al terrorismo, i fatti di Ferguson, il movimento Black Lives Matter e Gaza. Dacia Maraini presenta Vita mia, il drammatico racconto dei due anni di prigionia vissuti dalla scrittrice bambina insieme alla sua famiglia, fermamente contraria a giurare fedeltà alla RSI, in Giappone nel ‘43. Si confermano inoltre èStoriaFVG, dedicata alla storia della Regione Friuli Venezia Giulia, èStoria Giovani, in collaborazione con Punto Giovani e Informagiovani, èStoria Città, in vista dell’appuntamento Gorizia-Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025.
Nelle giornate del festival saranno organizzate escursioni storico-culturali a bordo degli èStoriabus.
La manifestazione è ideata e organizzata dall’Associazione culturale èStoria di Gorizia, con la co-organizzazione del Comune di Gorizia. I sostenitori storici della manifestazione sono la Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso gli assessorati al Turismo e alla Cultura, il Comune di Gorizia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, gli Amici di èStoria e sponsor privati quali Amga Energia & Servizi Gruppo Hera, BCC Venezia Giulia, Cassa Rurale FVG, Coop Alleanza 3.0, CiviBank – Gruppo Sparkasse, ZKB Credito Cooperativo Trieste Gorizia, Fondazione Osiride Brovedani Onlus, Le Fondazioni Benefiche Alberto e Kathleen Casali, Banca 360 FVG, Confcooperative Alpe Adria. L'Associazione èStoria ha una pluriennale collaborazione strategica con il GECT GO, Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale fondato dai comuni di Gorizia (IT), Nova Gorica (SI) e Šempeter-Vrtojba (SI) ed ente promotore della Capitale Europea della Cultura GO! 2025. La collaborazione è ancora più evidente quest'anno, considerato che il Festival assume per la prima volta una dimensione transfrontaliera con eventi e incontri da entrambi i lati del confine e dedica ampio spazio alla storia delle due città. (aise)