Le “Cime nel tempo” di Francesco Candeloro alla galleria Invernizzi di Milano

MILANO\ aise\ - La galleria A arte Invernizzi ha inaugurato giovedì scorso, 22 maggio, una mostra personale di Francesco Candeloro che sino al 15 luglio presenta opere inedite dell’artista veneziano, classe 1974.
Francesco Candeloro crea sin dall’inizio degli anni 2000 un continuo gioco di nascondimento e rivelazione che sfrutta appieno le potenzialità delle evanescenze cromatiche fatte vibrare dalla luce. Le sue opere accolgono il mutare della luminosità proiettando sulle pareti interne delle sale il trascorrere del tempo.
Al piano superiore della galleria sono esposte le opere “Cime nel tempo” (2025), da cui prende il titolo la mostra, pensate come un’unica installazione che si sviluppa sia a parete che al centro della sala, grazie ad una struttura composta da montanti metallici che sospende le opere nello spazio. In questo modo il visitatore è invitato ad immergersi e attraversare i profili di plexiglas sia fisicamente che mentalmente - grazie alla trasparenza del materiale e alla sua sovrapposizione - sperimentando la variazione della visione dove ciò che è dato a vedere è un luogo altro attraversato dal ritmo dell’esistenza nell’istante dell’incontro-scontro con l’opera.
Candeloro racconta così il tempo, attraverso il tempo, creando uno spazio immersivo di grande suggestione emotiva, senza alcun intervento tecnologico, ma unicamente catalizzando l’energia stessa della luce.
Questo racconto fondato sulla trasparenza, la duplicazione e l’inversione, si ritrova al piano inferiore dello spazio espositivo. Le pagine dei “libri” squadernate sulla parete, posizionate seguendo costruzioni geometriche e giochi combinatori, diventano il modus operandi di esplorare e misurare lo spazio attraverso un personale “alfabeto della mente” dove le fessure sui fogli accoppiati ai filtri in acetato proiettano l’esterno nell’interno e viceversa. Queste ultime opere dialogano con gli skylines di città in plexiglas - ognuno composto da quattro diverse lastre, di differenti colori, suddivise in coppie speculari e sovrapposte - legati alla memoria dell’artista e dalla sua esperienza diretta dei luoghi, che rilegge e ripropone attraverso un sua personale rielaborazione.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue contenente un testo di Giorgio Verzotti, la riproduzione delle opere in mostra e un aggiornato apparato bio-bibliografico. (aise)