“Anthology”: la new pop di Giuseppe Veneziano a Sarzana

SARZANA\ aise\ - È uno dei più controversi artisti italiani e di certo la mostra “Anthology”, a cura del critico d’arte Luca Nannipieri, che ne svela venticinque anni di attività, lascerà il segno. Sono oltre 70 le opere di Giuseppe Veneziano, artista italiano e maggiore esponente della “New Pop”, che saranno in mostra alla Fortezza Firmafede di Sarzana, vicino La Spezia, sino al 3 maggio 2026.
La mostra, inaugurata il 13 dicembre scorso, si presenta come una tra le più grandi esposizioni a lui dedicate, consacrandolo come un artista di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea: opere pop e provocanti, tra cui dipinti e sculture di grandi dimensioni, alcune delle quali già oggetto di censura e che hanno richiamato l’attenzione del vasto pubblico, dei principali critici d’arte e dei marchi internazionali della moda, ma anche di personalità della cultura, della televisione e del giornalismo. Le opere più discusse dell’artista, commentate sui mass media da personalità come Oriana Fallaci, Oliviero Toscani, il premio Nobel Dario Fo, Giampiero Mughini, Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, saranno esposte nei due piani della Fortezza Firmafede di Sarzana per una vera e propria antologica.
Tra le opere in esposizione si annoverano alcuni dei suoi più celebri e dibattuti capolavori, come Novecento, La strage degli innocenti, Quasi amici, Selfie (che ha dato l’immagine alla copertina del catalogo: la ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer reinterpretata ai tempi dei social network) fino alla produzione più recente.
“La mostra antologica di Giuseppe Veneziano alla Fortezza Firmafede segna un nuovo passo nella valorizzazione di questo straordinario spazio storico. La Fortezza è oggi un luogo vivo di ricerca e incontro”, dichiara il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli. “Le opere di Veneziano, spesso provocatorie, possono non essere condivise singolarmente, ma ampliano la lettura del nostro tempo e alimentano il dibattito contemporaneo, confermando la Firmafede come polo espositivo di riferimento. Offriamo ai visitatori un’esperienza che intreccia bellezza storica e forza delle idee”.
“Nel mondo libero occidentale, la censura è, in fondo, una dimostrazione di gratitudine. Censuri perché ti spaventa e ti spaventa perché, sotto sotto, lo ami. L’amore ha forme di soppressione che l’indifferenza non conosce”, afferma il curatore e professore accademico Luca Nannipieri. “Le opere di Giuseppe Veneziano hanno un linguaggio diretto, chiaro e desacralizzante: attraverso le particolarissime e mai scontate riletture di personaggi della politica e della storia come Trump, Putin, Berlusconi, Papa Francesco, delle fiabe e dei cartoni animati come Topolino e Biancaneve, e delle inaspettate riletture di capolavori del Rinascimento che Veneziano ama molto, ci troveremo a fare un viaggio nell’attualità e nella storia dell’arte che è anche un viaggio dentro i nostri pudori, le nostre vergogne, le nostre ossessioni. In fondo, l’arte, anche quando è accerchiata, spalanca geografie della nostra anima che pensavamo di far tacere”.
“Spesso le mie opere sono delle trappole visive”, scrive l’artista Veneziano, sul catalogo pubblicato da Sagep editori. “Può capitare di trovarsi di fronte a un’immagine suggestiva, colorata, accattivante, mentre il soggetto è una scena del crimine. Nel momento in cui rappresenti qualcosa, non puoi limitarti a dipingere solo il bello, il buono, il divertente: sarebbe una visione parziale del mondo in cui vivi. Attraverso le mie opere tento di rappresentare la contestualità delle dimensioni opposte, come il bene e il male”. (aise)