“Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa”: a Pescara la mostra diffusa di Matteo Fato

Matteo Fato, Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso), 2025 - Veduta dell’installazione, Fondazione La Rocca, Foto Michele Alberto Sereni - Courtesy dell’artista; Fondazione La Rocca
PESCARA\ aise\ - “Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso)” è il titolo della mostra diffusa di Matteo Fato, che, curata da Simone Ciglia e promossa dalla Fondazione La Rocca, si terrà dall’1 luglio al 27 settembre.
Matteo Fato è artista e docente di Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo lavoro, tra pittura, incisione, scultura, video e installazione, è stato presentato in gallerie private e musei pubblici in Italia e all'estero, fra cui Mostyn (Llandudno, UK), il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, la Galleria Nazionale delle Marche – Palazzo Ducale di Urbino. Ha partecipato alla 16ª Quadriennale d’Arte e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Ermanno Casoli e la selezione dalla Dena Foundation for Contemporary Art come artista italiano in residenza presso ArtOmi (New York). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui quella della Banca d’Italia.
A sedici anni dalla sua ultima personale, Matteo Fato torna a esporre nella città in cui è nato e tuttora vive. Proprio dal legame con il luogo prende forma la mostra, sviluppando una riflessione sul rapporto tra l’artista e il territorio. L’esposizione si articola in diversi siti di Pescara: dagli spazi della Fondazione La Rocca ad alcuni dei principali musei della città, toccando diversi luoghi espositivi e non, fino ad attraversare lo spazio pubblico tramite interventi temporanei. Ogni sede propone una riflessione su un intreccio di temi – il paesaggio naturale e quello urbano, la storia dell’Abruzzo e la storia dell’arte – a comporre un personale ritratto della città.
Il titolo della mostra “Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa” combina due citazioni dello scrittore di origine pescarese Ennio Flaiano, che dichiarano la persistenza delle immagini con le quali si è cresciuti e da cui si è abitualmente circondati.
LA MOSTRA
Fondazione La Rocca, Pescara
Luogo di partenza e di ritorno dell’intero progetto espositivo, la Fondazione La Rocca ospita fino al 27 settembre un’antologia della mostra, raccogliendo il novero di temi che si dipanano nelle altre sedi. Opere inedite, realizzate per l’occasione, sono accostate ad altre del passato, dispiegando una campionatura di temi e generi che compendiano la ricerca dell’artista: dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta al d’après (ovvero riprese e interpretazioni di opere precedenti). Altrettanto diverse sono le tecniche tramite le quali Fato ha espanso la pittura nello spazio: installazione, video, incisione, scultura.
In occasione di questo progetto espositivo, la Fondazione La Rocca presenta per la prima volta un nuovo spazio di recente acquisizione, il Project Space/FLR, una ex rimessa della cooperativa pescatori adiacente alla sede principale. In questa appendice si colloca un’installazione immersiva concepita come un archivio e Wunderkammer (camera delle meraviglie) che raccoglie una serie disparata di materiali: da quelli artistici – come opere di pittura e scultura – ad altri come video di documentazione e oggetti di studio. L’artista intende questo ambiente come una “messa in scena della pittura” che intende parlare della verità di questo linguaggio. Questo spazio sarà visitabile fino al 3 agosto.
Museo dell’Ottocento
La sezione della mostra ospitata dal 25 luglio presso il Museo dell'Ottocento propone la questione del confronto con la storia dell’arte e con il museo, che muove il lavoro di Fato dagli esordi. Ospitato dal 2021 nello storico edificio dell’ex Banca d’Italia, il Museo dell’Ottocento accoglie la collezione di dipinti e sculture del XIX secolo dei coniugi Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta. L’artista ha studiato una selezione di quadri dall’ampia collezione – fra cui figurano le opere di Michele Cammarano, Antonio Mancini, Francesco Paolo Michetti, Federico Rossano, Paul-Désiré Trouillebert – realizzando una serie di opere d’après. Seguendo una lunga tradizione nella storia dell’arte, il ciclo è concepito come un omaggio nei confronti di maestri amati e allo stesso tempo una forma di riappropriazione e di dialogo con essi. A questo si aggiunge un altro nucleo di lavori realizzato in precedenza che affronta generi canonici della storia dell’arte, come il ritratto e l’autoritratto, il nudo, la natura morta. L’intervento di Fato al Museo dell’Ottocento è segnato dalla volontà di lasciare un segno provvisorio: molte delle opere esposte sono mantenute all’interno delle casse di trasporto, come fossero state appena estratte dai depositi del museo.
Museo delle Genti d’Abruzzo
La riflessione sulla storia e la cultura materiale del territorio abruzzese è al centro della sezione ospitata presso il Museo delle Genti d’Abruzzo. L’intervento di Fato si colloca all’interno del percorso espositivo del museo, in risonanza con i temi delle sale stesse: formazione etnica e continuità culturale; pastorizia; cicli produttivi agricoli; vita ed economia domestica; artigianato artistico tradizionale. Il Museo delle Genti d’Abruzzo ha sede dal 1982 nel complesso del Bagno Borbonico, che nel decennio precedente ha ospitato le gallerie di Lucrezia De Domizio e Mario Pieroni, fra gli epicentri della felice stagione vissuta dall’arte contemporanea a Pescara negli anni Settanta del Novecento. Nel 1975, l’artista Gino De Dominicis ha presentato presso la galleria di De Domizio la mostra Quando non si parla più di immortalità del corpo (Ingresso riservato agli animali). In occasione di Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso), Fato rivisita l’invito-cartolina realizzato all’epoca da De Dominicis, riproducendo – con l’ausilio di un drone – una veduta dello stesso tratto del lungomare di Pescara raffigurato nella cartolina originaria. All’interno della nuova immagine, Fato inserisce sé stesso, ritraendosi mentre solleva con le braccia un grande straccio per la pulizia dei pennelli, motivo ricorrente nel suo lavoro. La cartolina è realizzata in edizione limitata e distribuita in varie attività commerciali della città.
Progetti speciali
Sono previsti una serie di progetti speciali di natura performativa e temporanea che coinvolgono lo spazio pubblico di Pescara.
Public Program
Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso) è accompagnata da un public program che prevede un calendario di eventi diversi: da visite guidate con il curatore e l’artista a incontri e conversazioni con alcuni fra i maggiori critici e curatori italiani.
Catalogo
A conclusione della mostra sarà realizzato un catalogo pubblicato da Allemandi che documenterà il progetto e lo contestualizzerà retrospettivamente all’interno del lavoro dell’artista. (aise)